studio odontoiatrico
L’Antica officina della latta affaccia su viale Giuseppe Giusti, tratto meridionale dell’anello che circoscrive il sistema della cinta muraria di Lucca, in fronte al baluardo di San Regolo.
L’edificio, un aggregato irregolare di più corpi, è un opificio di inizio novecento il cui radicale riordino lo ha destinato prevalentemente al terziario.
La parcella oggetto di trasformazioni è un unico ambiente di circa cento metri – complessivi di un bagno – disposto al secondo livello di un volume rivolto sul cortile interno; il profilo rettangolare del vuoto è interrotto verso il corridoio di disimpegno al fine di escludere le pilastrature di sostegno della fabbrica. L’aria e la luce sono garantire da due finestre a tutta parete sul fianco a settentrione opposto all’ingresso.
Il programma funzionale ha previsto la sistemazione di un locale accettazione, una zona d’attesa, un piccolo ufficio, un laboratorio, due sale-studio; a corredo un’elenco di spazi serventi: due servizi igienici, uno spogliatoio, un vano per la radiografia panoramica, un alloggio per l’aspiratore chirurgico ed il compressore.
La scelta prima nella distribuzione ha confinato i luoghi del lavoro nella parte più luminosa del lotto; tra di essi il cubo cavo per le macchine, insonorizzato e con presa d’aria diretta. L’area è separata da una cortina trasparente – lastra di vetro temperato 12 mm. extra chiaro – ai cui estremi si trovano le porte di accesso – lastre di vetro temperato 10 mm. acidato extrachiaro.
La superficie rimanente è stata spartita secondo l’asse longitudinale: da un lato la successione bancone di ingresso e stanza del titolare, dall’altro i servizi e l’atelier sterilizzazione. L’andamento accidentato dell’unica parete permette di ospitare un guardaroba, il gruppo di continuità, una lunga seduta e la scatola predisposta per
l’apparecchiatura Gendex – quest’ultima protetta da un portellone piombato il cui movimento può, quando necessario, isolare la regione dei medici.
Lo studiolo ha perimetro sghembo per dare maggiore spazio al foyer e completamente in vetro per ricevere la luce indiretta da nord; la riservatezza sarà garantita da tende scorrevoli in tessuto misto di lino e cotone.
Le murature per la loro gran parte sono rivestite; questo secondo involucro consente di mascherare gli impianti ereditati e le nuove porte, nonché regolarizzare diverse anomalie presenti sulle pareti di bordo. La dimensione del distacco non è costante; nella generalità dei casi è tale da tradursi in una cassettiera o in un mobile con ante di grande dimensione. Talvolta la maggiore profondità fa sì che si possa raccogliere un capace archivio o ricavare un micro spazio abitabile quale quello per il cambio di indumenti. La realizzazione non prevede l’inserimento di maniglie ed il taglio delle aperture prosegue come linea di fuga, dissolvendosi nel disegno generale delle partiture.
Tutte le diverse sezioni sono state costruite con medesimo materiale e finitura, il composito di pioppo opaco; il montaggio presenta la vena disposta nel senso orizzontale nella parte basamentale e verticale nella restante parte.
L’attacco a terra è leggermente arretrato rispetto al filo superiore e rivestito con linoleum; al soffitto una piccola incisione è la tolleranza predisposta per compensare l’andamento non costante del solaio.
Il banco della segreteria è composto da una struttura principale in pioppo con cassetti ed uno stretto ripiano che la sormonta di 20 cm. Tale ripiano, retto da tre mensole in metallo, continua in due alte ricalate: quest’ultime, aggettanti rispetto alla sponda del legno, si arrestano prima di toccare la terra determinando un contrasto tra la pesantezza della materia di cui son fatte ed il loro stare apparentemente privo di supporti.
La scrivania del chirurgo è l’insieme di tre elementi riconoscibili: il blocco portato ed i due sostegni. Il primo è un parallelepipedo regolare di mediodenso verniciato nero con finitura satinata.
Il piano presenta una tarsia di pelle dello stesso colore ed una placca che cela l’alloggio delle numerose alimentazioni elettriche; sul fianco lungo sono ricavati due cassetti. I montanti, in tubi di ferro saldati ed acidati, hanno la stessa morfologia ma sono disposti ruotati reciprocamente di 90°.
Due lunghi banchi segnano i confini dei gabinetti dentistici. Offrono una superficie di appoggio agli operatori ed un lavabo per l’acqua corrente oltre che essere il ricovero dei carrelli per gli strumenti e del contenitore porta rifiuti. Il materiale impiegato per tutti questi complementi di arredo è l’acciaio inox.
Le pavimentazioni sono in legno di rovere e in linoleum grigio nelle zone di terapia e lavorazione.
L’illuminazione artificiale è data da lampade a soffitto slotlight dotate di tubi T5 battezzati Daylight (5500 k e 4000 k).
Sia nel disegno d’insieme che in quello di dettaglio ciò che si è cercato di evitare è stato di unire a ciò che serve tutto un linguaggio vano, per dirla con l'uomo di lettere Guillaume Collette.