Viste le indicazioni del bando di concorso e l'importanza che vi è attribuita ai caratteri storico-architettonici del sito nella definizione dell'oggetto del progetto, ci sembra che siano due le questioni principali cui il progetto deve rispondere.
La prima riguarda l'edificio del museo in quanto tale, la sua forma, la sua riconoscibilità nella città, la sua eloquenza, ma anche la chiarezza tipologica del suo impianto, la facile identificazione delle parti, la semplicità dei percorsi.
La seconda questione riguarda invece il rapporto con il sito, con i suoi caratteri specifici, cioè in sostanza il problema dell'inserimento di un edificio pubblico di notevoli dimensioni in una parte della città storica che conserva i caratteri tipici dell'antica città gotico-mercantile.
Due questioni in apparente contraddizione fra loro, per le quali il progetto deve dare una sola risposta, che le soddisfi entrambe.
Malgrado i danni subìti con la guerra, la parte del centro storico in cui si trova il nostro isolato conserva evidenti i caratteri propri della città antica: nei modi di occupazione del suolo e nelle sue misure, nelle sezioni stradali, nei volumi, nella tipologia edilizia, ecc. I lotti stretti e profondi, l'edificazione continua sul limite dell'isolato fatta di strette facciate (case a due, tre o quattro finestre) e di corpi edilizi sviluppati in profondità, caratterizzano ancora in grande misura questa parte della città. Edifici alti e stretti, accostati fra loro a formare un fronte stradale frammentato quanto unitario. Edifici stretti e profondi che danno luogo a isolati compatti e a un tessuto urbano omogeneo.
Da un tessuto urbano così caratterizzato emergono con tanta più evidenza gli edifici ad uso pubblico, con il loro fuori-scala. Quasi mai isolati, quasi sempre inseriti, come a forza, nella trama compatta della città, essi partecipano a quello straordinario tipo di configurazione urbana, che ancora possiamo vedere in tanti centri storici centroeuropei, la cui qualità più specifica sta proprio in questo equilibrio e in questo contrasto fra tessuto edilizio ed emergenze monumentali.
Non altrimenti avveniva in passato nell'isolato di progetto. Esso era dominato dal fuori-scala del Gürzenich (con l'attigua chiesa di St. Alban) che emergeva appunto da un tessuto fitto e compatto ed estendeva la sua gerarchica influenza anche oltre i limiti dell'isolato stesso. Oggi quello stesso isolato (tanto più perché il suo perimetro si è ampliato a comprendere anche quello oltre la In der Höhle) ha perduto del tutto questa connotazione: quel tessuto fitto e compatto fatto di case strette e profonde è del tutto scomparso e oggi rimangono ad occupare l'isolato le sole emergenze monumentali di St. Alban e del complesso del Gürzenich (inclusi i suoi ampliamenti più recenti).
La residua superficie dell'attuale isolato è appunto quella destinata alla costruzione del nuovo museo e questa, a nostro parere, è forse l'ultima occasione che resta per ristabilire l'antico equilibrio, cioè quello relativo a una riconoscibile relazione fra quei monumenti e la struttura antica della città. Cioè a dire, il progetto per il museo come occasione per reintrodurre nell'isolato la dialettica con il tessuto urbano.
È questo il nostro parere e questa anche la ragione per cui, nella definizione tipologica del nuovo museo, abbiamo scelto di lavorare su una maglia dimensionale e costitutiva il più possibile vicina a quella dell'antica struttura edilizia di questa parte di città. Nel senso proprio del riprenderne e del metterne di nuovo alla prova, nel lavoro del progetto, le misure, gli schemi tipologici, di aggregazione, ecc. e perfino i sistemi costruttivi più correnti.
Il nuovo museo
Il nostro edificio per il museo è costituito da una serie di corpi di fabbrica longitudinali, di uguale altezza e sezione differente, disposti nord-sud a partire dal rudere di St. Alban e con una giacitura parallela a quella della vicina ala sud del Rathaus.
I corpi di fabbrica sono quattro, tre individuano il museo vero e proprio e il quarto, sulla Martinstrasse, corrisponde invece ai servizi generali e agli uffici.
I quattro corpi sono separati fra loro da brevi intervalli che hanno il valore di piccole strade interne (il valore di un antico Bauwich), ma solo in un caso hanno anche questa funzione, negli altri due, quelli interni al museo, contengono invece gli ingressi per il pubblico e i collegamenti verticali.
In questo modo il fronte nord, verso la Rathausplatz, si presenta come una sequenza di facciate alte e strette, come una sequenza di quattro Bürgerhäuser, case mercantili, di diversa larghezza. E così il nuovo edificio recupera sul suo lato principale anche la figura più tipica del vecchio tessuto edilizio, ma nella sequenza dei fronti e degli intervalli, nella loro gerarchia e simmetria (l'autonomia relativa della casa a due finestre e la simmetria della sequenza 3-4-3 finestre del blocco del museo), essa fa vedere allo stesso tempo il carattere anomalo del complesso nel mostrare la centralità dei tre corpi del museo con i due ingressi uguali e portati avanti verso la linea dei tre fronti.
Anche dal punto di vista tipologico il museo s'identifica coi tre corpi di fabbrica più a ovest, quello centrale più ampio dei due laterali. Nei due intervalli trovano posto le scale molto ampie, disposte in linea e in successione, che mettono in relazione fra loro le tre sale che si trovano a ogni piano, secondo uno schema gotico di distribuzione piuttosto frequente negli antichi palazzi pubblici. - Una tipologia che è stata ripresa e perfezionata ad esempio nelle Scuole veneziane (vedi la relazione scala-sala espositiva nella Scuola Grande di S. Marco e in quella di S. Giovanni Evangelista di Codussi a Venezia), cui questo nostro impianto evidentemente si riferisce. -
Questa disposizione è molto chiara e semplice dal punto di vista del percorso museale. Tutte e tre le sale, molto sviluppate in lunghezza, si affacciano verso l'esterno con i soli lati brevi (uno rivolto verso la Rathausplatz e l'altro verso St. Alban) mentre la loro parte mediana, ove possibile, prende luce naturale dall'alto. È stata specialmente curata la linea di contatto fra il nuovo edificio e il rudere di St. Alban, in particolare si è voluto che alla grande sala mediana corrispondessero esattamente le due grandi finestre ad arco acuto; per il resto, come si è già detto, la giacitura delle tre sale ripete quella del corpo a sud del Rathaus, in modo da chiudere perpendicolarmente con la facciata del museo la grande area archeologica davanti al Rathaus.
Il museo vero e proprio si sviluppa su tre piani a partire dal primo. Riteniamo che un agevole percorso di visita potrebbe essere quello che a partire dal piano più alto consente di percorrere tutte le sale d'esposizione per caduta.
Il piano terreno, insieme al piano interrato, contiene invece le sale per le esposizioni temporanee e per la collezione di grafica, la sala conferenze coi suoi annessi e il piccolo bar/ristorante, ricavato nella cantina della casa Zum roten Tür. Al piano terreno si trovano anche, oltre agli ingressi per i visitatori del museo e a quelli indipendenti della libreria e del bar/ristorante sotterraneo, appunto la libreria e l'atrio con relativi servizi (biglietteria, guardaroba, servizi igienici, ecc.).
Nell'atrio e nelle sale per le esposizioni temporanee si trovano anche i resti archeologici, alcuni dei quali stanno appena al di sotto della quota di pavimento e sono visibili attraverso un pavimento vetrato e visitabili dal piano interrato, mentre il sedime della vecchia In der Höhle è messo in evidenza, oltre che dai ruderi dei muri, da una pavimentazione diversa (ad esempio in pietra rustica) che va da un lato all'altro dell'edificio. Anche la breve interruzione nella continuità del fronte ovest, che contiene una scala di sicurezza e che all'interno separa spazialmente le sale espositive di maggiore altezza dalle altre, contribuisce a individuare sulla parete esterna del complesso il luogo dove l'isolato era interrotto dalla piccola strada scomparsa.
Nel piano interrato, che è in buona parte occupato dai reperti archeologici, si trovano, oltre a quanto già ricordato, i magazzini, i depositi e gli spazi tecnici; mentre un ampio corridoio, che corre tangente alla sala conferenze, collega i reperti archeologici nel museo alla vasta area archeologica che si trova davanti al Rathaus.
Il corpo dei servizi
Nel corpo a due finestre che si trova sul lato della Martinstrasse e in cui l'altezza dei piani varia a seconda delle diverse funzioni, trovano posto i laboratori di restauro con annessi servizi, gli spazi didattici, quelli per il personale, quelli dell'amministrazione, ecc., per un totale di sei piani fuori terra. Questo corpo edilizio mette in comunicazione il complesso del Gürzenich con la sala conferenze al piano interrato; inoltre è collegato direttamente al blocco del museo per i primi due piani. Il montacarichi, che collega fra loro tutte le quote del complesso edilizio, ha un accesso diretto dalla Martinstrasse.
La costruzione
La costruzione dell'edificio non presenta problemi particolari. Può essere interamente realizzata con sistemi tradizionali (pareti portanti e/o pilastri e solette in cemento armato) mentre le pareti esterne sono previste interamente rivestite in mattoni faccia a vista (sistema autoportante); tuttavia l'impianto essenzialmente modulare dell'edificio, la ripetitività degli elementi portanti (in particolare pareti longitudinali e corpi scala) favoriscono una realizzazione con elementi prefabbricati (pareti portanti, solette e rampe-scala in cemento armato prefabbricati).
I serramenti (di due tipi soltanto) sono previsti in metallo verniciato, i porticati d'ingresso e i portali esterni in pietra naturale, i pavimenti e le scale interne in pietra e gomma e/o fibra artificiale. La climatizzazione e/o ventilazione del blocco del museo utilizza le canalizzazioni verticali predisposte (lato sud)