LA STORIA
Il Torrione angioino di Bitonto viene citato per la prima volta nel 1399 in un diploma, redatto dalla Regina Margherita Sanseverino, moglie del sovrano angioino Carlo III Durazzo, impropriamente come “castello”, in realtà è un maschio di difesa, alto 24 metri, di cui si dotò Bitonto durante l’intricata lotta dinastica tra ramo ungherese e durazzesco per la successione al regno di Napoli.
Il torrione è la superstite testimonianza di un articolato sistema difensivo, che comprendeva nel circuito murario altre 27 torri, con le quali era collegato da cunicoli sotterranei.
Tipologicamente si presenta come una struttura a pianta circolare, sviluppata su tre livelli dalle massicce murature esterne, mediamente spesse 4 metri, che alla base mostrano un paramento in pietra calcarea. Da una certa altezza in poi il rivestimento diventa a filari regolari di bugne in carparo a bauletto, un po’ aggettanti, culminanti in cima con un toro appena sporgente, delimitato da un fitto coronamento merlato. Lungo le pareti si aprono poche feritoie e monofore, leggermente sguinciate ad arco ribassato. L’angusto ingresso sud-est introduce ad uno stretto corridoio, provvisto di triplice ordine di stipiti in pietra, indizio del difficile accesso al torrione, assicurato da una sequenza di tre porte consecutive.
L’ambiente più piccolo sotterraneo è occupato da una cisterna. Si passa, quindi, nella sala del pianterreno, coperta da cupola emisferica, illuminata solo da due feritoie strombate. Il primo piano si sviluppa su pianta ottagonale con copertura a crociera. E’ la sala più confortevole, detta anche “del camino” per la presenza di un focolare a tronco di piramide. Il secondo piano è un ambiente circolare, voltato a cupola tufacea illuminato da tre monofore e altrettante fessure. Questa saletta comunica, tramite una scala in muratura, con il terrazzo merlato, provvisto di pozzo per il rifornimento idrico durante gli assalti.
IL RESTAURO
L’obiettivo principale del restauro del Torrione Angioino di Bitonto è stato quello di recuperare, attraverso un’adeguata rinfunzionalizzazione, un monumento-simbolo della città, sofferente di un grave e prolungato stato di abbandono. Si è ritenuto che la destinazione d’uso più appropriata fosse quella museale. Esso è articolato in due sezioni: una a carattere permanente, incentrata sulla storia del Torrione Angioino e allestita nelle sale della Torre; l’altra a carattere temporaneo, adibita a mostre tematiche di varia natura, organizzata nell’ampio vano anulare alla base dell’edificio e in parte nei locali posti al piano superiore, appartenenti alla cortina di edifici aderenti alla Torre.
Il progetto di musealizzazione è stato condotto nel massimo rispetto delle preesistenze, limitando il più possibile gli interventi strutturali richiesti dalle nuove esigenze funzionali. Gli ambienti interessati dal progetto, “ritagliati” in edifici di diversa natura tipologica e strutturale, sono stati connessi organicamente attraverso un percorso museale continuo, affidando a strutture leggere in legno e metallo, dal carattere unitario e reversibile, il compito di condurre il visitatore dal primo livello (in parte interrato) alla terrazza-belvedere in copertura. Gli interventi realizzati possono essere riassunti come segue: al livello terra dove è stato realizzato l’ingresso e una sala espositiva anulare, con la costruzione di un soppalco, da destinare ad uffici del museo, e la realizzazione della relativa scala di accesso allo stesso, di natura metallica con pedate in legno e la realizzazione di una bussola vetrata dotata di porta di sicurezza ad un’anta con apertura di 180°; inoltre, è stato inserito un vano ascensore a due fermate in gabbia metallica rivestita in legno per il collegamento con il piano superiore ed infine una pedana per il superamento del dislivello tra la zona di ingresso e la sala espositiva e una scala di raccordo tra questa e l’ingresso alla Torre.
Al primo livello la cosiddetta “Sala Torre” è interamente dedicata alle esposizioni ed è collegata alla sala superiore attraverso una scala, in legno con struttura metallica, di forma semicircolare, costituita da due rampe di diversa pendenza.
Al secondo livello sono collocati l’ufficio, le sale espositive, i bagni ed un ingresso secondario. Alcuni solai sono realizzati in struttura metallica rivestita in legno quali il soppalco dell’ufficio nella sala a doppia altezza dell’ingresso ed il pianerottolo di smonto del vano ascensore.
Al terzo livello, è stata realizzata una nuova scala in legno autoportante, di raccordo tra il piano di calpestio della scala e la porzione di scala in pietra esistente ricavata nello spessore della muratura che porta al piano superiore; al quarto livello è presente la terza sala torre (circolare), anche questa, con funzioni espositive.