Biblioteca di Coslada
Il progetto prevede la costruzione della nuova biblioteca pubblica di Coslada, cittadina che si trova nella periferia di Madrid, nei pressi dell’aeroporto.
La scarsa superficie del lotto e la densità del programma funzionale limitano la scelta volumetrica ad un edificio compatto che occupa interamente l’estensione del terreno.
Il volume, dal punto di vista dell’organizzazione interna, si compone di due fasce longitudinali ben evidenti: una dinamica e l’altra statica. Questi due ambiti dividono nettamente la pianta dell’edificio aiutando a conferire un’opportuna gerarchia e struttura alle differenti funzioni, alle circolazioni ed a una serie di fattori determinanti quali illuminazione, acustica, condizioni termiche e privacy.
La fascia “dinamica” costituisce la parte sud dell’edificio: con una profonditá di 7,5 metri lo percorre da est ad ovest dando spazio a tutte le funzioni “vitali” della biblioteca. In questa zona si trovano le circolazioni verticali, i punti di attenzione al pubblico, gli uffici, i magazzini e le zone dove si conservano i libri. Tutta questa zona è caratterizzata dall’apertura di picole corti interne che tagliano verticalmente l’edificio creando spazi a doppia e tripla altezza che permettono di avere una gradevole permeabilità visiva da qualsiasi punto dell’edificio.
Quest’area funziona come un “filtro selettivo”, serve per nascondere alla vista aree di servizio e ambienti più riservati ed allo stesso tempo, grazie alle fenditure verticali, permette un contatto diretto con l’esterno e garantisce un controllo continuo dell’illuminazione e della qualità acustica della zona di lettura.
Quest’ultima corrisponde alla fascia “statica”, la zona nord dell’edificio, più ampia e spaziosa rispetto alla precedente. La scelta di ubicare le sale di lettura in questa posizione è dovuta a molteplici ragioni tra le quali le condizioni di illuminazione ed acustica più appropriate oltre alla possibilità di avere viste migliori verso l’esterno grazie all’altezza e alla lontananza degli edificati che si trovano in questo lato dell’edificio.
Questa zona è studiata come un unico spazio diafano che permette la massima flessibilità in previsione di futuri cambi distributivi e funzionali. Questa caratteristica è resa possibile grazie ad un sistema strutturale che si compone di due elementi: un nucleo strutturale formato da setti di cemento che si nascondono nell’area tecnica (la fascia dinamica) e una struttura orizzontale modulare che permette una campata ridotta al fine di non avere pilastri in nessun punto della sala.
Il disegno delle facciate risponde alle funzioni alle quali ciascuna corrisponde.
Il lato sud, dovendo funzionare come un filtro, è composto da una maglia metallica con differenti densità secondo le necessità di illuminazione di ogni zona.
Le altre facciate sono caratterizzate da una combinazione apparentemente aleatoria di pannelli di legno e moduli trasparenti, in realtà un sistema modulare che permette di cambiare facilmente le varie componenti per adattarsi ai cambi d’uso interni.
Dal punto di vista della sostenibilità, il progetto si può definire un intervento nel completo rispetto del medio ambiente grazie ai materiali scelti, all’orientamento dell’edificio e all’uso di sistemi attivi e passivi per il controllo delle condizioni termiche e ambientali. Il progetto, infatti, oltre a prevedere facciate che garantiscano una adeguata protezione solare, e a collocare varie corti interne per migliorare il microclima interno all’edificio, prevede anche l’uso di pannelli solari e fotovoltaici per la produzione di acqua calda e di un serbatoio per il riuso delle acque piovane.