Scuola elementare a Kobà
A Kobà, un villaggio della Savana del Mali, l’associazione onlus Africabougou ha contribuito alla realizzazione di una scuola per circa 150 bambini. Si tratta di uno degli interventi che questa associazione italiana, nata nel 2006, è riuscita a realizzare grazie al contributo dei suoi volontari e a proprie campagne di raccolta fondi.
Scopo principale del progetto, non è solo quello di realizzare un edificio di utilità sociale in un paese cosiddetto “in via di sviluppo”, ma anche quello di adottare tecniche di costruzione e materiali che siano assimilabili dalla popolazione coinvolta. Opportunità per riscoprire tecniche appropriate costruttive a beneficio di nuove professionalità a scala locale.
L’associazione Africabougou ha voluto trasferire in Mali una tecnica costruttiva utilizzata da oltre due millenni in Africa: si tratta di una antichissima tecnica utilizzata nella zona dell’Alto Nilo (Egitto), ripresa nel secolo scorso dall’ architetto egiziano, Hassan Fathy e successivamente sviluppata da un’associazione onlus francese ( “La voute nubienne”) con un importante contributo applicativo e sperimentale da parte di Africabougou.
La nuova scuola
Nel villaggio di Kobà esisteva già una vecchia scuola fatiscente. Attraverso la segnalazione di un’organizzazione religiosa italiana, presente da anni sul territorio, i soci dell’associazione sono venuti a conoscenza del bisogno urgente di questa comunità di costruire una nuova sede scolastica ingrandendola. In Mali normalmente le scuole sono comunitarie, cioè è la comunità dei genitori degli alunni che paga gli stipendi dei maestri; in questo caso invece, la scuola è voluta dallo Stato, disposto a pagare uno dei maestri. Questa eccezione costituisce una grande opportunità per l’edificio finale che potrebbe costituire un modello da replicare su vasta scala. L’esempio, inoltre, si contrappone a tutti i casi di cooperazione internazionale nei quali i paesi impongono, attraverso la costruzione di strutture edilizie, tecniche costruttive (del tutto estranee alle tradizioni locali) sulle quali è molto difficile intervenire con lavori di manutenzione.
Il progetto della scuola di Kobà si basa sulla creazione di tre aule principali ed un ufficio per la direzione, coperte ogni aula da tre volte ciascuna e disposte in modo tale da formare una corte aperta a sud dove troveranno spazio due alberi di mango. L’accesso centrale è mediato da un portico che definisce un percorso trasversale lungo i tre volumi, e che conduce a spazi restrostanti di studio all’aperto. Tale schema dell’edificio è stato pensato in funzione di un ampliamento futuro ottenibile affiancando un modulo identico a quello esistente.
La volta Nubiana
La volta autoportante è interamente realizzata in mattoni di terra (24x15x5cm), realizzati a mano e cotti al sole legati l’un l’altro con un impasto a base di terra, che grazie ai piccoli solchi lasciati sulla superficie dalla pressione delle dita, si lega solidamente al corso di mattoni precedente, con il risultato di una struttura completamente di terra. La costruzione inizia dalla realizzazione di un muro di fondo, sul quale si appoggiano i mattoni che si dispongono a “ taglio” sino a formare un arco che copre una luce fino a 3,20 metri di larghezza. In questo modo le volte vengono realizzate senza la necessità di utilizzare casseri o impalcature in legno (materiale molto raro in queste zone a causa dell’inesorabile processo di deforestazione).
L’organizzazione sociale del villaggio
Il processo di progetto ha inizio con lunghe riunioni presiedute dal capo villaggio e dai responsabili delegati dal villaggio. Affiancato dai principali gruppi sociali, fra cui i genitori degli allievi ed i maestri, il comitato ha discusso le proposte progettuali e definito tempi e modi di lavoro insieme ai progettisti.
Vi sono due fattori determinanti che regolano l’organizzazione del cantiere: la stagione delle piogge, che da giugno a settembre rende impossibile ogni lavorazione, e il periodo di coltivazione dei campi. L’attività agricola, infatti, occupa tutto il tempo degli uomini del villaggio fino alla fine del mese di dicembre.
Rimangono quindi solo 5 mesi a disposizione per la costruzione della parte coperta dell’edificio.
Il comitato determina anche la divisione dei lavori: ad esempio quali saranno i giovani che potranno godere dell’ apprendistato come muratori e quindi di un guadagno sicuro per tutta la durata del cantiere. Inoltre si è reso necessario definire la logistica dell’organizzazione del cibo e degli alloggi per tutti i nuovi operai e per i muratori esterni, le modalità di approvvigionamento dell’acqua - da sempre compito esclusivo delle donne, sin da subito su richiesta dell’associazione coinvolte nelle riunioni – infine le giornate destinate al lavoro (il giorno del mercato ad esempio non si lavora).
Un’esperienza di scambio e formazione
La squadra di muratori specializzati inviata da Africabougou (circa 4 persone) è arrivata dal Burkina Faso dove il gruppo si era specializzato in questa tecnica. La costruzione della scuola a Kobà ha rappresentato per loro una occasione di scambio e di formazione. Da un lato hanno insegnato ai giovani prescelti dai responsabili del villaggio i dettagli tecnici della costruzione; dall’altro essi stessi hanno potuto approfittare dell’insegnamento, di prima alfabetizzazione, da parte dei maestri della scuola. Solo in questo modo sono stati in grado di leggere i numeri ed i disegni di progetto e di tracciare misure ed usare semplici strumenti di misurazione..
La tecnica mista e la sperimentazione
Per Africabougou ogni nuova costruzione è un’occasione per sperimentare nuove modalità di costruzione e collaborazione con i villaggi. Nel caso di Kobà si è voluto utilizzare una tecnica ibrida: un sistema di pilasti e travi in cemento armato realizzate a piè d’opera da un impresa locale e muri e copeerture in mattoni di terra cruda, gli stessi utilizzati nella realizzazione delle abitazioni del villaggio; blocchi in terra cruda essiccati al sole (40x20x12cm).
Una scelta che ha determinato numerosi vantaggi nei tempi di realizzazione e nei costi (da segnalare che il costo totale dell’opera è stato inferiore ai 30.000 euro).
L’utilizzo per la prima volta di travi di cordolo perimetrali ha reso possibile, ad esempio, di modulare e dimensionare liberamente le aperture sottostanti. Questa ibridazione delle tecniche di costruzione ha influito anche sull’organizzazione del cantiere. Il cemento ed il ferro per i pilastri e le travi sono stati realizzati da un’impresa proveniente dalla capitale Bamako e da qui trasferiti in loco con un solo viaggio di un camion noleggiato. Un’occasione unica per un villaggio nel quale non esistono mezzi di trasporto. La presenza eccezionale di un camion quindi è una risorsa che non va sprecata e sfruttata per tutti i trasporti pesanti necessari al cantiere. Ad esempio il reperimento di grosse pietre raccolte nelle zone di savana circostanti, utilizzate sia per le fondazioni dei muri che per le pavimentazioni esterne.
Il resto dell’edificio, praticamente oltre il 90%, è invece stato interamente realizzato in mattoni di terra cruda. Gli abitanti del villaggio nei mesi precedenti l’inizio lavori hanno prodotto i mattoni con la terra del luogo unita a paglia e acqua, pigiandola con i piedi. Un altro elemento di sperimentazione è costituito dalla trasformazione di un blocco prefabbricato in cemento (25 x 25 cm) utilizzato normalmente per costruire pareti ventilate nelle abitazioni; nel cantiere di Kobà ne è stata ripresa la forma e riviste le proporzioni per poi essere ricostruito in facciata con la terra cruda. Le facciate della scuola saranno così caratterizzate oltre che dalla copertura a volta anche dal disegno dei fori di ventilazione dei muri in mattoni “forati” delle fronti.