Trasmettere un’idea di modernità, efficienza e sobrietà. Rappresentare con un’immagine unitaria due volumi dalla diversa funzione.
Contenere i costi e curare la percezione visiva del progetto dai vari punti della città. Questi sono gli obiettivi perseguiti dal progetto
per la sede dell’Amiat, l’azienda per l’igiene ambientale della città di Torino, lavorando principalmente su due aspetti principali. Da un
lato, la ricerca di un fil rouge definito dal disegno dei profili in metallo, che si declinano in trame di diverso valore estetico e
funzionale. Dall’altro l’utilizzo di tecnologie volte a garantire economia e sostenibilità. I due volumi del progetto, la sede direzionale e
il deposito mezzi, collegati da una passerella aerea e da un giardino zen al piano terra, si inseriscono nell’area di trasformazione
urbana ex Framtek, regolata da un PRIN che prevedeva interventi residenziali, una zona a servizio pubblico trasformata nel Parco
d’Arte Vivente e, nel settore nord, l’insediamento delle attività AMIAT.
L’edificio direzionale è un volume cuneiforme a sette piani. Una parte dei 6000 mq di uffici è distribuita dietro la facciata est, rivolta
verso il deposito, decorata dal disegno naturalistico a onde multicolori dell’artista Giorgio Griffa, come interpretazione del tema
dell’ecologia. La facciata tutta trasparente dei prospetti principali, rivolti a ovest e nord, scandita orizzontalmente da una decisa
orditura metallica marcapiano, lascia intravedere la tripartizione dell’organizzazione interna del volume triangolare: tra gli uffici open
space e gli uffici direzionali del lato opposto si apre uno spazio vuoto a tutta altezza che funge da nodo di collegamento. In questa sorta di atrio-serra centrale, attrezzato per mantenere condizioni di comfort termico e recupero dell’energia solare, una scenografica
scala metallica sospesa collega i vari livelli dell’edificio senza soluzione di continuità, sviluppandosi come un nastro di Moebius. Il
messaggio di ecologia dell’atrio è arricchito da un grande girasole alto tre piani, opera di Piero Gilardi, artista noto per il suo lavoro
sulla natura.
Il deposito mezzi è un contenitore quadrilatero che ospita gli spazi per la gestione e la manutenzione dei mezzi pesanti ai piani
interrato e terreno, mentre al primo piano si trovano i mezzi leggeri, gli spogliatoi del personale e gli uffici di servizio. I vari livelli sono collegati da rampe rettilinee e coronati da una rimessa a cielo aperto parzialmente coperta da un pergolato metallico. Due strutture in
lamiera stirata schermano la vista degli interni dei prospetti nord e sud e cercano un dialogo con il contesto: la griglia della cosiddetta
facciata della comunicazione, affacciata sul cavalcavia di corso Bramante, è predisposta per ospitare pannelli pubblicitari, mentre
nella facciata dell’energia, rivolta verso sud e il Parco d’Arte Vivente, possono essere inseriti dei pannelli foto-voltaici.