Favela Cantinho do Céu
La Città Informale nel XXI Secolo - São Paulo, Brasile
Mostra "La Città Informale nel XXI Secolo - São Paulo, Brasile ". Politecnico di Milano, 4-15 Luglio 2011. "cidadeinformal.prefeitura.sp.gov.br":http://cidadeinformal.prefeitura.sp.gov.br
Cantinho do Céu - Tra e la Casa l’Acqua
Il parco proposto per l’area del nucleo Cantinho do Céu, che tuttora abbraccia il parco Residencial dos Lagos e Jardim Gaivota, ai margini del bacino idrico Billings, è inserito nell’ambito del programma di recupero ambientale di Mananciais do Tietê - che ha come obbiettivo proteggere e mantenere la qualità degli apporti idrici e le fonti d’acqua.
Pertanto sono state implementate opere d’infrastruttura necessarie per un insediamento urbano. Sono previste demolizioni di edifici localizzati, per la maggior parte, nelle aree limitrofe al bacino idrico. La scelta si è basata su criteri tecnici in aree dove si sono riscontrate situazioni dove era impossibile disporre di scoli sanitari, capacità di drenaggio, complemento del sistema viario e riduzione delle aree a rischio. Questo intervento ci ha consentito adeguare un’area di approssimativamente 7 Km di estensione, il progetto del parco è stato sviluppato, costituendo cosi un insieme di spazi pubblici aperti a carattere regionale.
Il parco associa il tempo libero , al mantenimento e ricrescita delle specie vegetali native e la manutenzione dei margini del bacino idrico, favorendo la qualità della vita. La proposta per il parco prende in considerazione la divisione del paesaggismo e dei progetti di lavoro in sei sezioni. Questa divisione affronta situazioni atipiche identificate lungo l’area del parco; le condizioni topografiche, l’accessibilità e i collegamenti con i lavori di urbanizzazione in fase d’opera sono prioritarie. Al momento sono in fase di realizzazione i lavori della 6° sezione che si trovano nel "Parque Residencial dos Lagos".
*PROGRAMMA DI URBANIZZAZIONE DELLE FAVELAS NELLA CITTA’ DI SÃO PAULO, Segreteria Municipale dell’Abitazione della Città di São Paulo
Nella città di São Paulo, più del 30% dei suoi abitanti, che significa, circa 3 milioni di persone, vive in condizioni urbane precarie, valore significativo di una popolazione (85 milioni) che in Brasile tra gli anni sessanta e novanta, migrarono nelle aree urbane del paese. Queste famiglie vivono oggi in aree precarie conosciute come favelas, cortiços (squat) o lottizzazioni irregolari. Sono distaccamenti umani chiamati “città informale” un inequivocabile esempio di diseguaglianza nello spazio urbano. Di fronte alla complessità e alle proporzioni di questa realtà, elaborare una politica dell’edilizia popolare per la città di São Paulo non può certamente essere considerata un compito facile. In primo luogo è necessario conoscere in forma precisa dettagliata e approfondita, quali sono i problemi da affrontare, evitando formulazioni semplicistiche e discorsi vuoti, riferiti alla povertà urbana. Una politica della casa seria, basata su tempi lunghi, presuppone stabilire delle priorità, di conseguenza, la prima cosa da fare è quella di prendersi cura delle famiglie più carenti. Partendo da questo concetto, è in corso nella città di São Paulo, il maggior programma di urbanizzazione delle favelas nel paese: circa 150.000 famiglie usufruiranno di queste opere. Il programma di urbanizzazione delle favelas ha come scopo centrale il superamento dell’insieme delle carenze infrastrutturali, dell’accessibilità, dei mezzi e servizi pubblici, come pure le costruzioni di nuove case. Nelle opere di urbanizzazione oltre a creare infrastrutture, sono in costruzione 10.000 unità abitative che vanno a sostituire quelle malsane o localizzate in aree a rischio ambientale, dove fino a ieri vivevano famiglie. Il concetto centrale dell’intervento è la permanenza delle famiglie per garantirvi continuità negli investimenti per le costruzioni civili. Bisogna considerare la città di per sé, fonte delle soluzioni. Gli interventi devono avere come obbiettivo prioritario la qualità, costruendo spazi pubblici, rispettando l’ambiente e culture presenti sul territorio, guidare sopratutto il processo nel diluire le frontiere urbanistiche e simboliche entro le aree precedenti “informali” e i distretti “formali”. Le proposte degli interventi devono iniziare con l’identificare le richieste, qualificandole alle aspettative della gente, questi rilievi fatti in modo costante, frequente e a lungo termine e saranno realizzati insieme alle comunità coinvolte. I progetti devono affrontare quella che è la sfida principale, cioè la necessità di disporre spazi e risorse pubbliche in modo da propiziare aree di convivenza sociale.
L’urbanizzazione delle favelas e la sua integrazione con la città, dotata di beni di consumo, mezzi e servizi indispensabili per una vita urbana contemporanea, ha permesso ai suoi residenti di vedere aumentate la loro possibilità di accesso al lavoro, agli studi, alla salute, e agli investimenti come pure a un miglioramento residenziale e finalmente l’ottenimento di un’acquisita e reale condizione di appartenenza e di cittadinanza. La città, riconosciuta come spazio privilegiato nelle relazioni umane e come eminente foro democratico, permette che coesistano e si confrontino valori opposti, contraddicendo i concetti conservatori delle comunità isolate. Questo ruolo privilegiato che la città adotta - lo spazio della convivenza democratica- è relazionato all’estensione dell’accesso alle opportunità per tutti i suoi abitanti.