La montagna rappresenta una costante nella mia vita. Sin da piccolo ho trascorso innumerevoli vacanze sulle alpi, in estate e in inverno, e le escursioni sui sentieri e sui principali percorsi intervallivi sono sempre un vivo ricordo
Ho così avuto modo di vivere in prima persona molteplici bivacchi, come meta da raggiungere o come tappa intermedia dopo ore di cammino. Le loro forme, colori e posizioni mi hanno sempre affascinato incuriosito.
Nei miei studi ho constatato che il tema del bivacco e dell’abitare minimo è sempre stato fondamentale per la sperimentazione architettonica. I grandi maestri come Le Corbusier (cabanon) e Charlotte Perriand (refuge Tonneau) ci hanno lasciato grandi esempi di abitare minimo nel territorio montano.
Oggi questi temi ritornano contemporanei e si arricchiscono grazie a nuove contaminazioni. Il rapporto uomo – ambiente – territorio deve essere ripensato anche in funzione della sostenibilità, responsabilità e sobrietà.
Il progetto abitare minimo nelle alpi si fonda sui due principi cardine: interazione con l’ambiente circostante ed identità con il luogo. Questi due principi possono essere sintetizzati con la la frase SITE SPECIFIC. in quest'ottica il progetto non è fatto per un unico luogo determinato ma per un contesto specifico, ovvero le alpi oltre i 2500 metri.
L’edificio presenta una forma compatta, il rapporto con la montagna è evidente e dichiarato. I prospetti riproducono i profili variegati delle montagne del gruppo dell’Adamello. L’edificio tende ad imitare una geometria naturale, si pone come una propaggine del terreno e varia la sua sezione affusolandosi.
L’involucro è monomaterico, composto da metallo grigio scuro, le uniche eccezioni al grande blocco compatto sono date dalle grandi superfici di vetri che suggeriscono il principale orientamento dell’edificio. Queste ultime non svolgono la funzione di finestre, ma rappresentano in realtà il sistema di riscaldamento dell’edificio. Quando l’edificio viene posato sul sito, il sole che lo irraggia, filtra attraverso i vetri e scalda una grande massa di accumulo termico che a sua volta cede calore alla cellula interna. Questo sistema chiamato muro di Trombe diventa da semplice ed efficace generatore di calore l’elemento che caratterizza tutto il sistema dell’edificio. Il bivacco ha base quadrata e vi si accede da una porta di ingresso che può essere aperta interamente oppure divisa in due nel caso si voglia generare un’areazione del locale interno oppure per accedere al bivacco nel caso di forti nevicate esterne. Superata la porta di ingresso si accede ad un piccolo disimpegno che distribuisce l’ingresso al bagno e l’ingresso al bivacco vero e proprio. In questo spazio si trova una scaffalatura per riporre gli scarponi e li zaini. Dal disimpegno compresso, con un’altezza di 215 cm, si accede alla sala con i letti e con la zona living che con una altezza di 380 cm da un senso di apertura e di tensione verso la finestra zenitale che è fulcro di tutta l’organizzazione dell’interno.
Sono stati disegnati 7/8 posti letto organizzati sul lati interni dell’edificio e una piccola zona living a scomparsa che si ottiene da grandi pannelli nascosti a filo nel muro.
Gli interni del bivacco sono costruiti interamente in legno naturale chiaro che danno un’immagine complementare all’involucro metallico esterno ad eccezione del piccolo bagno, il cui rivestimento in metallo ne garantisce una maggiore igienicità.