Restauro E Sviluppo Dell'orto Botanico Di Padova
IL CONCETTO BOTANICO
Il progetto di sviluppo dellorto botanico nellarea di nuova acquisizione nasce dal quesito di quale debba essere lidea fondante di un orto botanico del XXI secolo. Unidea che ci è sembrata valida è quella della rappresentazione della biodiversità vegetale presente sul nostro pianeta e dellinterpretazione dei fenomeni che la determinano.
Le piante crescono anche negli ambienti più estremi, tuttavia non sono distribuite casualmente sulla superficie terrestre, ma piuttosto a seconda delle diverse esigenze ecologiche di ogni specie. Il nostro pianeta, daltra parte è caratterizzato da una molteplicità di condizioni ambientali determinata dallinterazione di diverse categorie di fattori (fattori climatici, edafici, biotici).
Specie con esigenze ecologiche simili nei riguardi dei fattori ambientali tendono ad aggregarsi tra loro costituendo formazioni vegetali, riconoscibili in base a caratteri floristici e strutturali che sono loro propri.
A piccola scala, tali formazioni vegetali si identificano con i principali biomi terrestri, la cui estensione e distribuzione è determinata dalle diverse condizioni climatiche (temperature e precipitazioni) che caratterizzano il nostro pianeta. I biomi possono dunque rappresentare un valido schema di riferimento per un primo approccio alla descrizione della diversità della copertura vegetale presente sulla terra.
Così come il globo terrestre è suddiviso in regioni climatiche, orientate allincirca come i paralleli terrestri, così larea di progetto è stata suddivisa in aree tra loro parallele, disposte in direzione est-ovest, a richiamare la disposizione dei biomi del nostro pianeta.
Entrare nellampliamento dellorto botanico sarà come entrare in una visione sezionata di un emisfero del globo terrestre, dove le fasce simbolizzano le zone climatiche del pianeta, a partire dallampia zona delle serre tropicali, a nord della nuova area, in cui gli specchi dacqua allinterno delle serre e allesterno rappresentano gli alti indici di umidità relativa, luce e temperatura propri di questo clima.
La variazione dei livelli di temperatura, luce e acqua disponibile lungo questo percorso attraverso le zone bioclimatiche, è rappresentato dal digradare dellestensione di ciascuna zona e delle dimensioni della serra corrispondente.
Al massimo livello di biodiversità proprio dei climi tropicali corrispondono la fascia di più ampia superficie e la serra di maggior dimensione. Tale relazione continua attraverso i vari climi, fino a giungere alla piccola superficie della zona dedicata al clima sub-artico, in cui la biodiversità raggiunge livelli minimi a causa del difficile adattamento della vita vegetale a queste condizioni climatiche.
Il termine di tale percorso visivo è dato dallingresso nellarea della pianta nello spazio, passaggio ultimo di adattamento estremo a condizioni climatiche impossibili, dal punto di vista naturale, ma rese possibili dalla tecnologia e dalla volontà delluomo di superare il limiti fisico-naturalistici sinora conosciuti, nel tentativo di esportare la vita oltre la superficie terrestre. Il layout del progetto può paragonarsi, in termini figurati, allo srotolamento sullarea del sito del tappeto vegetativo che copre il pianeta terrestre.
IL PROGETTO ARCHITETTONICO
Le principali considerazioni che hanno informato le scelte progettuali e luso del sito sono state:
Limponente contesto architettonico circostante lorto botanico, specialmente la basilica di Santa Giustina a sud e la Basilica del Santo a nord.
Il carattere minore e dimesso delle proprietà confinanti con larea dei Tre Pini, nonchè la labilità del confine ovest.
La successione storica di usi del sito, dalle coltivazioni agrarie segnate da canali irrigui, alla peschiera, al lago del parco Cecchini-Pacchierotti, tutti caratterizzati dalla presenza dellacqua.
Provenendo dallantico orto botanico, laccesso allarea di recente acquisizione dei Tre Pini, è caratterizzato da due elementi di grande importanza:
La montagnola del parco ottocentesco con gli imponenti alberi che vi crescono attorno;
La veduta che, appena al di là della montagnola, si apre allimprovviso e con grande effetto sul fianco nord della basilica di S.Giustina e le sue imponenti cupole.
Il primo obiettivo che ci siamo posti è stato quello di utilizzare questi elementi per farne i punti di forza della proposta progettuale. Abbiamo ritenuto che lunicità e il valore architettonico del contesto in cui larea dei Tre Pini è inserita rendessero imperativa la subordinazione dei nuovi volumi costruiti agli elementi storici del contesto.
Salvaguardare la vista del fianco nord di S.Giustina, in particolare, è stata la prima preoccupazione. In questottica, laccesso alla nuova area prevede la rimozione della casa degli scout e la creazione di un taglio nella montagnola in corrispondenza del sedime della casa. Tale accesso preserva le rimanenze del parco romantico e al tempo stesso accentua lelemento di sorpresa della veduta di S. Giustina, creando un cannocchiale prospettico orientato nella direzione delle cupole.
I volumi di nuova costruzione sono disposti lungo i confini est e sud dellarea dei Tre Pini in modo da mantenere libera la visuale verso la basilica. In particolare, i volumi maggiori della serre tropicale e delle palme sono localizzati allestremità nord-est, dove limpatto del costruito viene mitigato dalla densa e alta alberatura presente in questarea dellorto botanico.
Luso agricolo del sito entro la cinta fortificata veneziana e la sua organizzazione agraria in campi da parte dei benedettini; la suddivisione di campi, vigneti e frutteti ottenuta con filari di alberi e viti maritate; la rete di canali irrigui alimentati dalle acque del canale Alicorno formano nel complesso limmagine molto suggestiva (e particolarmente calzante per un orto botanico) di un paesaggio agrario urbano di cui si è persa quasi ogni traccia.
Abbiamo previsto la completa demolizione di tutte le strutture presenti nellarea di nuova acquisizione (palazzetto, palestra, piscina, tribuna e annessi, inclusa la casa degli scout) con leccezione della ghiacciaia ottocentesca che viene recuperata come memoria del parco ottocentesco, restaurata e utilizzata per la presentazione della storia del sito con appositi pannelli espositivi.
Il confine occidentale, che attraversa a metà il campo sportivo del complesso della Provincia Veneta del Gesù, risulta essere un segno completamente artificiale nel tessuto urbano dellarea non relazionandosi ad alcun elemento naturale o costruito. Pur avendo mantenuto la proposta progettuale allinterno dei confini dati, abbiamo considerato importante lasciare aperta lipotesi di una possibile futura espansione dellorto botanico oltre lattuale confine ovest, entro il campo sportivo. A tal proposito, abbiamo evitato, per quanto possibile, la costruzione di strutture permanenti lungo questo lato e trattato la sistemazione paesaggistica in modo da consentirne il naturale continuamento, in futuro, oltre lattuale confine.