Ponte sul fiume Arno a Figline Valdarno
...passeggiare lungo le rive, “capire” il luogo, sentirne l’aria, ammirare la natura, veder scorrere l’acqua……. guardare respirare il fiume Arno.
Ponte ecologico
come “centrare” la rapidità di un percorso meccanico che sfreccia nel traffico, veloce e continuo, con la necessità della calma, del tempo ritrovato, della vita a misura di passi umani? Su queste due opposte vocazioni-necessità è impostata la progettazione che prevede due percorsi, sì paralleli ma “spostati” di piano.
Le sezioni di percorrenza sono poste su due quote differenziate. La prima,veicolare, è impostata a +130,80m s.l.m., circa 3 mt più in alto rispetto alla seconda, a quota +127,10 s.l.m., ciclabile-pedonale.
Due travi strutturali, IPE2100, “portano” la sede stradale riservata ai veicoli: la sezione estradossata impedisce ai fumi e ai gas di scarico di scendere verso il percorso pedonale-ciclabile, posizionato più in basso.
Tale percorso collega la passeggiata su via Argini Arno con la sponda opposta, parallela all’autostrada, appoggiandosi alle quote altimetriche del territorio naturale .
Ponte ad energia pulita
un ulteriore importante aspetto del progetto è la volontà di rendere questa struttura totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico. Si ipotizza di risolvere questa esigenza attraverso un sistema di piastrelle o pannelli fotovoltaici posti sulla schiena dei piloni di sostegno del ponte.
Ponte “urbano”
il ponte non è concepito come puro attraversamento e collegamento di due luoghi. La sua precipua localizzazione e la sua centralità rispetto ai due nuclei urbani, quello di Figline Valdarno e quello di Matassino, ha “costruito” un ponte fortemente caratterizzato per forma e materiali, con una valenza architettonica, “poggiato” su piloni quasi a “riecheggiare” un’architettura militare, un ponte di barche, un struttura fortificata caratteristica del territorio toscano.
Ponte come luogo di incontro
l’avvicendarsi delle stagioni muta la fisicità del luogo che per molti mesi viene vissuto dalla popolazione anche nell’alveo del fiume, non solo come luogo di passeggiate, di svago e relax, ma anche come luogo di aggregazione. Il progetto, quindi, stabilisce una forte relazione ambientale e funzionale suggerendo l’uso delle rive e delle secche come porzione di un parco urbano che si aggrega attorno al nuovo ponte.
Relazione tecnica: Fondazioni del pilone: Le fondazioni, da definire in maniera più accurata in base alla relazione geologica, si suppone siano realizzate mediante pali ai quali è ancorata una piastra in c.a. che funge base per impostare, a sua volta, una cassaforma a perdere realizzata muratura di mattoni pieni spessa sessanta cm.
Piloni: E’ costruito come una sorta di muro a sacco romano dove all’interno del “sacco” alloggia un pilone in c.a.. Oltre a tale elemento strutturale il resto del pilone, essendo cavo, è utilizzato come contenitore per la terra di riporto degli scavi. Un pilone dei cinque, e precisamente il secondo a partire dalla riva sinistra, utilizza la sua cavità come cisterna. La cisterna è costituita, oltre che dal muro esterno in mattoni pieni da uno interno, di altri sessanta cm in c.a., con funzione di contenimento dell’acqua.
La grande cisterna serve per accumulare l’acqua piovana e ridistribuirla nei campi come acqua irrigua.
Il pilone raggiunge una altezza massima di 15 mt. per consentire il rispetto del franco minimo, come indicato nel materiale fornitoci.Da notare che per rispettare il franco minimo, nella soluzione da noi adottata con sdoppiamento delle carreggiate,l’altezza totale necessaria risulta essere, appunto, 15mt.
La larghezza del pilone è, nel punto massimo, di 6,60mt, rastremando verso gli estremi al fine di ottenere un profilo che consentisse un ottimale rapporto fluidodinamico.
Per arrivare nelle secche all’ultimo pilone da sinistra è stata introdotta una scala interna che consente di raggiungere l’alveo del fiume e di fruire delle sistemazioni alluvionali studiate.
Carreggiata veicolare: E’ costituita da travi in acciaio saldate fuori opera profilo IPE 2100 e lunghezza 16,5mt. Tali travi vanno successivamente accoppiate in cantiere al fine di coprire una luce di 33mt per ciascuna campata.
Le travi saranno poste in opera mediante il consolidato metodo dello scorrimento bilaterale e rese solidali mediante bullonatura.
Tra le travi verrà tessuto un impalcato piano a travetti IPE400 e lamiera grecata h=100mm sulla quale verra successivamente gettato il massetto di pendenza e ripartizione dei carichi ed in fine posto in opera il manto stradale in asfalto impermeabile e fonoassorbente.
Ai lati della carreggiata saranno posti dei canali di raccolta delle acque che serviranno a sfruttare come superfice di raccolta l’area della carreggiata stessa andando a riempire la cisterna stessa.
Pista pedonale-ciclabile: Utilizza staticamente lo stesso principio della carreggiata superiore due travi laterali e un impalcato piano tra le due che va a costituire la superfice calpestabile. La luce logicamente è la stessa (L=33mt) delle travi superiori, ciò che è ridotto è il carico che tali travi devono sopportare il che ci consente un dimensionamento delle stesse più contenuto, IPE 1200.
Tra le travi verrà tessuto un impalcato piano a travetti IPE100 e lamiera grecata h=80mm sulla quale verra’ successivamente gettato il massetto di pendenza e ripartizione dei carichi ed in fine posta in opera la pavimentazione in legno teck invecchiato di colore grigio.
Il passaggio della “promenade” all’interno dei piloni viene aggettivato, nel secondo pilone da sinistra, dalla presenza di una piccola scala in c.a. che consente di affacciarsi dalla prua.
Sistemazioni topografiche: Nei percorsi attualmente presenti nel lungofiume sono previste sistemazioni di carattere topografico che portino, tramite una lieve pendenza, la quota dei percorsi stessi ad una altezza sufficiente per imboccare, senza scale o barriere architettoniche, la pista pedonale - ciclabile sopraelevata.
Si sottolinea che il terreno per realizzare tale sistemazione è quello di riporto dagli scavi di fondazione, il che consente anche di abbattere i costi di trasporto in discarica della terra in eccesso.