Casa Canuti a Pumaceto
Casa torre a zeroemissioni sulle colline di Parma
La casa, vincitrice del premio “Opera Prima” indetto dall’Ordine degli architetti di Parma per promuovere l’operato degli architetti under 40, sorge sul punto più alto di una collina disegnata da filari di acacie, boschi di querce e noccioli, siepi basse di ginestre, con solo il cielo a farle da sfondo.
Sul punto più alto della collina di Pumaceto un’antica abitazione rurale disabitata era stata trasformata dagli agenti atmosferici e dal tempo in un rudere dall’aspetto scultoreo e suggestivo. Si è scelto di mantenere il rudere come memoria del luogo. Le pareti in pietra sono state consolidate, divenendo panchine, muriccioli, delimitazione di un salotto all’aperto che precede l’ingresso alla casa, ombreggiato da alte querce e olmi, ospiti spontanei del luogo.
Una parte del rudere è stata ricostruita in verticale come torre abitata, che re-interpreta in chiave contemporanea - con materiali e tecniche costruttive energieticamente efficienti - la tipologia della “casa torre” caratteristica della tradizione locale.
Il rivestimento esterno dell’edificio è stato realizzato in assi di larice grezzo di dimensioni differenti, che nella modulazione irregolare riprende la varietà di altezza degli antichi corsi murari in pietra delle architetture tradizionali. Negli anni il legno tenderà ad ossidarsi, diventando più scuro ed assomigliando alle cortecce delle vicine querce secolari, favorendo l’integrazione dell’edificio nel paesaggio.
Dal rudere, che come un misterioso elemento scultoreo rivela l’identità e la storia del sito, lo spazio abitato si sviluppa verso la torre verticale in legno che si apre a sud con grandi vetrate sulla vallata circostante e la piscina.
L’opera è attenta ai criteri di bioclimatica e di autosufficienza energetica.
Sono stati riutilizzati i materiali presenti sul sito (pietra locale e mattone), e impiegati prodotti edilizi a ridotto impatto ambientale. Gli accorgimenti progettuali messi in atto hanno riguardato lo studio dell’orientamento e dell’esposizione solare, il riutilizzo delle acque piovane, la scelta di un involucro edilizio in grado di garantire elevate prestazioni energetiche, l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda integrati ad un sistema di riscaldamento a pavimento, l’installazione di pannelli fotovoltaici per garantire l’indipendenza energetica dell’edificio, la realizzazione di un sistema naturale di fitodepurazione.
Si è scelto di rileggere il luogo con sguardo contemporaneo, di innovare la tipologia costruttiva tradizionale attualizzandola in un’architettura a zero emissioni.
L'edificio è stato selezionato tra le venti migliore opere di architettura sostenibile in Emilia Romagna dall'Osservatorio sull'Architettura Sostenibile in Emilia Romagna (2012) ed ha ricevuto il primo premio SAIE Selection 2012.