Diga Foranea
Il Principio Insediativo
L’operazione di riqualificazione della diga foranea non può che partire dal potenziamento della stessa e della sua funzione di protezione del Porto.
Il progetto proposto si colloca immediatamente alle spalle della massicciata di scogli attualmente presente e occupa lo spazio tra la essa e i campi di mitili interni al Golfo.
La decisione di non coprire la massicciata esistente ma di affiancarsi ad essa è stata presa per evitare che si perdesse l’immagine storica della diga alla quale la cittadinanza è fortemente legata.
La struttura progettata consiste di una lunga passeggiata di due chilometri e duecento metri, realizzata su di una piattaforma galleggiante che puntualmente attraverso dei pilastri si appoggia e si ancora al fondo marino. Questo permette di evitare riempimenti di terreno riducendo l’impatto dell’infrastruttura sull’ambiente.
Inoltre, alcune porzioni della struttura sono chiatte galleggianti a tutti gli effetti e possono essere rimorchiate nei centri costieri del Golfo per “svernare”, e non rimanere così inutilizzate per un lungo periodo dell’anno.
Le “chiatte” contengono le attrezzature sportive e commerciali, cioè tutte quelle strutture che hanno bisogno di una manutezione maggiore e che potrebbero rovinarsi durante la stagione invernale quando la diga viene sommersa dalle mareggiate.
Al di fuori della diga, invece, si distendono i lunghi cilindri galleggianti della “wave farm”, una centrale elettrica che sfrutta il moto ondoso per produrre energia. Questa struttura, che descriveremo in seguito, è ancorata al fondo e collegata agli accumulatori elettrici della diga tramite cavi subacquei in modo da consentire comunque la navigazione lungo il lato esterno della diga.
La collocazione della “fattoria di onde” tra le due “fattorie di mitili” esterne alla diga fa sì che essa vada ad occupare quella che era già una “zona d’ombra” per la navigazione. I cilindri per la produzione di energia, inoltre, funzionano secondo un principio esclusivamente meccanico e non portano alcun danno o inquinamento alla miticoltura.
La Passeggiata
La lunga passeggiata, che costituisce la struttura fissa del progetto, è affiancata da una pista ciclabile a due corsie di marcia che permette di spostarsi velocemente lungo la diga, utilizzando tre stazioni di bike-sharing installate presso i tre approdi previsti, di cui due agli estremi della diga stessa.
I duemiladuecento metri della passeggiata sono scanditi da undici bandelle luminose numerate, una ogni duecento metri, che servono a chi si muove sulla diga per orientarsi, per avere indicazioni o per darsi appuntamento. Ma queste bandelle, alte quindici metri, sono visibili di notte fino dalla passeggiata Morin, costituendo un segno di riconoscibilità della nuova diga su scala territoriale.
Questa illuminazione notturna, oltre a svolgere una funzione segnaletica e di sicurezza per chi la costeggia via mare, ricorda a tutti coloro che si muovono nel Golfo che la diga foranea è a tutti gli effetti una infrastruttura abitata.
Collegando via battello le due estremità della diga con Lerici, Portovenere, il Molo Italia e l’area del Muggiano (dove prevediamo di realizzare un nuovo parcheggio di interscambio), all’interno di una serie di fermate intermedie già in funzione nella stagione turistica, si va a costituire un sistema di passeggiate e lungomari dall’altissimo valore paesaggistico che permetterebbero nella bella stagione di percorrere il Golfo come si trattasse di un sistema circolare, senza più una direzione obbligata come accade invece oggi.
Una infrastruttura stagionale
L’idea di collocare la maggior parte delle strutture di servizio al commercio ed al turismo della diga su piattaforme galleggianti mobili nasce da due esigenze concrete: la necessità di lasciare sulla diga, nella stagione invernale, solo strutture resistenti e poco deperibili, disposte anche ad essere sommerse dalle mareggiate, e la volontà di non costruire una struttura a “mezzo servizio”, utilizzabile solo durante la stagione turistica.
Da qui l’idea che il ristorante della diga, così come i campi da tennis, gli spazi verdi, i palchi o le tribune, possano diventare un servizio ai cittadini dei centri costieri del Golfo durante la stagione di chiusura della diga ed essere quindi trasportati tramite rimorchiatori ed ormeggiate nei porti di Lerici, Portovenere, Le Grazie o San Terenzo.
Questo tipo di logica può essere applicata anche agli eventi speciali che animano il Golfo, per cui le gradinate potrebbero essere utilizzate durante il Palio del Golfo, oppure il palco per gli spettacoli potrebbe ospitare un concerto nel porto di Lerici per la festa di Sant’Erasmo.
La possibilità di mantenere aperto un esercizio commerciale anche durante la stagione invernale dovrebbe incoraggiare la risposta ai bandi di gara per la gestione di questi esercizi, dando al commerciante una possibilità in più.