La sfida progettuale è consistita nel ricavare la nuova cantina sotto il colle creando una mimesi tra architettura e natura, facendo così convivere la struttura architettonica coi vigneti.
L’unica facciata è stata realizzata con l’uso della vecchia pietra in trachite ritrovata sul luogo e in parte proveniente dall’antica porcilaia.
Le pietre sono state rimontate ‘a secco’ secondo l’antica tecnica costruttiva dei contadini e sono contenute, incorniciate, da profili in acciaio per dichiarare un linguaggio moderno ottenuto attraverso l’uso e le tecniche della tradizione antica.
Le grandi aperture della facciata garantiscono l’areazione e la luce all’interno della cantina, durante le lavorazioni. Lo spazio utile della cantina è di 200 metri quadrati, con un’altezza di circa 5 metri. Una passerella in quota a 3,80 metri permette il controllo e la lavorazione del vino nelle botti di acciaio. Alla stessa quota si trova la saletta degustazione, uno spazio essenziale che si affaccia sul verde con una vetrata a tutta altezza.
Le pendici del colle si adagiano sulla copertura della cantina che è carrabile e permette il passaggio dei mezzi. Parte di questo tetto-giardino è diventato un piccolo ‘hortus conclusus’ dove si coltivano diverse varietà di erbe officinali e ortaggi inserite in quadrati di terra cinti da acciaio cor-ten®.
Il piccolo ampliamento della casa, un volume bianco adibito a foresteria, è staccato dalla parte antica in pietra da un taglio netto vetrato di un serramento realizzato nello stesso acciaio. Questa lega caratterizza tutti i nuovi interventi progettuali, dai grandi serramenti, ai cancelli, alle recinzioni, e contribuisce a dare l’idea della patina del tempo e dell’integrazione alla natura.
La cantina così realizzata risponde non solo a esigenze estetiche ma anche alle esigenze funzionali e d’impatto ambientale tipiche di una moderna ‘fabbrica del vino’.
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