La Galleria Dei Libri
Nel film Paisà (1946) di Roberto Rossellini il Corridoio Vasariano è capace di tenere insieme, come un filo vitale sopravvissuto ai bombardamenti, i monumenti e i luoghi di Firenze costruiti in epoche diverse, in uno stato quasi sovratemporale.
Le sequenze ci mostrano la corsa dei protagonisti dentro la Galleria, attraverso la città coperta di macerie e ricucita dalle viste sui monumenti, da Ponte Vecchio alla Cupola.
Il tema tipologico del Corridoio, inteso come Galleria urbana, trova così nel carattere di Firenze, anche nei suoi momenti estremi, una prepotente e insieme sottile conferma.
Il sistema insediativo posto a tema del concorso, appoggiato al fulcro gravitazionale della Rotonda brunelleschiana, è variamente sfrangiato tra gli antichi chiostri e le aggiunte successive tra cui, in primo luogo, lIstituto di Costruzioni, affacciato sulla Piazza, e laddizione fagnoniana, posta sullestremità posteriore adiacente alla Via degli Alfani.
Il progetto presentato propone la costruzione, in luogo dellattuale Istituto di Costruzioni, di un corpo di fabbrica parallelo alla manica esistente tale da realizzare un sistema di sosta e di accoglienza configurabile come accesso alla Biblioteca.
Il nuovo edificio appare come scavato al suo interno nel lato rivolto verso la Piazza e la Rotonda del Brunelleschi: uno spazio freddo, quasi una strada interna o Galleria, su cui si affacciano e da cui si scorgono gli scaffali dei libri.
La Biblioteca è quindi visibile dalla Piazza e vi appare, protendendosi verso di essa, accogliendola.
Il progetto della Piazza è, in tal modo, risolto dallarchitettura stessa delledificio che oltre a introdurre, attraverso la Galleria dei libri, al sistema bibliotecario, sviluppato sui successivi antichi chiostri e sul pozzo librario, consente di ricavare un vuoto importante fra le due maniche che si protendono (la esistente e la nuova) quale importante spazio di relazione.
La Galleria dei libri collega, in questo caso, non tanto dei luoghi chiusi, ma uno spazio aperto urbano, la piazza, e un sistema chiuso e complesso, i chiostri e le aggiunte.
La facciata sulla Piazza della nuova manica è in tal senso, un vuoto, quasi una sezione, a rivelare la propria interiorità preziosa e a disporsi nel senso dellinvito a percorrere lo spazio.
Le dimensioni del corpo di fabbrica e quindi della testata rivolta verso la piazza, in Pietra forte di Firenze, sono esattamente identiche a quelle della manica esistente e parallela.
Lapertura si contrappone alla chiusura, il vuoto accessibile al chiuso.
Medium spaziale, il nuovo corpo è la chiave, anche distributiva, per la comprensione del sistema successivo, restaurato, ristrutturato e integrato.