complesso parrocchiale del Sacro Cuore - Reggio Emilia
concorso ad inviti Conferenza Episcopale Italiana - secondo premio
Architettura
Il centro parrocchiale.
L’articolazione delle molte attività previste dal programma determina un impianto analogo a quelli di origine monastica; si ha dunque una chiara, logica, comprensibile organizzazione e gerarchia di parti costruite e vuoti strutturati tali da coinvolgere l’intero lotto in una medesima trama. Le fabbriche determinano una zona disposta in senso normale rispetto alla via di accesso principale e baricentrica rispetto ai confini; le aree a spiccata vocazione collettiva si affacceranno verso l’asse stradale, lasciando che le aree con destinazioni più private si insedino in direzione opposta. Il sagrato-piazza, i giardini, i chiostri, gli orti modulano l’alternarsi delle costruzioni determinando un’architettura al negativo.
La chiesa.
L’edificio della chiesa è scandito in cinque parti: loggia-atrio, aula feriale, battistero, aula liturgica, sacrestia. L’asse longitudinale dell’ellisse è ruotato di circa 19 gradi per un perfetto orientamento e costituisce l’unica eccezione nell’ordito ortogonale dell’intero complesso. La geometria scelta si incardina ad una doppia centralità pur non scalfendo l’unitarietà dello spazio. Nei fuochi della figura avranno sede l’altare e l’ambone; il disegno della pavimentazione conferma questa doppia valenza e questo impiego dello spazio secondo la liturgia della Parola e la liturgia eucaristica. Diciotto finestre, impostate alla quota di 2.80 m., attraverso sguanci molto accentuati filtreranno la luce esterna tramite diaframmi in alabastro di Volterra. Avvicinandosi al presbiterio l’intervallo tra loro diminuisce e sette tagli raggiungono la quota del terreno frangendo la continuità planimetrica nella luminosità maggiore dell’abside. Il battistero è come annunciato dall’impluvium in prossimità dell’ingresso alla chiesa e dal lungo canale d’acqua che guida il percorso da meridione; un taglio nella muratura ad occidente farà scorgere dal sagrato la sagoma del fonte di pietra. Le tecniche ed i materiali. Le tecniche ed i materiali impiegati sono di natura tradizionale. Le materie sono l’intonaco con polvere di marmo bianco nell’impasto – per il paramento esterno del volume dell’ellisse – ed il mattone facciavista, di colore grigio caldo di basso spessore e lunga dimensione longitudinale – per tutti i volumi altri. Ridotte inserzioni in legno di quercia acidato accompagnano il ritmo delle forature. Le pareti interne del catino dell’aula saranno in mattone con giunto non ripulito e coperto da uno strato sottile di calce bianca, il soffitto finito con impasto di calce e polvere di marmo, la pavimentazione in pietra biancone di Verona, perlino rosato, pietra arenaria macigno. Le superfici interne delle pareti degli edifici di servizio saranno di intonaco con impasto a sabbia grossa ed i pavimenti di cemento di colore grigio caldo leggermente rigato e cerato, interrotto da giunti in pietra arenaria macigno. Gli infissi e le aperture verso l’esterno saranno realizzate in metallo. Le coperture presenteranno, se piane, manti vegetali, se inclinate, pannellature in lega di zinco-titanio. Le pavimentazioni esterne saranno nella generalità dei casi in pietra arenaria macigno rigata; il ciottolo di fiume Ticino coprirà il doppio riquadro del sagrato.
Arte
I materiali scelti sono: il bronzo – patinato, dorato, argentato – il legno di castagno – acidato e patinato con cera naturale – la pietra biancone ed il marmo rosso Verona – con lavorazioni a levigatura mai lucidata. Il corredo propriamente iconografico sarà come accompagnato dalla presenza delle sacre scritture – redatte nelle molte lingue dei popoli del mediterraneo.
Altare. Per morfologia e dimensione è costruzione di una mensa, “tavola del Signore”. La lastra in pietra biancone di Verona è sostenuta da quatto agili gambe agli estremi e da una colonna di pianta ottagona al centro. Le superfici del bronzo mostreranno leggeri sbalzi ed incisioni raffiguranti la pianta e gli stralci della vite “Cristo abiti nei vostri cuori per mezzo della fede, siate radicati e fondati nell’amore, affinché diveniate capaci, assieme a tutti i santi, di comprendere che cosa è la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità” (Lettera agli Efesini 3, 1718). La testa di un agnello - Ecce Agnus Dei – emergente dal pilastro di mezzo sarà esplicita eco del sacrificio che travolge la domesticità del desco. La tavola è allocata su di un piano leggermente elevato il cui profilo ellittico è ripreso dal disegno della pavimentazione dell’aula. Oltre che essere segno di preminenza e zona di rispetto, la linea circolare è invito ad una disposizione ordinata dei fedeli e chiaro richiamo al circum adstantium del Canone romano.
Ambone. Un parallelepipedo regolare è il volume dell’ambone. L’accesso avverrà per tramite di tre gradini in pietra biancone di Verona (“La roccia durissima è la Sapienza di Dio”, Filone Alessandrino). Testi provenienti da fondi custoditi da biblioteche italiane e dalla Santa Sede saranno incisi sui fianchi e sul fronte – tra i molti il Codex Vaticanus B, della Biblioteca Apostolica Vaticana (sec. IV, lingua: greco), il Tetravangelo della Biblioteca Medicea Laurenziana (sec. VIII, lingua: siriaco), il Tetravangelo, BAV (sec. XV, lingua: etiopico), il Lezionario dei Vangeli, BAV (sec. X, lingua: copto), i Vangeli glossati, BAV (sec. XIII, lingua: latino). Due piccole figure con un grande cesto raccolgono il fiume di parole che cadono sull’assemblea.
Crocefisso. Una lastra rettangolare di bronzo di oltre due metri è il piano su cui la plastica del Cristo risulta inchiodata. La superficie accidentata mostrerà una croce ottenuta per contrasti nelle patine e nelle ombre, nonché una successione dei motivi iconografici che hanno, nel tempo, costruito la tradizione figurativa del Sacro Cuore di Gesù. Questo racconto potrà essere intrecciato con le memorie delle dedicazioni (Preziosissimo Sangue - Immacolata Concezione) appartenenti alle altre due parrocchie qui riunite. La pala è retta da un sostegno in legno di castagno sul quale, in evidente rimando al secondo fuoco liturgico, saranno riportati passi dei Vangeli scelti fra quelli maggiormente dedicati alla vicenda umana del Cristo.
Fonte Battesimale. Da una conca in marmo rosso Verona sospesa su tre sostegni di pietra bianca l’acqua tracimerà dai bordi arrotondati lasciando sempre bagnate le pareti del recipiente e la piccola alfa su di esse incisa. Un nastro strigilato scolpito nella pietra di pavimentazione cingerà l’area ed un piccolo bassorilievo narrante l’albero della vita lo renderà unico. Un solco di modeste dimensioni raccorderà quest’acqua viva alla vicina vasca per il battesimo ad immersione. La pietra rossa sarà visibile, per tramite di aperture di dissimile foggia, dal sagrato, dalle porte di accesso alla chiesa, dal percorso a meridione. Completano infine il sistema dell’aula le quattordici stazioni della via Crucis in ceramica di Angelo Biancini che verranno ospitate nella boiserie del deambulatorio. La statua bronzea del Sacro Cuore di Carmela Adani sarà allocata nell’ampio giardino di nord-est.