L’intervento fa parte, insieme a “Cinder Rose House” e alla “Clay House”, di un’operazione di recupero di tre case all’interno del quartiere di Testaccio a Roma avvenute contemporaneamente.
In tutti e tre i casi si è cercato di mantenere la memoria dell’edificio sottolineandone alcuni aspetti peculiari evidenziati dal contrasto con alcuni elementi dal sapore del tutto moderno.
Inserti di pavimentazioni di recupero, grandi varchi colorati, cementine decorate si contrappongono alla perentorietà delle falegnamerie e della distribuzione interna della casa che apre in maniera pluridirezionale verso i vari ambienti e termina con una cucina che, per materiali e colori, si distingue dalla zona living quasi a diventare un giardino d’inverno, esterno alla casa.