Centro di Salute Comunitaria (CSCOM)
Villaggio di Kani Gogouna, Comune rurale di Wadouba, Cercle de Bandiagara, Repubblica del Mali
La costruzione fa parte delle attività previste dal progetto di cooperazione promosso da Arquitectos Sin Fronteras España (ASF-E) in collaborazione con Actions de Promotion Humaine (APH), opera sociale della coordinazione di Caritas, operante nel Cercle di Bandiagara, Regione di Mopti nella Repubblica del Mali.
All’interno del sistema sanitario nazionale maliano i Centri di Salute Comunitaria (CSCOM) rappresentano il livello più basso delle strutture dedicate alla salute, occupandosi dell’attenzione sanitaria di base. La loro introduzione ha permesso di far passare la proporzione della popolazione con accesso ai servizi di assistenza minima dall’1% del 1990 al circa 40% del 1998. Secondo il sistema pubblico, ogni comune rurale o urbano dovrebbe disporre di una struttura simile.
Il CSCOM costruito a Kani Gogouna, un villaggio all’interno del Comune rurale di Wadouba, sull’altopiano Dogon, ha un’area di influenza estesa su 48 villaggi e 18 frazioni, interessando circa 25.000 abitanti.
Il centro sorge al limite del villaggio, in un terreno roccioso e in pendenza, circondato da terreni coltivati a miglio.
E’ costituito da tre blocchi principali: il dispensario, costituito da 3 moduli, la maternità, di 4, e la farmacia, di uno. Tutti e tre i blocchi si caratterizzano per un portico passante. Le diverse pendenze del terreno, le aree rocciose e gli sporadici alberi hanno determinato la posizione dei diversi elementi del complesso, articolati attorno a parterre circolari in pietra che ospitano nuove alberature e definiscono i percorsi.
Completano il centro, un blocco di latrine, un pozzo dotato di una pompa alimentata da pannelli solari, un serbatoio d’acqua e una fontana per la sua distribuzione.
Il sistema costruttivo é misto. Si approfitta della disponibilità di pietra per la realizzazione dei muri esterni risolvendo il problema della resistenza all’acqua degli intonaci esterni, mentre si utilizza la terra per quelli interni.
La copertura utilizza la tecnica della volta nubiana che evita l’uso di cemento, ferro, legno e casseri e che permette all’esterno la realizzazione di un tetto piano e all’interno condizioni termiche favorevoli.
Per la costruzione sono stati necessari più di 20.000 blocchi di pietra tagliata, altrettanti mattoni in terra per i muri interni e per le costruzione delle volte di copertura; tutto materiale prodotto dagli abitanti del comune di Wadouba.
Il centro è stato costruito durante le stagioni secche del 2009 e del 2010 in circa 8 mesi complessivi di cantiere.
Il processo ha visto la partecipazione diretta della popolazione ed ha richiesto la coordinazione di un lavoro comunitario a scala comunale, attraverso comitati di coordinamento, per ognuno dei 5 settori in cui il comune è suddiviso, che hanno organizzato la mano d’opera locale necessaria sia per la preparazione dei blocchi in pietra e terra, sia per il cantiere vero e proprio.
I progetti di ASF-E si realizzano normalmente senza l’intervento di imprese costruttrici, contrattando direttamente il personale nel mercato informale, appoggiandosi alla rete di artigiani locali e implicando il più possibile i beneficiari in ogni fase del processo.