L’oggetto di concorso è la riqualificazione della corte interna del Pavaglione; immenso quadriportico settecentesco che racchiudeva uno tra i più importanti mercati della seta delle Romagne e del nord Italia. Richiamando una celebre definizione di Michel Foucault, il Pavaglione si presenta come una sorta di eterotopia urbana, essendo uno spazio fortemente definito e connesso agli altri vuoti circostanti, ma al tempo stesso anche un “altrove straniante”, in grado di creare un corto circuito percettivo per lo sfasamento dei rapporti di scala all’interno del tessuto edilizio e per il peculiare carattere architettonico. La corte interna, definita dal recinto del quadriportico, è un vuoto a cui vengono riconosciute due qualità, che suggeriscono le linee guida del progetto: il carattere metafisico dello spazio e la sua potenziale flessibilità d’uso.
La corte interna viene pertanto trattata in modo unitario, pur articolando due ambiti funzionali, il giardino incantato e la piazza minerale: come nella tecnica del graffito un grande piano in granulato calcareo è inciso a ritrovare le tracce dei sedimenti della storia e a portarne di nuovi. Lo spazio aperto per le manifestazioni culturali (piazza minerale) e quello alberato (giardino) sono separati lungo l’antico asse del cardo della centuriazione romana; nuove increspature del piano creano ambienti morbidi adatti al relax e al tempo libero all’ombra degli alberi; una costellazione di sedute monolitiche - disposte a creare microambientazioni - anima la piazza; infine una pedana performabile per eventi costituisce il ready-made dada che completa la composizione.
Questo insieme di tracce - contemporanee oppure mutuate dalla storia - scompare nella notte e lascia il posto a surreali presenze luminose che emergono nella nebbia in omaggio al lavoro di Ghirri lungo la via Emilia. Le incisioni nel piano diventano segni luminescenti che si confrontano con le luci puntuali delle grandi luminarie, moltiplicate dagli elementi catarifrangenti a terra o rarefatte nel cielo della bassa padana, secondo la lezione del Profilo delle nuvole.