Abitare nel parco
Progetto Castelfirmiano / CasaNova Complesso abitativo per 92 appartamenti (edilizia abitativa agevolata), Bolzano 2004-2008
Per far fronte alla crescente domanda di abitazioni, nel 2002 l’amministrazione comunale di Bolzano deliberava la creazione di un nuovo quartiere con 1000 appartamenti di edilizia agevolata. Il nuovo quartiere doveva fare da esempio
di qualità, per quanto riguardava il consumo energetico e la riqualificazione sociale, nonostante l’elevata densità edilizia (3,5 m³/m² per un totale di 350.000 m³). L’obiettivo era di sviluppare un progetto organico e compatto, che rispettasse lo standard CasaClima, riducendo i consumi energetici e collegando tutti gli appartamenti alla rete centrale di teleriscaldamento.
L’area di Castelfirmiano / CasaNova occupa 10 ha e si trova alla periferia sud di Bolzano. Per dare all’area una struttura urbanistica, il Comune di Bolzano aveva precedentemente indetto nel 2001 un concorso a livello europeo, vinto
dall'architetto olandese Frits van Dongen; il progetto interpretava il modello insediativo tipico della periferia bolzanina, fatto di masi molto grandi e case singole in mezzo a frutteti e vigneti. Tra i frutteti sarebbero così dovute sorgere le unità abitative, particolarmente espressive visto che i progettisti si ispiravano ai castelli medievali circostanti; ne nasceva una tipologia composta da gruppi di tre-quattro edifici di diversa grandezza e altezza disposti attorno a una corte centrale.
Per ottimizzare l’esposizione al sole, tutti i tetti erano inclinati verso sud; gli spazi verdi tra gli edifici formavano un parco unitario.
Il progetto “Castelfirmiano” si aggiudicava il concorso di progettazione (37 partecipanti), indetto dall’Associazione „Arche“ per la Cooperativa edilizia “Castelfirmiano”, per uno degli otto blocchi edilizi (EA7) della zona di espansione.
Nell'ambito di un progetto di edilizia abitativa agevolata e con parametri restrittivi, si cercava di realizzare una buona architettura capace di contrastare la ghettizzazione dei quartieri periferici. Ci si basava sulla stessa visione progettuale promossa dall'architetto olandese di „abitare nel parco“; realizzando un intreccio tra periferia e spazio verde, è stata ridisegnata la forma e la pianta dei 3 edifici singoli del blocco abitativo poligonale; la profondità degli edifici è stata ridotta e gli angoli sono stati modificati, così la corte interna risultava ingrandita e le facciate oblique creavano un effetto di
ampiezza.
Durante la fase progettuale, sono stati coinvolti e ci si è confrontati con i soci della cooperativa, organizzando incontri con i proprietari e con le imprese, ricorrendo a idee tratte dalla letteratura specializzata e a un viaggio di studio per esaminare esempi di architettura moderna. Ciò è servito ad approfondire vari temi fondamentali: tra questi, la configurazione della facciata, i materiali e i sistemi di costruzione per le finiture interne. Grazie alla realizzazione di
campioni di facciata in scala 1:1, tutti gli interessati hanno potuto raccogliere un’impressione diretta delle intenzioni degli architetti e degli artisti.
Per gli appartamenti sono stati sviluppati 4 moduli base, nell’ambito dei quali ogni proprietario poteva trovare le soluzioni più adatte per le proprie esigenze. Sono state così realizzate ben 92 piante diverse corrispondenti alle necessità e alle preferenze di 92 famiglie. Gli accessi avvengono tramite corridoi che servono due o tre appartamenti. Gli appartamenti ricevono la luce e vengono ventilati sia da est che da ovest; non vi sono appartamenti orientati solo a nord. All'ultimo piano appartamenti-mansarda su due piani hanno terrazze sul tetto con viste sulle montagne circostanti. Nella robusta facciata in alcestruzzo sono inserite logge rivestite in legno di rovere, che danno una sensazione di calore e di comfort e sono dotate di vetri scorrevoli, diventando così verande temporanee.
Il sistema costruttivo è a comparti in c.a. e solai massicci. Gli appartamenti ricevono luce da due lati (est – ovest) e hanno due possibili accessi; le finiture interne sono in elementi prefabbricati a secco. L’orientamento su due lati è
vantaggioso sotto il profilo dell'illuminazione, della ventilazione, ell'accessibilità e dell'orientamento rispetto alla strada e alla corte interna. La struttura chiara e semplice della suddivisione interna garantisce flessibilità; solo i bagni sono fissi.
La facciata consiste in una struttura forata con diverse aperture. Vi sono tre diversi moduli di finestra (piccolo, medio, grande), combinati in vari modi. La disposizione irregolare delle finestre e delle logge rispecchia la diversa configurazione degli spazi interni e dà un'impressione di leggerezza. La facciata del cortile interno ricorda i quadri astratti di Ad Reinhardt o Piet Mondrian.
E’ stato valorizzato al massimo il garage sotterraneo, come biglietto da visita; utilizzato quotidianamente da molti inquilini, il garage è pensato come elemento architettonico fondamentale. I blocchi edilizi sono collegati tramite 2 piani di garage; tre grandi aperture a terra ventilano e illuminano i garage naturalmente dalla corte interna; i posti auto sono al centro mentre i box chiusi sono ai bordi. Ciò permette un facile orientamento evitando spazi bui „paurosi“. Le cantine sono ripartite uniformemente tra le singole scale. Un grande atrio centrale è utilizzabile per manifestazioni collettive.
La conformazione dei passaggi dallo spazio pubblico a quello semipubblico a quello privato è un tema fondamentale: ampie zone di ingresso per favorire il contatto e la vita comunitaria, aperture verso la corte e la strada per favorire
l'orientamento. La corte interna è attraversata da un marciapiede a forma irregolare che porta alle scale. La corte interna crea esperienze spaziali; proprio come in una città vi è una strada centrale che attraversa la corte e dalla quale dipartono gli accessi, alternando spazi larghi e stretti. Al centro, vi è una piazza per feste comuni con un tiglio e una fontana. Il tutto crea un'immagine di naturalezza. Tenendo conto del desiderio degli abitanti dei piani terra di disporre di giardini privati più grandi possibile, questi sono intrecciati con le aree verdi semipubbliche. Il verde produce un gioco di allargamento e restringimento della strada e della piazza; la corte interna viene percepita più grande di quanto sia, e le migliorano l'acustica. Per le siepi e i recinti sono stati scelti più tipi di piante e di legno, con diverse altezze e densità.
Il concetto dei colori e dei materiali è stato elaborato in collaborazione con l’artista Manfred Alois Mayr. Esternamente, è stata scelta una facciata in calcestruzzo grezzo, basato su una speciale granulometria e con impiego di inerti minerali tipici della regione (Giallo Mori e Dolomite bianca). Le facciate esterne sono poi trattate con getto di acqua ad alta pressione per mettere in rilievo la struttura granulometrica del calcestruzzo; la superficie scabra suggerisce l’aspetto monolitico di un „guscio duro“ esterno e accentua l’unità del blocco edilizio; la percezione varia a seconda della luce e della distanza. Le facciate interne sono invece trattate con un velo sottile di pittura bianca che conferisce alla superficie l’aspetto di una fodera luminosa; così si sottolinea il carattere privato e si allargano le dimensioni della corte; la sobrietà architettonica e cromatica delle finestre e delle ringhiere sottolinea l’effetto scultoreo dei corpi edilizi. Il linguaggio discreto e ridotto dei materiali è graduato a partire dalle zone di ingresso fino a raggiungere gli ingressi dei singoli appartamenti. Attraverso piccoli dettagli, come i corrimano in legno dalla superficie gradevole al tatto, si crea una sensazione di comfort, soprattutto nelle aree comuni. Per le pavimentazioni delle scale, è stato scelto un terrazzo di composizione e granulometria simile a quella della facciata esterna, ma con una superficie più levigata.
Fin dall’inizio, il complesso edilizio di Castelfirmiano è stato concepito dal Comune di Bolzano come progetto pilota teso a ottimizzare il profilo energetico. Ci si è attenuti ai criteri della certificazione CasaClima di standard A (parametrato). Il fabbisogno termico per riscaldamento riferito alla superficie netta dei piani ammonta a 33 kWh/(m2a). I tre edifici sono realizzati con un elevato standard di isolamento termico, impiegando elementi speciali per evitare ponti termici. Per il riscaldamento è stato scelto un sistema a bassa temperatura a pavimento, collegato alla rete centrale di teleriscaldamento. Il riscaldamento a pavimento consente a ciascun appartamento di essere regolato autonomamente, con la possibilità di integrare un raffrescamento estivo.