L’amministrazione comunale ha inteso recuperare l'edificio per destinarlo a piccolo centro polivalente a disposizione per lo svolgimento di manifestazioni a carattere culturale, esposizioni temporanee e celebrazioni di matrimoni civili. La demolizione delle superfetazioni interne ed esterne hanno riportato alla luce un edificio con pianta a navata unica, suddivisa in tre campate da archi a tutto sesto che reggono la volta a botte, unghiata in corrispondenza delle quattro aperture laterali, due a nord e due a sud. Il presbiterio a pianta rettangolare è coperto da una volta a botte e concluso dall’abside poligonale. Il catino absidale è scandito da costoloni e raccordato con tre vele alla volta del presbiterio. Non è più leggibile nessun ornamento, così come sono irriconoscibili i disegni compositivi dei prospetti esterni. Il progetto si è mosso fin da subito in due direzioni: la prima orientata al recupero fisico del manufatto, mentre la seconda legata al riuso dell’ex-chiesa e relativa quindi agli interventi necessari a garantire la possibilità di votare il manufatto architettonico a una nuova destinazione d’uso. Per ampliare lo spazio a disposizione si è inserito, all’interno della navata, un nuovo soppalco in legno di forma ovoidale, completamente indipendente. L’accesso all’aula principale e al soppalco avviene ora dal fronte sud dove si è realizzato, addossato alla facciata, un corpo in cemento e vetro aggettante verso l’esterno. Tale volume, geometricamente definito da rapporti armonici e proporzioni matematiche, contiene tutti i servizi e le tecnologie di necessario supporto alle nuove funzioni ospitate nell’edificio. Con le stesse proporzioni si è disegnato il sagrato ora pavimentato in pietra arenaria con grandi lastre in soli due formati, 123 x 123cm e 123 x 246cm, disposte in modo ordinato e rigoroso.