L’intero intervento assume come principale caposaldo la volontà di ricucire le due zone della città di Mendrisio, lavorando sinergicamente con le infrastrutture ferroviarie esistenti e ribaltandone il ruolo di vincolo in quello di un possibile auspicato arricchimento: una passerella aerea ed un ampio sottopassaggio rinnovano l’intera circolazione nel comparto della stazione, facendo entrare in risonanza anche tutte quelle vie che raggiungono direttamente il centro storico ed il polo universitario dell’Accademia di architettura. Pensare alla vicina ferrovia, ha significato essenzialmente rivelare attraverso l’opera architettonica una possibile ragnatela di connessioni che non si limita alla città di Mendrisio, ma si estende all’intera regione insubrica: il progetto perciò resta volutamente in bilico tra l’infrastruttura ed il paesaggio artificiale, mantenendo, al contempo, i tratti distintivi di un edificio urbano e rappresentativo.
L’edificio è da intendersi come elemento catalizzatore di un futuro sviluppo urbano sul lato nord della linea ferroviaria, nell’ambito di un piano di riqualificazione e rinnovamento dell’area.
In quest’ottica la chiusura verso la ferrovia e l’apertura sul lato nord sono il punto di partenza di un dialogo con l’intorno sia esso esistente o di futura costruzione. In particolare la presenza di una piazza lungo il confine sud della parcella guarda ad un ipotetico edificio di nuova costruzione con cui condividere o ampliare questo spazio pubblico in futuro.
Le riflessioni sui criteri di sostenibilità delle opere costruite rispondono ad una nuova consapevolezza sulla necessità di definire dei parametri comuni nella società contemporanea; parametri che regolino, secondo una convenzione condivisa, un uso parsimonioso delle risorse. Tuttavia tale concetto non può essere semplicemente appiattito su una mera parametrizzazione, ma richiede una elaborazione più sofisticata delle innumerevoli variabili che sono coinvolte nell'atto di costruire ed abitare gli spazi. Il progetto propone una strategia che intoni le soluzioni tecniche con la modulazione degli spazi, interni ed esterni, nella convinzione che non vi sia una soluzione univoca quanto un accordarsi di soluzioni parziali, dove le scelte progettuali dei diversi ambiti specialistici incontrano il proprio reale valore nell'intreccio di relazioni tra le diverse discipline.
Il progetto della nuova sede della SUPSI presenta un programma ambizioso tanto per scala dimensionale, quanto per la volontà di proporre un edificio che si presenti nel territorio come un esempio di ingegno tecnico infrastrutturale e di gestione ed implementazione tecnologica delle risorse.
Le strategie progettuali hanno riferito l'edificio ad un contesto ben più ampio, dando lettura dell'edificio come una parte di città, dove le decisioni progettuali hanno conseguenze tanto sul comfort degli utenti dell'edificio, quanto sul benessere dei cittadini di Mendrisio.
L'edificio è formato da corpi stretti che si allungano sull'intera estensione del sito, degradando dolcemente verso i quartieri retrostanti. L'impronta degli edifici disegna una sequenza di spazi aperti, pavimentati e verdi che permettono una gestione del suolo varia e ricca, con piantumazioni e disegni minerali. L'edificio si propone come un concentrato di possibili declinazioni dell'uso del verde: oltre alla copertura-promenade, una parete verde posta lungo via al Gas, è usata sia come schermo solare, sia come ingegnoso sistema di rinaturalizzazione antropizzata del sito. Gli ampi tagli nell'edificio e i corpi di fabbrica sottili offrono la possibilità alla luce naturale di entrare e di garantire una corretta illuminazione naturale, attenuando il problema dell'abbagliamento tramite un misurato sistema di schermature fisse e mobili fatto di sottili lastre di pietra alternate a pannelli di alluminio.
La copertura promenade rappresenta la concretizzazione del collegamento tra la futura area universitaria della SUPSI, la stazione e il centro della città di Mendrisio.
Il collegamento principale con la stazione è effettuato tramite il sottopassaggio esistente localizzato all’estremità nord della parcella. Questi è da intendersi ampliato ed adeguato in conseguenza di un incremento futuro del flusso di utenza e all’aggiunta di una corsia ciclabile al suo interno.
Assumendo che la maggior parte degli studenti, dei collaboratori e docenti giungerà all’università tramite questo sottopassaggio La quota d’arrivo di quest’ultimo è adottata come quota d’ingresso alla SUPSI.
E’ previsto un secondo collegamento pedonale sotto forma di ponte leggero all’estremità opposta del sito. La copertura/promenade non è altro che il collegamento diretto fra questi due accessi.
Lungo questo asse sono distribute quelle funzioni del programma destinate sia all’università sia ad un pubblico esterno.
La ricchezza degli spazi esterni è data dalla molteplicità di luoghi offerti, spazi aperti e soleggiati, terrazze inclinate, luoghi riparati ed ombreggiati, piazze minerali che, durante l'anno, alternano squarci di luce diretta e zone ombreggiate e fresche a seconda della loro posizione lungo i corpi di fabbrica, grazie alle continue variazioni in sezione dell'edificio.
Si ipotizza un concetto impiantistico integrato di ventilazione naturale e meccanica nei locali. Particolare attenzione è stata rivolta allo studio dell'involucro edilizio e alla gestione dell’illuminazione naturale: La tecnologia costruttiva dell’edificio prevede un involucro con un livello di isolamento termico molto elevato, con ampie superfici vetrate che garantiscono luce naturale agli ambienti e apporti solari gratuiti durante la stagione invernale.
La massa efficace dellʼedificio si concentra nei solai in cemento armato, attivati termicamente, che assumono il ruolo di accumulatori termici e gestori dei flussi energetici.
La scelta dei materiali costruttivi sarà dettata sulla base delle raccomandazioni della KBOB/eco-bau per costruzioni sostenibili.