L’edifico conosciuto come ‘Palazzo Campari’, progettato negli anni ‘60 da Ermenegildo e Eugenio Soncini nel cuore di Milano, può ricondursi a quella serie di realizzazioni che negli anni del boom economico furono rappresentative di un nuovo potere comunicativo dell’industria italiana. Caratterizzato sin dall’origine dal colore brunito delle strutture metalliche strutturali di facciata, dai vetri fumè del sistema a courtain walls e da pennellature retro verniciate color marron - metalliche nel corpo minore di via Cavalieri destinato a residenza - l’edificio poteva considerarsi, per la sua epoca, moderno e tecnologicamente avanzato, nonché sperimentale.
Oggi, molti suoi aspetti di innegabile fascino, si sono però rivelati poco attinenti a dinamiche di adeguamento costruttivo e normativo. Per questo la nuova proprietà ha scelto di lavorare, insieme ai progettisti, in una direzione di restyling del complesso, cosciente della sua forza evocatrice e della sua ottima fattura.
Nel rispetto dell’impostazione originaria, la scelta progettuale è stata quella di lavorare sulla massima flessibilità nella suddivisione degli spazi interni con un’uniformità di lettura data anche dal sistema di illuminazione interna e da un’ottimizzazione dei sistemi degli accessi all’edificio e della distribuzione verticale.
Ulteriori elementi centrali nella progettazione sono stati il recupero di volumetrie al piano terreno, nonché il ripensamento globale della struttura dei fronti, ora molto più aperti e vibranti soprattutto su via Turati e parte di via Cavalieri. Con un arretramento complessivo delle facciate rispetto al perimetro originale, è stato possibile eliminare i cosiddetti ‘ponti termici’- all’epoca non valutati - viene traslata superficie utile e si consente la realizzazione di nuove aree al piano terreno, ora destinate a terziario, pur mantenendo intatta la corte a verde, cuore del progetto originario, reinterpretato in una lucida ristrutturazione.
Le nuove facciate fanno di questo intervento la cifra del progetto. Su via Turati scatole in alluminio forato e presso-piegato di colore brunito (lanterne notturne), vengono utilizzate in una scansione che permette la nuova rimodulazione di facciata per garantire anche la massima flessibilità nella suddivisione degli spazi interni; nella corte il dialogo con il giardino è vissuto dall’intimo rapporto tra interno ed esterno; su via Cavalieri l’originario fronte più basso e in diretto dialogo con la prospiciente Cà Brutta, si presenta secco e piatto, con una predominanza della superficie di color grigio, interamente vetrosa, liscia e riflettente del paesaggio storico che le appartiene.
Edificio certificato LEED GOLD.
Terzo premio e menzione speciale Architecture Quality al Rebuild Award 2013.
Primo premio IQU Award 2014 per la sezione Architettura e Città, opere realizzate.
Schedule:
2008 – concorso
2008 – 2010 Progettazione
2010 – 2012 Cantiere
Gross Floor Area: Slp 7988.84 mq
Construction Cost: 11.000.000 Euro