Riqualificazione del piazzale degli Scogli Rossi ad Arbatax
Percorrendo la statale 125, una volta usciti dalle tortuose e panoramiche curve del massiccio del Gennargentu, si apre allo sguardo un ampio scorcio di pianura dominato dallo stagno di Tortolì. All'altezza dello specchio d'acqua, compiendo una deviazione, la strada prosegue, all'interno del tessuto urbano, sino a terminare di fronte al mare.
Qui si presenta un paesaggio dominato da alcune creste di porfido rosso che dalla costa si slanciano nel mare. Alle loro spalle una teoria di basse superfici dalle forme perfettamente geometriche si snodano lungo uno spazio completamente libero che termina con un antico fronte di cava, svelando la memoria passata di questo luogo.
Il rilievo montuoso, evidentemente antropizzato dalle operazioni di scavo, mette a nudo le proprietà della roccia con la sua ricchezza di cromatismi che vanno dal grigio calcareo (come le falesie lungo la costa a nord) alle innumerevoli striature del rosso porfirico.
Il mare, poco accessibile per via dell'aspra scogliera, si lascia osservare, ma è difficilmente conquistabile, soprattutto quando le onde montano violentemente. La parete di roccia alle spalle, anch'essa tagliente ed inaccessibile, lascia intravedere sulla sommità una rigogliosa vegetazione che solo in alcuni punti scivola a valle.
L'intervento tenta di mediare il rapporto tra 'mare' e 'montagna' attraverso linee sinuose che facilitano l'accessibilità e al contempo proteggono:
a mare lingue in cemento, delicatamente lambiscono i monumenti naturali degli scogli rossi, creando una leggera difesa dalle onde, ma soprattutto una nuova accessibilità per tutti ad una quota molto bassa (5mt s.l.m.)
a monte, un muro di contenimento difende dagli assestamenti che, soprattutto nella stagione invernale, dichiarano la vitalità della montagna.
Questo muro, sviluppandosi irregolarmente per assecondare la topografia del fronte di scavo, cambia continuamente la propria natura: da muro diviene edificio che accoglie attività utili alla rivitalizzazione del luogo, tornando poi ad essere muro che contiene e nasconde un sentiero, agevole salita sino alla sommità del rilievo retrostante; lungo questo percorso non sarà raro incontrare giovani che imparano e si allenano alla salita in parete per affrontare poi le alte falesie lungo la costa a nord (Aguglia Goloritzè, Punta Giradili, ecc.).
Attraverso queste operazioni di messa in sicurezza a nord e sud dell'area, viene a generarsi un ampio spazio centrale dalla forma allungata.
La spiaggia rappresenta la possibilità per chiunque di godere dei monumenti naturali che scrutano l'orizzonte. La sabbia, trattata come liquido dalla forma indefinita, accoglie grandi zattere dalle forme precise che si rincorrono su tracciati liberi 'attraccandosi' di volta in volta al percorso a mare o a monte. Queste grandi piastre, perfettamente in armonia con le dimensioni dell'anfiteatro naturale circostante, fungono da contenitori o semplici superfici per attività libere. La loro altezza non emerge mai sopra i diversi punti di osservazione, ma, in alcuni casi, al loro interno si disvela una sorta di microurbanistica.
Il caso dell'area delle piscine risulta certamente emblematico, consentendo a specchi d'acqua ricavati in modo naturale tra le rocce, di essere attrezzati con servizi di prima necessità (spogliatoi, w.c., punto ristoro, solarium).
La piastra che domina l'intero complesso, oltre a connettere in maniera graduale le quote di progetto (da 8mt si scende lentamente a 6mt) è congeniale all'organizzazione di concerti in una cornice sorprendente, senza rinunciare alla comodità di una grande gradinata appena accennata, che consente di proiettare l'intera superficie verso il centro della scena (palco) posta alla quota più bassa.
All'ingresso, una grande terrazza panoramica consente di guadagnare con un unico sguardo la profondità di tutto il paesaggio, salvo nascondere al livello inferiore una zona di parcheggio congeniale alla nuova ricettività del luogo.
L'intero progetto si articola principalmente su tre quote: a mare (percorsi bassi), a monte (sentiero in parete) ed un asse centrale che lentamente conduce dall'ingresso alla quota di 7mt sino al punto più esterno a 11mt aggettante sul mare aperto. Al culmine di questo percorso, oltre che costeggiare le 'piscine oceaniche' si incontra, nascosto nel muro di contenimento del sentiero di montagna, un piccolo spazio attrezzato per attività libere dove trovare ristoro in una fonte d'acqua e riparo dalla canicola estiva o dal forte vento invernale.
Questo percorso non rinuncia mai alla vista dei monumenti naturali delle rocce rosse, ma in ogni momento è possibile cambiare prospettiva deviando sulle lingue di cemento che portano a mare o prendendo il sentiero che sale in quota.