Private house in Rome
Il progetto consiste nella ristrutturazione di un appartamento di circa 250 mq ubicato al piano nobile di un palazzo di fine ‘800 del centro storico di Roma, originariamente occupato dalla borghesia impiegatizia.
La posizione sul colle del palazzo, rispetto agli isolati circostanti ed il triplice affaccio danno vita ad ambienti inondati di luce che, variando con il susseguirsi delle stagioni, genera scenari sempre diversi.
ll layout originale era composto da singoli ambienti delimitati da murature portanti di notevole spessore e comunicanti tra di loro attraverso aperture di larghezza e altezza ridotta, la sensazione percepita era di essere chiusi in un labirinto, con l’impossibilità di cogliere l’importante spazialità degli ambienti e la loro luminosità.
La nuova distribuzione della casa è stata improntata sulle richieste del cliente: il feng shui, antica arte geomantica taoista della Cina, la realizzazione di un vestibolo che costituisse un filtro tra il mondo esterno e quello domestico, una planimetria più aperta e di rappresentanza nelle aree destinate al pranzo e alla convivialità, una zona notte padronale che comprendesse, oltre alla camera da letto, tutti gli ambienti accessori necessari alle abitudini di vita dei proprietari, una zona dedicata ai bambini, intesa non solo come camera da letto, ma come ambiente in cui studiare e giocare, la realizzazione di mobili adatti al contenimento di un vasto guardaroba, facilmente accessibili al fine di consentire una rapida individuazione degli oggetti.
La demolizione di molte partizioni esistenti e la creazione di nuove connessioni tra gli ambienti, hanno consentito la realizzazione di uno spazio maggiormente fluido.
Le masse murarie portanti, che costituiscono la maggior delle pareti, sono state tagliate realizzando portali la cui limitata larghezza è stata determinata dalle normative vigenti, ma è proprio la loro proporzione tra larghezza ed altezza che ha dato maggiore slancio verticale e luminosità a questi ambienti alti 4,50 metri.
La luce naturale raggiunge zone prima completamente buie, come il lungo corridoio distributivo proiettato sulla grande spazialità degli ambienti dedicati al soggiorno, al pranzo, alla musica ed alla convivialità.
La realizzazione di arredi che integrano tramezzi e murature portanti, ma che sono al tempo stesso contenitori integrati, genera un senso di continuità dello spazio, enfatizzato dall’utilizzo di materiali come la pelle bianca declinata nella realizzazione di elementi dalle diverse funzioni: nell’area living la parete contenitore degli apparati audio video costituisce il diaframma con la sala musica, nel vestibolo la boiserie genera un filtro tra esterno ed interno, nel corridoio si evolve in armadio, nella camera padronale contiene le porte scorrevoli di accesso a cabina armadio e sala trucco.
Gli ambienti sono luminosi e monocromatici, il pavimento in legno laccato e le superfici di colore bianco sono dominanti sugli arredi che sembrano sospesi nello spazio, la maggior parte realizzati a disegno e rivestiti con superfici riflettenti, come il mobile contenitore basso del salone in cristallo diamantato colore testa di moro o la serie di consolle utilizzate a diverse scale a seconda della funzione e declinate in colori diversi: cristallo rosso per il vestibolo, specchio ambra per la sala trucco, lacca bianco lucida per la camera padronale, questi elementi sono integrati con alcuni arredi di produzione industriale: il divano capitonné Must in pelle color tortora ed i tavoli e tavolini Bourbon in specchio ambra di Longhi, le sinuose sedie Venere di Bonaldo, le chaise loungue Hockney fluide come la musica del pianoforte, e le scultoree poltrone Capri di Minotti.
La zona notte padronale è eterea, la camera completamente bianca è inondata di luce al mattino, la boiserie rivestita in pelle, diventa una macro testata per il letto a baldacchino Alcova di Maxalto, la cabina armadio è concepita come le biblioteche dei palazzi antichi: un ballatoio consente l’accesso alle armadiature superiori, i gradini con sezione aerodinamica, illuminati da LED, sono racchiusi tra parapetti sottili come fogli realizzati con lamiere intagliate, una sorta di merletto contemporaneo realizzato con il taglio laser.
La sala trucco è l’unico ambiente dove il colore è stato utilizzato sulle pareti per enfatizzare la teatralità di un ambiente la cui funzione è la cura della persona, il colore tortora domina nelle pareti trattate con la pittura decorativa di Cebos, gli arredi realizzati con rivestimento in specchio color ambra generano un caleidoscopio di immagini mutevoli, l’ambiente si specchia sugli oggetti, lampade a sospensione con canne di cristallo della serie Diadema di Vistosi enfatizzano la morbidezza dell’atmosfera.
Il bagno padronale scrigno rivestito in mosaico vetroso Bisazza con decoro Heart new white e pavimentato con grandi lastre di marmo Sivec, l’esile consolle laccata lucida, con i lavabi in appoggio, ha una forma leggiadra, morbida, la raffinatezza dell’ambiente è amplificata dall’elegante specchio illuminato dalle canne di cristallo delle lampade Diadema, una grande doccia tonda con cromoterapia è stata ricavata nella vecchia scala a chiocciola di servizio del palazzo.
Nel bagno degli ospiti il lavandino Piper di Antonio Lupi sembra sospeso nello spazio, le superfici lucide nere della cornice dello specchio e del mobile scompaiono assorbite dal mosaico con decoro Heart new black delle pareti.
Il vestibolo, filtro tra pubblico e privato, ed intenzionalmente diverso dagli ambienti minimalisti e puri della casa accoglie ospiti e abitanti teatralmente, in un involucro rivestito in pelle bianca con un pavimento concepito come un tappeto in marmo black absolute con decoro a disegno in marmo bianco Sivec dominano lo spazio la cascata di canne in vetro del lampadario Diadema di Vistosi ed il divano in velluto rosso capitonnè trasgressivo nelle sue proporzioni contemporanee.