Caratteri generali della proposta
La difficoltà capitale che il progetto ha dovuto affrontare risiede nella condizione di luogo
di frontiera dell’area soggetta a trasformazione. Frontiera, ovvero confine tra il pieno e il vuoto, tra la densità e la rarefazione, tra il chiuso e l’aperto, tra l’artificiale e il naturale: un insieme di dualità che il progetto ha dovuto conciliare trovando e prefigurando punti di equilibrio e bilanciamento. Si è dunque provveduto secondo logiche non univocamente determinate. In alcuni casi - esempio per piazza della Libertà - si è trattato di intensificare
i caratteri propri di ogni spazio pubblico storicamente sedimentato quali la ferrea definizione dello spazio, la regolarità nei suoi tracciati fondamentali, la precisione nella definizione dei bordi. Al polo opposto - esempio per la vasta area che circonda il volume della Torre spagnola - l’azione prefigurata è sostanzialmente di cura, ripristino e potenziamento
dell’assetto naturale, riducendo, per quanto possibile, i segni e le emergenze tecnico-architettoniche. Nelle sue linee fondamentali il progetto cerca di restituire ad un uso pubblico e civile le aree indicate dal bando, spostando la circolazione e la sosta dei mezzi meccanici su via Imbriani - unica modalità per salvaguardare un rapporto forte e coinvolgente con l’ambiente. La vasta area a nord è stata così vocata a divenire una passeggiata
attrezzata conducente al promontorio e all’orizzonte - da qui la riduzione della sezione trasversale di via Bechi e l’attenzione posta al fuoco costituito dal volume chiario e possente della Torre sullo sfondo.
La piazza, la torre e la terrazza
Un setto fatto di rampicanti e pietra segnerà il limite oltre il quale si aprirà piazza della Libertà. Nel punto scorgibile da via XX Settembre esso alloggerà un’opera d’arte realizzata
per l’occasione - la nostra simulazione mostra una grande porta in bronzo dell’artista
Mimmo Paladino. La piazza è un regolare rettangolo allungato ritmato dal succedersi dei ricorsi in pietra; il fianco a oriente è interamente occupato da una profonda pergola che ripara il rilievo delle panche in granito. La piazza si raccorda alla sottostante via Bechi con scale collocate a nord e a sud, sui margini dell’invaso. Il terrapieno che mantiene la quota della piazza potrà ospitare al suo interno spazi di media dimensione per servizi o attrezzature
per il turismo.
Via Bechi - una piazza allungata, una promenade offerta a pedoni e ciclisti, un molo spalancato
verso l’oriente - è la spina dorsale capace di trattenere i molti luoghi in un sistema coordinato e unitario. Per forma e consistenze materiche è annuncio e anticipazione del paesaggio che circonda la torre.
La Torre degli spagnoli acquisterà rilievo ed emergenza in proporzione al ripristino naturale
del suo diretto intorno - una dialettica oggetto/sfondo che ha innervato la tradizione del paesaggismo pittorico occidentale. Si prevede dunque una strategia volta alla sottrazione
piuttosto che all’addizione, pur mantenendo i camminamenti e le soste esistenti (una vivace attenzione dovrà essere prestata alle modalità della segnaletica: grafica, design, posizione, caratteri empirici).
La sistemazione delle zone a ridosso della spiaggia di Rena Bianca sono state predisposte per funzionare secondo due direzioni. Arrivando dal centro un’ampia rampa conduce alla terrazza rimanendo in asse con la mediana di via Verdi. Attraverso di essa è raggiungibile l’area giochi dei bambini. Per sgombrare la vista verso il mare una differenza nelle quote della terrazza consente di abbassare la ringhiera di protezione di un metro rispetto al suolo.
Le pertinenze del bar esistente sono state regolarizzate e coperte da pergolati. Esclusi i percorsi - al parcheggio, a via Imbriani, alla spiaggia, etc. - e l’affaccio-belvedere, tutta la superficie disponibile è stata destinata a manti vegetali. Volgendo lo sguardo verso il paese la rinaturalizzazione della zona consentirà di selezionare certe “vedute” a scapito di altre, secondo una strategia di soft repairing.
Viabilità e parcheggi
Via Imbriani costituisce il margine del trasporto meccanizzato privato; a oriente la via si allaccia ad anello con via Verdi per poi proseguire oltre, raggiungendo la via per l’hotel Corallaro. A nord l’attuale discesa a gomito è del tutto rimodellata per divenire la “porta” al mare e punto di traguardo già da un punto a ridosso dell’abside della parrocchia di Santa Teresa. Tutte le aree a nord di via Imbriani potranno essere gestite al pari di una ztl (con l’eccezione costituita dai residenti di via del Mare). Via Imbriani è la spina che serve i due parcheggi organizzati nel sito; un primo, a ridosso della via Verdi, è l’assetto razionale di ciò che sussiste; soprattutto nella stagione invernale è lecito supporre che diverrà di servizio al non lontano giardino dei giochi. Anche l’altro episodio è da rubricare come riordino di una infrastruttura esistente; una incisione sul piano inclinato che unisce via Imbriani e la nuova terrazza a mare distribuirà ai servizi e connetterà il parcheggio alle
nuove piazze. Topografia dei terreni e schermature vegetali e metalliche - presenti sul piano
verticale che orizzontale - attenueranno l’impatto visivo oltre che garantire un migliore
riparo ai mezzi ospitati.
Arredi
Gli elementi di arredo non derivano dal mondo della produzione seriale allo scopo di ottenere
la massima integrazione con le materie e i costrutti che definiscono il disegno del
suolo; sarà tale mutuo corrispondere a impedire che tali accessori siano percepiti come
oggetti isolati o indipendenti; la loro morfologia - rigorosa ed essenziale - prevede l’impiego
di materiali legati alla geografia e alla cultura del lavoro della Sardegna. I graniti - con
superfici lasciate a filo sega o trattate con una leggera bocciardatura - garantiranno poi la
resistenza e la necessaria durata nel tempo degli artefatti.
Illuminazione
Due le finalità che il progetto persegue: riduzione dell’impatto visivo dei supporti tecnici
e controllo dell’inquinamento luminoso prodotto da fonti non idonee e in numero eccessivo.
Si prevede l’impiego di steli di ridotta altezza e in casi specifici di luci inserite nei telai
delle pergole. Quando le condizioni lo consentiranno gli apparecchi saranno incassati
nelle murature o montati sotto le coperture degli edifici evitando di aggiungere segnali
nell’orizzonte della percezione. La torre spagnola potrà avvalersi di una illuminazione
omogenea per tramite di diffusori installati al filo del calpestio. Anche per quanto attiene
a questa categoria dei lavori occorre allestire una mediazione tra usi propriamente urbani
e altri già legati a una dimensione più prossima al fenomeno naturale. Come accennato
una condizione di limite: città e natura o né città né natura. Principali tipologie adottate:
illuminazione stradale con apparecchi sottogronta (alta pressione/led); proiettori estensivi
per superfici orizzontali su supporti in acciao inox o in incasso a parete (led); proiettore
asimmetrico su colonna (led); proiettori per superfici verticali ad alta pressione interrati.
Sistema del verde
Il sistema del verde ha un ruolo primario in tutti i siti oggetto del concorso. Il contesto in
cui ci muoviamo possiede un grande valore naturalistico e paesaggistico; la stessa ricchezza
della flora spontanea sarda, già presente nel luogo, suggerisce l’adozione di specie
autoctone ed endemismi sardi, in ragione di una progettualità rispettosa della posizione
geografica, della storia geologica, della condizione di insularità. Per questi motivi le scelte
vegetazionali dei tre siti sono volte a creare o rigenerare condizioni di naturalità mantenendo
la tipicità vegetativa della macchia mediterranea. Laddove siano presenti elementi di arredo urbano sono stati inseriti rampicanti profumati che ben si adeguano alle condizioni
pedoclimatiche del luogo. I non molti manufatti di progetto sono costantemente
coperti da tetti verdi vegetati con elicrisi e santoline, per creare aree verdi adiacenti agli
spazi pubblici. Tutto il progetto vegetale è stato pensato per essere gestito con una bassa
manutenzione ordinaria, in accordo con le esigenze del verde pubblico.
Piazza della Libertà
Le pergole progettate in piazza Della Libertà sono coperte da rose, clematis e ipomee
blu, scelte per le loro caratteristiche estetiche e spoglianti. Una magnifica fioritura estiva
offrirà protezione dai raggi solari permettendo una piacevole permanenza sulle sedute.
In inverno, la caduta della schermatura, consentirà il soleggiamento. I contenitori lungo
questa seduta sono arbustati con rosmarino prostrato, profumato e sempreverde. La
schema illuminazione
illuminazione stradale con apparecchi sottogronda ad alta pressione
luci persorsi pedonali con segnapassi led a parete
proiettori estensivi per superfici orizzontali
illuminazione torre spagnola con proiettori interrati
apparecchi puntiformi inseriti nella struttura della pergola
nuova muratura che circoscrive la piazza a mezzogiorno verrà combinata a un ficus pumila
repens rampicante, sempreverde. Sul lato est della piazza, affacciato su via Bechi, il
bordo di protezione è un lungo e ampio rettangolo colmo di elicrisi e santoline, apprezzabili
sia dalla piazza che dalla strada.
Via Bechi e Torre Spagnola
La scelta di contenere il traffico veicolare sulla via Bechi ci permette di riacquistare la
visione verso il mare dietro la Torre spagnola, e sull’affaccio a est, dove il progetto prevede
un bastione vegetato e fiorito con sedute. Ci lasciamo dunque i tetti verdi sulla sinistra
mentre la strada pedonale si snoda tra rosmarini, mirti e cisti messi a dimora tra sedute
rivolte verso il panorama. Questa passeggiata vegetale ci accompagna fino al promotorio
dove la Torre spagnola offre una serie di percorsi naturalistici e didattici.
Per questa zona si è prevista una rinaturalizzazione con la vegetazione di macchia mediterranea
e l’uso di endemismi sardi, già presenti in loco. Per riqualificare i piccoli percorsi
tra la macchia si prevede di utilizzare le tecniche di ingegneria naturalistica e di creare un
percorso didattico per un giardino botanico naturale. Sul lato ovest della via Bechi una
grande porzione di terreno verrà vegetata con cisti in varietà e ginepri.
Zona di accesso alla Spiaggia Rena Bianca
Il percorso di accesso alla spiaggia è stato riqualificato attraverso una nuova disposizione
delle aree funzionali. Per le aree dei parcheggi sono state scelte delle alberature come le
acacie saligne e i carrubi, specie che resistono alle condizioni climatiche del luogo. I locali
di servizio sono coperti da un grande tetto verde vegetato con elicrisi, santoline e ginepri,
la copertura accompagna l’accesso alla spiaggia. Sull’altro lato lo schermo visivo tra il
percorso e le attività commerciali è costituito da una folta siepe di ginestre odorose, dalla stupenda fioritura tardo primaverile. La pergola annessa al bar è coperta da ipomee blu.
In questa zona - direttamente accessibile dall’ampia rampa che conduce alla spiaggia - è stata prevista un’area dedicata al gioco per i bambini; le alberature e gli arbusti per ombreggiare
il piccolo parco verranno scelte tra le specie di progetto. La rinaturalizzazione a macchia meditterranea dei terreni di questa zona diverrà strumento scenico per attutire la presenza dei vicini tessuti edilizi, implementando la percezione di ingresso nel non-costruito.