Monumento alla Libertà e alla Pace
Il monumento che immaginiamo vuol essere luogo di incontro, luogo di convivenza di convergenze e divergenze. Tale è infatti la nostra lettura di “pace”, quale incontro e confronto - anche se necessariamente contrastato - di libertà diverse.
Composto di una base solida e pesante (monolite “sospeso” di cls con inerti di pietra lavica ) e di ”flussi di energia” (fasci di fibre ottiche), il “monumento” vuol essere insieme eterogeneo ed astratto ad alta carica simbolica: da qui la rinuncia a creare un oggetto in favore di un'idea più coinvolgente di spazialità, la rinuncia al figurativo in favore di segni archetipi, capaci - a nostro avviso - di suscitare interrogativi, di innestare domande disponibili a transitare dall'oggetto ai valori cui rimanda.
Nell'idea che il monumento debba essere “luogo abitato”, la piastra è pensata per ospitare dibattiti pubblici, piccoli concerti, spettacoli per bambini,…
In questo senso il monumento si riduce effettivamente al suo solo basamento: è l'uomo stesso, quando esprime liberamente il proprio pensiero cercando il confronto, ad essere “monimentum” e invito alla libertà.
Quasi lapide, pietra tombale, esprime infine il sacrificio di chi ha lottato per l'affermazione di valori quali libertà e pace, come base per ogni successiva affermazione.
Attraverso un doppio filare di pioppi si snoda un camminamento “a passi sparsi” in blocchi di cemento graffiato, ai lati del quale, su lastre di vetro blindato retroilluminate, affiorano i nomi dei caduti.
Lo studio dei materiali è stato approntato alla ricerca della migliore integrazione di artificiale e naturale. Le fasce di contorno alle fibre ottiche sono in lastre di acciaio corten, superfici che ossidandosi acquisiscono il colore ruggine-bruno della terra.