Divino Amore
Percorrendo le consolari verso la periferia della città, superato il G.R.A., è usuale percepire un paesaggio agricolo che si configura come un residuo, costituito da sottili frammenti che si incuneano in un disorganico insieme edilizio. Linsieme restituisce un paesaggio frammentario, discontinuo, contraddittorio in cui i rapporti tra dentro e fuori, tra grande e piccolo, tra naturale ed artificiale si dissolvono in un continuo divenire di modificazioni, ibridazioni e discontinuità.
L'arrivo a Falcognana è, invece, segnato da una esperienza opposta: limmagine della città, per quanto vicina, sembra dissolversi rapidamente lasciando il posto alla campagna romana: anche i fabbricati ad uso commerciale e residenziale che si attestano lungo il tracciato della via Ardeatina diventano sempre più radi, preannunciando il cambiamento.
La struttura geologica di origine vulcanica caratterizza il luogo con i colori della terra, dai rossi pozzolanici agli ocra tufacei; le lunghe distese dei campi coltivati connotano la nostra esperienza visiva, passando dalle brune colorazioni delle maggesi in tempo di aratura, ai verdi intensi delle colture a cereali nelle umide stagioni primaverili, agli aridi e stepposi gialli della stagione estiva.
Dal punto di vista morfologico il paesaggio è caratterizzato da un sistema collinare dai dolci versanti, attraversato da alcuni fossi che, in alcuni casi, a seguito dellattività erosiva, determinano profonde incisioni o repentine apparizioni di monolitici banchi tufacei e sedimenti pozzolanici. Il sistema di vegetazione arbustiva spontanea, in forma di macchie colorate, sottolinea gli scarti di quota e segna landamento morfologico del luogo suddiviso in pianori, declivi e sistemi di fondovalle; lunghi filari di pini e cipressi, distesi o raggruppati intorno ai casolari, fanno da contrappunto visuale ad un paesaggio disteso e aperto; grandi esemplari di querce, cerri e roverella completano limmagine e consegnano un residuo intatto di paesaggio mediterraneo: la campagna romana.
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La proposta progettuale si pone come obiettivo principale quello di introdurre un sistema costituito da spazi pubblici allaperto, in un contesto territoriale fortemente connotato sul piano paesaggistico.
Tale condizione indirizza il progetto, da una parte, a misurarsi con gli elementi che identificano e caratterizzano gli spazi pubblici allaperto e dallaltra, in relazione al contesto così fortemente evocativo sul piano naturalistico, spinge il progetto a configurarsi come parte integrante di quel vasto paesaggio di cui diviene elemento essenziale, costituendone la naturale introduzione percettiva e fisica.
Sul piano funzionale, il progetto si struttura come una cerniera tra parti diverse che ha come obbiettivo la connessione dellinsediamento spontaneo della borgata Falcognana con il nuovo complesso residenziale, mediante la progettazione di una rete di percorrenze pedonali, piazze, slarghi e luoghi di transito. La natura di tale relazione è stabilita nel rispetto dal carattere orografico definito dallandamento morfologico dellarea dintervento: linsieme delle percorrenze pedonali di connessione tra i due versanti è infatti regolamentato dal criterio di planarità dei tracciati. Tale struttura, oltre a rispondere ad una esigenza funzionale di integrazione di due sistemi che altrimenti apparirebbero nettamente separati, garantisce anche unintegrazione visiva e percettiva con il paesaggio naturale e spinge ad identificare lo spazio pubblico di progetto come una porzione facente parte di un sistema naturale più vasto.
Il progetto si articola mediante il succedersi di percorrenze pedonali che si strutturano - con andamento planare o mediante rampe facilmente accessibili - lungo versante collinare oggetto dellintervento, dalla quota 113 a quota 107 s.l.m.
Sul pianoro sommitale a quota 113 è prevista la realizzazione di una piazza che oltre a svolgere la funzione di spazio di transito offre, proprio per la sua posizione dominante sul paesaggio, quella di belvedere: è questo il luogo che per dimensione potrà raccogliere quelle funzioni a carattere collettivo difficilmente realizzabili in altre aree; è questo il luogo in cui la comunità potrà ritrovarsi per partecipare ad eventi particolari: feste, giochi, mostre e mercati.
La condizione necessaria a garantire tale capacità di flessibilità è laver concepito questo spazio come una lastra lapidea vuota, appena increspata da rampe e cordonate; il carattere monocromatico e monomaterico rende questo luogo assimilabile non tanto a una piazza urbana comunemente intesa, quanto ai banchi affioranti delle cave di tufo che si offrono come ineguagliabili segni antropici nel paesaggio dellagro romano. Coerentemente con tale immagine, il luogo di introduzione del sistema di progetto si configura come un pianoro sommitale in tufo, segnato da unalberata di pini che lo rendono percepibile e immediatamente identificabile. Unarea di parcheggio, prospiciente la strada e a servizio della piazza, garantisce lo scambio sul piano infrastrutturale; una linea alberata e un fontanile, realizzano la necessaria schermatura e protezione tra larea destinata a parcheggio e la grande piazza bel-vedere: posti lungo il lato maggiore della piazza in tufo, essi definiscono infatti il limite di espansione tra larea pedonale e quella carrabile, impedendone qualsiasi interferenza.
Dalla piazza principale, rampe e sentieri discendono con andamento discontinuo, in modo tale da offrire una varietà di paesaggio e di contrappunti visuali: da un lato, ampi spazi che si distendono in estensione verso Ovest fino a cogliere i bagliori lontani della costa, dallaltro, circoscritte proiezioni visuali tra i caseggiati a margine che si concludono sui pendii collinari punteggiati da casolari e pini. Il tufo, utilizzato in modo diffuso e continuo, realizza le pavimentazioni dei luoghi di sosta e di percorrenza, garantendo su tutto lintervento unorganica integrazione con lambiente e il paesaggio, coerentemente con gli obbiettivi e le suggestioni generali espresse dal progetto.