Palazzo di Piazza Bernini
Il palazzo di Piazza Bernini a Torino, progettato nel 1889 dall’Ing. Giuseppe Davicini, viene inaugurato nel 1893, quando vi si insedia l’Educatorio Duchessa Isabella.
Il corpo storico, affacciato per quattro piani fuori terra, è caratterizzato da un impianto quasi simmetrico costruito da due maniche triple con corridoio centrale, incernierate su di un aula ellittica che coincide con l’ingresso.
Nel 1942 l’immobile fu gravemente danneggiato durante un bombardamento aereo, e l’ala lungo via Duchessa Iolanda venne interamente distrutta, per essere poi riedificata nel dopoguerra: la parte ricostruita, di quattro piani fuori terra, presenta una manica doppia a cui si addossano diversi corpi ortogonali, che conferiscono al fabbricato la forma di un impianto ad “E”.
Il corpo edilizio ottocentesco, sicuramente la parte di maggior pregio architettonico, presenta una struttura in muratura portante e orizzontamenti costituiti da volte in muratura, eccetto che per la parte ricostruita in calcestruzzo. Costante a tutti i piani, la grande sala ellittica centrale è lo spazio più nobile: ornata da otto colonne doriche che gli conferiscono un carattere aulico di gusto neoclassico, è tuttora abbastanza ben conservato. Al contrario i decori degli ambienti della manica ovest (e in particolare quelli del soffitto a cassettoni del suggestivo locale destinato alla chiesa), sono stati rimossi o ricoperti da incauti interventi edilizi del dopoguerra.
In considerazione della complessità e il carattere aulico dell’edificio, l’intervento di progetto, destinato al riuso degli spazi come nuova sede della Compagnia di San Paolo, ha avuto quindi come principale obiettivo la ricostruzione della spazialità e dei caratteri degli ambienti originari, attraverso una serie di interventi di recupero quali: il ripristino del disegno originario degli sfondati nei corridoi, la sostituzione ed il ripristino dei serramenti interni ed esterni secondo il disegno storico, la reintroduzione delle finiture originarie dei pavimenti in legno e formelle di cemento, il recupero delle decorazioni plastiche e pittoriche ed il recupero delle facciate, oltre all’introduzione di una serie di abbaini sulle coperture.
Sempre nella medesima logica di attenzione ai valori dell’edificio, per le partizioni interne di alcuni locali sono state usate pareti leggere e semi trasparenti in policarbonato stirato, così da garantire la percezione della spazialità dell’ambiente storico. Il progetto di distribuzione delle funzioni parte da una attenta lettura tipologica, e quindi non modifica in modo sostanziale la logica complessiva dell’edificio pur consentendone un uso più articolato degli spazi.