PARAISOPOLIS - Il progetto del posto: Grotinho di Paraisópolis
La Città Informale nel XXI Secolo - São Paulo, Brasile
Mostra "La Città Informale nel XXI Secolo - São Paulo, Brasile ". Politecnico di Milano, 4-15 Luglio 2011. "cidadeinformal.prefeitura.sp.gov.br":http://cidadeinformal.prefeitura.sp.gov.br/
La fisiologia del paesaggio di Grotinho inserito dentro la favela Paraisópolis, è parte urbana di São Paulo. La sua comprensione e dinamica paesaggistica dal punto di vista antropologico, permette di stabilire una relazione tra società e natura del sito.
La proposta di urbanizzare Grotinho, segue il concetto progettuale di cambiamento dello spazio a rischio ambientale, paradigma, per un’appropriazione sociale, creando percorsi pubblici, aree piacevoli adatte alle funzioni del tempo libero, di svago in edifici architettonici residenziali e multifunzionali, attendendo così alla domanda e alle aspettative che offre la vita contemporanea. Un posto per emozioni, sensazioni, sentimenti; vedere, sentire odori, gustare, ascoltare, toccare e per ultimo, il piacere degli elementi del vento, del sole, della luna.
La disposizione dei nuovi edifici, appoggiati su livelli e volumi differenti, fanno riferimento alla morfologia delle costruzioni esistenti e alla loro presenza fisica e spaziale. Il processo formale progettuale, ed il suo rilievo, creano una modulazione di forme particolari ,che si inseriscono perfettamente nel paesaggio.
Il recupero del carattere pubblico del posto ha dato avvio ad una sfida per un progetto avanzato.
La sua collocazione “terra a terra “, è una strategia per un’integrazione fisica, in un’area aperta, che favorisce le relazioni sociale, le condivisioni quotidiane degli spazi, e rompere in questo modo, la frammentazione sociale. Lo scenario citato è l’essenza del posto pubblico. Questo è nato , sopravvive, si adatta ai suoi frequentatori, che diventano loro
stessi i gestori del luogo.
*PROGRAMMA DI URBANIZZAZIONE DELLE FAVELAS NELLA CITTA’ DI SÃO PAULO, Segreteria Municipale dell’Abitazione della Città di São Paulo
Nella città di São Paulo, più del 30% dei suoi abitanti, che significa, circa 3 milioni di persone, vive in condizioni urbane precarie, valore significativo di una popolazione (85 milioni) che in Brasile tra gli anni sessanta e novanta, migrarono nelle aree urbane del paese. Queste famiglie vivono oggi in aree precarie conosciute come favelas, cortiços (squat) o lottizzazioni irregolari. Sono distaccamenti umani chiamati “città informale” un inequivocabile esempio di diseguaglianza nello spazio urbano. Di fronte alla complessità e alle proporzioni di questa realtà, elaborare una politica dell’edilizia popolare per la città di São Paulo non può certamente essere considerata un compito facile. In primo luogo è necessario conoscere in forma precisa dettagliata e approfondita, quali sono i problemi da affrontare, evitando formulazioni semplicistiche e discorsi vuoti, riferiti alla povertà urbana. Una politica della casa seria, basata su tempi lunghi, presuppone stabilire delle priorità, di conseguenza, la prima cosa da fare è quella di prendersi cura delle famiglie più carenti. Partendo da questo concetto, è in corso nella città di São Paulo, il maggior programma di urbanizzazione delle favelas nel paese: circa 150.000 famiglie usufruiranno di queste opere. Il programma di urbanizzazione delle favelas ha come scopo centrale il superamento dell’insieme delle carenze infrastrutturali, dell’accessibilità, dei mezzi e servizi pubblici, come pure le costruzioni di nuove case. Nelle opere di urbanizzazione oltre a creare infrastrutture, sono in costruzione 10.000 unità abitative che vanno a sostituire quelle malsane o localizzate in aree a rischio ambientale, dove fino a ieri vivevano famiglie. Il concetto centrale dell’intervento è la permanenza delle famiglie per garantirvi continuità negli investimenti per le costruzioni civili. Bisogna considerare la città di per sé, fonte delle soluzioni. Gli interventi devono avere come obbiettivo prioritario la qualità, costruendo spazi pubblici, rispettando l’ambiente e culture presenti sul territorio, guidare sopratutto il processo nel diluire le frontiere urbanistiche e simboliche entro le aree precedenti “informali” e i distretti “formali”. Le proposte degli interventi devono iniziare con l’identificare le richieste, qualificandole alle aspettative della gente, questi rilievi fatti in modo costante, frequente e a lungo termine e saranno realizzati insieme alle comunità coinvolte. I progetti devono affrontare quella che è la sfida principale, cioè la necessità di disporre spazi e risorse pubbliche in modo da propiziare aree di convivenza sociale.
L’urbanizzazione delle favelas e la sua integrazione con la città, dotata di beni di consumo, mezzi e servizi indispensabili per una vita urbana contemporanea, ha permesso ai suoi residenti di vedere aumentate la loro possibilità di accesso al lavoro, agli studi, alla salute, e agli investimenti come pure a un miglioramento residenziale e finalmente l’ottenimento di un’acquisita e reale condizione di appartenenza e di cittadinanza. La città, riconosciuta come spazio privilegiato nelle relazioni umane e come eminente foro democratico, permette che coesistano e si confrontino valori opposti, contraddicendo i concetti conservatori delle comunità isolate. Questo ruolo privilegiato che la città adotta - lo spazio della convivenza democratica- è relazionato all’estensione dell’accesso alle opportunità per tutti i suoi abitanti.