Bar ad Oleggio
Negli anni ‘80 l’architetto giapponese Hajime Miyajima progettò, su incarico di un committente privato, un giardino pubblico di 3 ettari ad Oleggio, Comune di 13.000 abitanti in provincia di Novara. La proprietà aveva infatti deciso di stipulare una convenzione con il Comune e di trasformare l’intera area in una struttura pubblica per i bambini di Oleggio e per i loro genitori.
Un piccolo padiglione in muratura, che doveva funzionare come chiosco per la vendita di snacks e bevande, era stato costruito dalla proprietà in prossimità dell’ingresso principale, non lontano dalla strada di accesso.
25 anni più tardi - allo scadere della convenzione - l’edificio ed il giardino, di fatto abbandonati dalle istituzioni al proprio destino, si trovavano in condizioni di totale degrado. Per questo motivo nel 2009 la proprietà decide di trovare un nuovo accordo con il Comune per rivitalizzare il giardino realizzando una nuova recinzione in grado di rendere più sicura l’area ed ampliando il padiglione in modo da renderlo adatto ad ospitare un bar/cafeteria a servizio dei cittadini.
Il progetto è l’inserimento di una struttura completamente nuova e termicamente isolata all’interno del vecchio padiglione. La struttura occupa lo spazio definito dalla copertura piana esistente, si accosta ai muri perimetrali che chiudono sul lato della strada, arretra e prende le distanze dai pilastri collocati verso il parco, si appropria dei due volumi chiusi di servizio e si proietta verso l’esterno su di un lato ampliando lo spazio interno.
Il perimetro del nuovo edificio è così definito da nuova facciata quasi completamente vetrata, orientata verso il giardino, articolata e modulata a partire dal manufatto esistente che la ospita. Questo grande serramento continuo in legno e vetro prosegue oltre la vecchia copertura e definisce un ambiente completamente trasparente, una sorta di veranda rettangolare proiettata verso l’esterno e protetta da un nuovo tetto piano aggettante.
L’inserimento della costruzione - dentro, sotto e di fianco al padiglione - definisce uno spazio ‘interno’ completamente nuovo e trasforma la struttura esistente ma non ne stravolge l’organizzazione in pianta. L’impianto a due ali disposte ad angolo retto e separate da un asse ruotato di 45° sul quale sono collocati l’ingresso dalla strada e quello dal parco, resta immutato. I due prospetti principali vengono ri-disegnati per rispondere alla diversa articolazione dello spazio interno, ma il loro rapporto con lo spazio esterno - chiusura e protezione verso Nord, apertura e trasparenza verso Sud - non cambia.
La parete principale interna, che funziona come uno sfondo quando si raggiunge il bar arrivando dal parco, è una grande lavagna nera sulla quale è possibile disegnare, comunicare i piatti del giorno o lasciare messaggi, una grande superficie disponibile a trasformazioni continue. La prima illustrazione, opera dello stesso architetto, riproduce i pini presenti dietro allo stesso muro nero sul quale sono disegnati. Tutte le altre superfici interne, ad
eccezione del soffitto e del grande serramento verso il parco, sono rivestite in legno d’acero naturale con una tessitura più fitta nel parquet industriale del pavimento e più omogenea nel rivestimento a doghe larghe delle pareti verticali.
Il nuovo soffitto, realizzato con lastre di cartongesso microforate e doghe fonoassorbenti in MDF, è caratterizzato dal contrasto tra i materiali anonimi utilizzati e la precisione del disegno secondo il quale sono posati. La superficie orizzontale che si articola sopra lo spazio interno del locale è infatti progettata per organizzare, contenere e dove possibile nascondere una moltitudine di elementi tecnici troppo scomodi ed ingombranti, oppure troppo numerosi, rumorosi, noiosi: le macchine, le tubazioni, i termostati e le griglie degli impianti termici, i corpi illuminanti, gli speakers per la musica diffusa e dal vivo, un telo ed un proiettore, i rilevatori di movimento.
Tutti gli arredi fissi sono stati disegnati e realizzati in legno di rovere e lamiera di ferro mentre gli arredi mobili sono stati individuati sul mercato dopo accurate ricerche, sulle pareti interne sono esposte periodicamente opere della collezione privata della proprietà.
Il locale, che ha aperto nel 2011, ospita regolarmente eventi, concerti e proiezioni di film.