Nuovo museo a Sansepolcro
Le persistenze rilevabili attraverso i tracciati ed i monumenti rendono particolarmente delicato il contesto urbano, con esse occorre dialogare tenendo conto della storia , delle strutture urbanistiche e architettoniche e dell’identità del luogo. Il borgo con la sua articolazione costituisce la matrice del progetto così come lo stesso fu per le opere di Piero Della Francesca. L’area di progetto , vittima di una scellerata edificazione , viene redenta ,liberando le due chiese preesistenti e ripristinando l’ampia veduta panoramica verso le colline che degradano a valle fino all’orizzonte . L’opera proposta si inserisce in armonia con il contesto conservando ed esaltando allineamenti, percorsi e viste prospettiche , così da ricucire il tessuto urbano. Scrigno delle opere di Piero Della Francesca , il museo si articola in una serie di torri che spiccano dalla falda inclinata che ne definisce una diversa altezza . Sei torri prospettano in due file contrapposte ,unite da una monumentale scala , visionaria come nelle opere di Boullée, una settima torre raccorda il museo con le due chiese che di fatto si configurano come “ propilei “. Passando attraverso questi propilei si presenta la veduta del paesaggio oltre le mura del bastione. Proseguendo la discesa delle scale le torri favoriscono ed incorniciano da un lato viste della città dalla parte opposta scorci panoramici. Al museo ipogeo si accede mediante una scala dalla torre di raccordo , in essa si raccolgono tutti i servizi. L’interno dell’edificio ripropone l’impianto esterno con la scala centrale sfalsata longitudinalmente rispetto a quella esterna, ciò per rendere leggibile il corpo delle varie torri che costituiscono le sale di esposizione. La differente altezza definisce una gerarchia di importanza delle sale. Entrando in queste il forte contrasto chiaro-scurale, generato dall’effetto dei tagli di luce che penetrano dall’alto , si combina ed esalta la sacralità delle opere di Piero. La sobria geometria dell’edificio, senza essere intaccata da ardite tecnologie, in coerenza con la semplicità delle forme , viene vestita con umili mattoni in modo da trasformare le torri in blocchi quasi monolitici, che sfidano il tempo senza temere l’obsolescenza.