Concorso di idee per la riqualificazione di piazza dei Martiri a Belluno
riqualificazione di piazza dei Martiri e piazza Vittorio Emanuele II, per la progettazione delle edicole di rivendita giornali di via Matteotti e piazza Vittorio Emanuele II e dei dehors dei caffè storici Deon e Manin.
CONCETTO
PIAZZA_PARCO
TAPPETO DI PIETRA
L’idea è quella di valorizzare l’invaso architettonico della grande piazza come spazio pubblico unitario. Con diverse possibilità d’uso a seconda dei modi e dei fruitori e dei tempi della giornata. Si propone una “piazza_parco” in cui nessuno dei due elementi escluda l’altro.
Un “tappeto di pietra” generato per fasce a partire dagli ordini architettonici rivesta le superfici indistintamente siano esse pedonali e carrabili. In cui non ci siano limiti o separazioni. La piazza nasce dal contesto e riorganizza nel suo distendersi gli elementi che incontra ritrovando un linguaggio espressivo unitario. Diviene essa stessa motivo di attrazione della vita cittadina, come luogo urbano di aggregazione, come paesaggio da vivere e respirare.
Gli elementi naturali esistenti e nuovi provocano lacune circolari nella tessitura del tappeto di pietra dalla quale emerge il paesaggio che diventa parte della piazza nella sua superficie lastricata come lo è già nell’orizzonte delle montagne sopra i palazzi cittadini.
L’unione tra due elementi apparentemente contrastanti, tra ordine di “pietra” e ordine naturale, rinnova il dialogo che avviene in scala diversa tra la città stessa e il paesaggio alpino che la circonda.
Il concetto è quindi quello di passare da una netta separazione delle parti, ad un’unica figura di piazza italiana, pavimentata e fruibile attraverso un grande tappeto di pietra.
PROGRAMMA
PIAZZA_INCONTRO
Le colonne dei porticati, le paraste le facciate e dagli elementi architettonici, che fanno da quinta scenica al grande invaso della piazza, generano e distendono longitudinalmente una teoria di fasce alternate che traccia sul tappeto della piazza l’alternanza dei vuoti e dei pieni del costruito.
Si è pensato all’impiego di pietra di Castellavazzo, tipica dei luoghi e con finitura non levigata, nei diversi colori a seconda delle fasce.
Le strisce lapidee scorrono perpendicolarmente all’asse del Listòn e si fermano contro di lui rivestendo come un tappeto tutto lo spazio.
La piazza riacquista ora il suo valore di luogo di incontro tra la gente, priva di separazioni. Dove la strada carrabile non sottrae fisicamente spazio pubblico, ma si integra e ne diventa parte. La distinzione percettiva dei flussi avviene solo tramite apparecchi illuminanti a terra che disegnano anche di giorno come dei punti in rilievo lungo una linea invisibile che non interrompono la continuità della superficie.
Anche il Listòn diventa un elemento integrato, senza differenze di quota trattato con la stessa qualità materica delle strisce in Pietra di Castellavazzo.
I flussi pedonali provenienti dalla Piazza del Duomo, dalla Porta Dante, così come da via Garibaldi e all’opposto da Via Roma, trovano nella nuova Piazza dei Martiri un luogo che richiama al costruito che lo circonda, che riorganizza lo spazio e le aree verdi in elementi liberi ma ordinati allo stesso tempo dal sistema delle fasce.
VERDE_NATURA +ALBERI_PAESAGGIO/AMBIENTE
Lo spazio pavimentato del “tappeto di pietra” distendendosi lungo l’attuale configurazione della Piazza incontra gli alberi esistenti, la cui qualità ed età può portare solo ad una loro corretta conservazione e valorizzazione attraverso una nuova codifica dello spazio giardino, in paesaggio organizzato e fruibile, in grado di fare parte di un sistema o non di esserne esso stesso quello dominante, come attualmente avviene.
Intorno al giardino si sviluppa il tessuto lapideo permeabile che riveste la natura con un elemento naturale (la pietra) liberandone i brani più significativi in cerchi di dimensioni variabili a partire dal più grande della fontana e modulati sulle dimensioni di 16, 10, 7, 4 e 2 metri di diametro.
All’interno trovano spazio tutte le alberature esistenti e altre di nuova piantumazione che hanno lo scopo di decorare senza creare ulteriori pesanti ombre portate che possano abbassare il livello di comfort della Piazza. Il giardino va vissuto tutto l’anno indistintamente dalle aree pavimentate. Deve mutare allo scorrere delle stagioni attraverso essenze caducifoglie che consentano un adeguato soleggiamento invernale.
La piazza diventa parco. Micro sistemi paesaggistici che sembrano emergere dal suolo e richiamano nel loro profilo il macro sistema del paesaggio montano.
Il giardino è anche parco, è quindi luogo da vivere e non solo immagine da contemplare. I bambini giocano e corrono senza barriere dal pavimento di pietra alle colline verdi, che durante l’inverno si ricoprono di neve che veste di bianco lo spazio naturale e lascia emergere, sciogliendosi, la pietra dello spazio pavimentato. Diventano il luogo dove giocare anche nella stagione più fredda e conservano quindi la vitalità trasformandosi in elemento di richiamo anche per le generazioni più giovani.
Alcuni dei cerchi più piccoli sono rivestiti di ghiaia bianca e diventano il luogo in cui inserire gli arredi urbani di servizio ed il sistema di illuminazione.
SEDUTE_RIPOSO
Lungo la piazza una grande seduta in legno si snoda attorno ai micro paesaggi. Interrompendosi di tanto in tanto per annullare ogni barriera e ogni separazione, ma conservando comunque il suo obiettivo di organizzare e riunificare. Un elemento naturalistico che abbraccia la natura radicandola alla pietra della piazza e al suo disegno generatore. Ogni elemento ora è parte del sistema.
La lunga seduta formata da tronchi di larice tagliati longitudinalmente e debitamente trattati in modo naturale per proteggerli dagli agenti atmosferici è fruibile da ogni direzione, che si voglia dare le spalle alla natura per osservare la vita cittadina, dei mercati o che si voglia semplicemente osservare il verde e sentirsi immersi nella natura.
Dalle fasce di pietra che nascono dal costruito si alzano lungo punti specifici alcune sedute in pietra come tasselli materici spinti in su dalla natura sottostante.
TEATRO ALL’APERTO_EVENTI
Al limite est della piazza i tasselli di pietra che lungo la piazza sono semplice seduta, qui diventano spalti di un teatro all’aperto, luogo di eventi estivi, come rappresentazioni teatrali o concerti.
Direttamente collegato al Teatro comunale, può di esso farne parte e da esso esserne gestito.
Un fattore ulteriore per vivere la piazza e conservarla attiva, diventando un richiamo importante non solo per la cittadinanza.
LUCI_ATMOSFERA VARIABILE
Proprio la lunga seduta diventa l’elemento generatore del sistema di illuminazione con apparecchi a LED a basso consumo, la cui silhouette che si snoda come un filo di cotone tra le colline verdi viene alzato al cielo da un sistema di pali sottili e leggermente inclinati inseriti nei cerchi di ghiaia.
Come nelle fiere di un tempo in cui la semplicità di luci appese in ordine casuale donava di un’atmosfera del tutto particolare gli spazi e la vita serale delle piazze in festa, così lungo un filo sospeso scorrono come gocce di acqua gli apparecchi illuminanti che sembrano rincorrersi e disegnano coni e cerchi di luce lungo la seduta.
Un sistema di illuminazione a terra è stato invece scelto per il resto della piazza, eliminando il classico sistema dei lampioni.
Ogni luce evidenzia un aspetto, un luogo. Enfatizza gli alberi, le panchine in pietra e la seduta in legno, fa brillare nella notte il chiarore cristallino della fontana, indica la via alle auto ma non alle persone alle quali viene lasciata la libertà di vivere ogni centimetro di superficie senza imporre una direzione.
ISTALLAZIONI ARTISTICHE_MEMORIA
Un ulteriore intervento proposto è quello che riguarda la valorizzazione della memoria storica della Piazza colpita durante la Seconda Guerra Mondiale dalle esecuzioni nazifasciste dei partigiani.
In particolare di quattro di loro impiccati in questo luogo e che annualmente vengono commemorati. Si è pensato quindi di dedicare 4 spazi, 4 dei cerchi in cui ricollocare le opere d’arte esistenti che richiamano a quegli avvenimenti ed eventualmente di diventare il luogo di future istallazione artistiche da mettere a concorso.
Quattro giardini della memoria posizionati tra il teatro e il giardino più denso, quattro luoghi da contemplare (questi si) a simbolo del martirio subìto da chi ha lottato a costo della vita per la libertà di tutti.
DEHORS+EDICOLE_SVAGO
Per i dehors e le edicole si è utilizzato lo stesso linguaggio materico della grande seduta, appartenenti ad un ordine naturalistico. Dotati di una leggerezza che li arricchisce di un significato di potenziale temporaneità, di elemento vivo (naturale, mutevole) che occupa lo spazio ma può cambiare forma a seconda delle esigenze di chi ne fruisce ed anche posizione, a seconda invece delle esigenze dell’intera comunità che fruisce la piazza.
L’involucro e la struttura sono interamente pensati in legno anche per limitare al minimo i costi di assemblaggio e trasporto e la successiva futura dismissione.
Un rivestimento a “carabottino” di lamelle in larice che funge anche da efficace sistema di brise soleil utilizzato sulle pareti fino all’altezza di 90 centimetri in modo da filtrare l’introspezione fino al livello del tavolo. Al di sopra e fino all’altezza di 2,10 metri c’è una parte apribile a “libretto” che consente di aggiungere uno sporto di ulteriore protezione dai raggi solari vista la posizione che beneficia di un irraggiamento completo da Sud.
All’interno un involucro di vetro totalmente apribile e “impacchettabile” protegge l’interno dalle intemperie nel periodo freddo.
La copertura anch’essa con un sistema di lamelle può essere rivestita e resa impermeabile all’acqua attraverso del policarbonato di rivestimento oppure resa “energetica” sovrapponendo ad esso una pellicola fotovoltaica che contribuisca al fabbisogno energetico e renda i dehors e le edicole potenzialmente autosufficienti.
Tutta la struttura poggia su una pedana in legno con piedini in acciaio regolabili in modo da adattarsi semplicemente a qualunque condizione di pendenza, pensando anche ad un loro eventuale utilizzo in altre aree della città.
Il sistema di dehors progettato presenta una grande versatilità soprattutto nelle sue possibili declinazioni e combinazioni di elementi a seconda delle destinazioni d’uso e dei luoghi in cui viene inserito.
In particolare, la versione con accostamento alle facciate degli edifici, in cui il rivestimento in larice rimane solo come una fascia bassa di protezione visiva, mentre come schermo filtrante all’irraggiamento si è scelto il sistema delle tende avvolgibili con tonalità chiare in modo da limitarne l’impatto; oppure la versione per i piccoli bar o caffè in cui al posto delle tende che comunque hanno bisogno di una struttura seppur leggera di sostegno, si impiegano un sistema di ombrelli del tipo “Tulip Umbrellas” della MDT-tex prodotti sul concetto di Converted Umbrellas dell’architetto tedesco Otto Frei.
Sono grandi ombrelli accostabili tra di loro a formare quasi una superficie unica. Sono in tessuto e possono essere retroilluminati con sistemi a LED e con centraline (nei casi più particolari) che ne possono variare le tonalità nel tempo.
MERCATI_COMMERCIO
Il mercato diventa l’occasione di valorizzare ulteriormente la passeggiata tipica del Listòn, immaginandola come un percorso lungo il quale durante il periodo delle fiere, o il semplice mercato settimanale, questo diventi l’elemento di unione tra i banchi temporanei ed il sistema della Piazza.
Ogni singola postazione si affianca all’altra formando una coppia di banchi di vendita ed organizzandosi per fasce parallele al disegno del pavimento.
Ogni “stringa” si appoggia al Listòn e da lì scende lungo la Piazza fermandosi nei pressi del primo cerchio di verde che incontra.
L’andamento quindi del mercato sembra adagiarsi al disegno della Piazza_Parco diventando una sorta di filtro tra lo spazio più naturale e quello più antropizzato dove sono presenti le attività commerciali.
Per la loro struttura e nell’ottica di una uniformità del disegno, si è pensato di proporre l’utilizzo di banchi posizionati come due “C” contrapposte con al centro un ombrellone sempre del tipo “Tulip Umbrellas” della MDT-tex che accostandosi a quello accanto crea un’unica superficie coprente e che caratterizza ulteriormente lo spazio anche nei momenti in cui molte strutture temporanee ricoprono la Piazza.
A seconda della dimensione del mercato e della quantità effettiva di banchi si può pensare ad una totale od anche parziale chiusura al traffico permettendo comunque il collegamento veicolare tra via Garibaldi e piazza del Duomo e sfruttando il parcheggio per 25 posti auto posto sul lato ovest della piazza.
Nella nostra ipotesi il mercato si sviluppa nella sua estensione massima occupando anche parte della via Garibaldi (rimanendo all’interno dell’area prevista di intervento) ma lasciando uno spazio all’interno della corsia carrabile per eventuali situazioni di emergenza.
A fronte di questi interventi la piazza torna ad essere luogo di incontro e di vita, di svago e relax in cui vivere spazio architettonico e paesaggio allo stesso momento, dove si viene attratti da fiere ed eventi durante tutto l’anno ed ogni elemento trova il giusto spazio per esprimersi liberamente senza interrompere quella continuità spaziale data dal “tappeto di pietra” che unifica e caratterizza la nuova immagine della Piazza