L’idea progettuale di base è stata quella di interrare buona parte della nuova cantina richiamando le strutture ipogee delle vicine necropoli etrusche demolendo le volumetrie preesistenti, capannoni di scarso valore architettonico, con la sola esclusione della casa colonica. Il progetto nasce in simbiosi con la famiglia Antinori che desiderava un edificio che superasse il modello architettonico tipico dei padiglioni industriali.
Per la “Fabbrica del vino” è stato elaborato uno spazio di forma circolare, in gran parte interrata, per coniugare l’architettura con il ciclo produttivo della vinificazione.
Ecco che l’esigenze funzionali, i flussi e le movimentazione dei prodotti durante le fasi della lavorazione si traducono in forme e spazi pensati. Gli accessi e le aperture necessarie all’ aerazione ed illuminazione naturale sono state ricavate apportando dei tagli laterali localizzati lungo le direttrici degli assi cardinali. Ne è scaturita una forma cilindrica a pianta centrale con pilastrature poste radialmente, con copertura a cupola ribassata che copre tre piani contenenti tutte la varie fasi del ciclo produttivo del vino, dalla raccolta dell’uva alla fermentazione, dallo stoccaggio fino all’invecchiamento in barriques nel piano più basso.
Un volume di 31.000 mc. ed una superficie utile di 4.700 mq.
Il fulcro della cantina, connessione verticale di tutte le funzioni, è costituito da una scala in acciaio e legno di forma elicoidale che si snoda nel pozzo centrale di luce e mette in comunicazione funzionale e visiva tutti i piani dell’edificio.
Il ciclo produttivo enologico segue la linea di caduta naturale dall’alto verso il basso con l’arrivo delle uve nella parte superiore, fino alla partenza del prodotto finito nella parte inferiore. La luce, un fattore determinante nell’architettura della cantina, viene sapientemente dosata attraverso dei tagli laterali e impreziosita dalla lanterna al centro della cupola. Al cilindro di base si aggregano spazi accessori, interni ed esterni, necessari al ciclo produttivo della cantina: uffici, servizi, collegamenti verticali, spazi di accoglienza di clienti e visitatori, oltre a vani tecnici, magazzini ed al piazzale di arrivo e partenza dei prodotti. Vengono così sovrapposti, in sequenza discendente, gli spazi per l’ammostatura, le tinaie per la fermentazione, le cantine di lavorazione e, nel sottosuolo, gli spazi per la conservazione e l'invecchiamento in barrique e in vetro, direttamente collegati al piazzale spedizioni.
Esternamente la copertura è fornita di un pacchetto per verde pensile, piantumato con essenze arbustive tipiche dell’ambiente mediterraneo che consentono un efficace inserimento ambientale e paesaggistico dell’edificio. Tale sistemazione a verde oltre ad implementare l’isolamento termico avrà la funzione di creare una temperatura interna costante fondamentale per il buon svolgimento del ciclo produttivo.
Particolare attenzione è stata data all’inserimento ambientale e paesaggistico della cantina, sia dell’edificio che delle aree che lo circondano. Il viale di accesso, realizzato con massicciata di pietra locale, è orlato da un doppio filare di pini domestici e si congiunge delicatamente all’esistente strada ” bianca” tipica del paesaggio rurale maremmano. Allo stesso modo, le aree e i viali interni sono contornati da lecci, sughere, corbezzoli e mortella tutte essenze autoctone che facilitano l’inserimento del costruito nell’ambiente naturale.
L’area rurale non è servita da pubblica fognatura è stato pertanto deciso di articolare l’impianto di depurazione su sistemi di trattamenti primari seguiti dalla fitodepurzione.