Ortus Simultaneus
Il giardino delle conserve - Ortus Artis 2005
Ortus simultaneus è uno spazio negato ma allo stesso tempo visibile, la cui visione comprende simultaneamente il paesaggio esterno ed il paesaggio interno al giardino, negando la separazione fra dentro e fuori propria dell’hortus conclusus.
Gioca sulle ambiguità della visione, sul suo potere di sintesi, sulla fluidità del paesaggio, aspetti espressi artisticamente nel luogo dalla costruzione architettonica della scala monumentale alla fine della galleria del chiostro grande della Certosa.
È l’opportunità di conoscere uno spazio, un tempo interdetto, mettendolo in relazione con l’esterno senza però privarlo del suo carattere intimo - e del fascino - di mondo inaccessibile.
Il progetto non consente infatti di entrare nel giardino (originariamente non esisteva nessuna apertura verso l’esterno), aspetto che assume valore simbolico in riferimento alla vita di clausura che conducevano i monaci certosini.
Mediante l’inserimento di un grande specchio in corrispondenza della porta, istallato su una superficie d’acqua, chi si avvicina al giardino vede in una visione simultanea il paese di Padula e lo spazio interno.
Si crea un luogo nuovo costruito dai riflessi.
All’interno il progetto realizza una istallazione che evoca la funzione antica del giardino, utilizzato per lo stoccaggio dei viveri che venivano fatti arrivare da fuori: una struttura di metallo, come una scaffalatura, su cui si appoggiano vasi/scatole di diversa profondità, dentro le quali germina e cresce grano – il grano
rimanda al pane, nutrimento e simbolo eucaristico.
Il giardino di grano prosegue a terra, in un ritaglio della superficie d’acqua. Il risultato è un volume di vegetazione che muove dalla parete al pavimento, e si pone in continuità con le bordure di graminacee che il progetto prevede ai lati del sentiero che conduce al cortile.
Così ulteriormente si moltiplica l’ambiguità fra dentro e fuori, fra il giardino e il paesaggio in cui si colloca. xxyxxzz