Si tratta della realizzazione di una sala polifunzionale per 194 spettatori che, completa di pedana per piccole rappresentazioni musicali e di soppalco per eventuali proiezioni cinematografiche è stata ricavata in un edificio che, costruito nei primi anni del secolo, sorge in prossimità del duomo di Palmanova.
Circa il carattere architettonico, il registro della semplicità dei segni e del rispetto del fabbricato originario ha informato le varie fasi dell'opera. Si è dato corso, infatti, alla demolizione degli edifici impropri che nel tempo si erano addossati a quello principale e ne avevano corrotto la linearità, si è provveduto alla formazione di un volume elementare che, articolato su di un unico livello, ha preso corpo nel cortile che si allunga verso la chiesa, è stata ricostruita la quinta muraria su via Scamozzi in modo da conservare la memoria consolidata dell'ambiente urbano, si è preferito il restauro conservativo della ciminiera in mattoni in ricordo del preesistente opificio e, infine, è stata ricomposta la facciata che, realizzata in corrispondenza dell'attuale vano scale durante gli anni '60, aveva modificato in maniera imperativa l'aspetto architettonico del fabbricato.
All'interno, la sala, leggermente inclinata per migliorare la visuale e l'ascolto degli spettatori, è stata rivestita, nelle porzioni opache, con un semplice paramento di mattoni rosati ed è stata parzialmente controsoffittata con un pannello leggermente curvato realizzato in lamiera di rame stabilizzato.
La pavimentazione in listelli di legno di rovere per l'atrio di ingresso e per la sala, quella di legno di pioppo per le pedane e l'esatta ricostruzione dei serramenti in ferro e vetro trasparente e colorato, hanno completato le lavorazioni più significative.