Casa per vacanze, Scoglitti
Lungo una strada di un centro balneare un edificio di quattro vani si affaccia, sul retro, verso un cortile di forma irregolare, occupato in parte da corpi aggiunti.
La richiesta del committente è di realizzare una residenza estiva per quattro persone e due ospiti, mantenendo l’edificato. Dalle contraddizioni tra il programma funzionale richiesto e la consistenza dell’edificato ha origine la strategia dell’ intervento: all’interno del volume esistente, mantenendo l’integrita’ dello spazio affrancato dai piani dei controsoffitti (359 mc./ 70 mq.), le attivita’ collettive; in cortile, una stanza a cielo aperto ed un contenitore per la notte (140 mc./ 24 mq.); da ogni luogo, la vista sulle stratificazioni sedimentate del paesaggio abusivo circostante.
La ubicazione del volume aggiunto, incastrato tra i muri di confine, genera, al fondo dello spazio aperto, una ulteriore porzione di cortile. All’interno del contenitore, una struttura metallica, chiusa tra due piani di laminato stratificato, contiene gli impianti e separa le funzioni: da una parte uno spazio verticale per contenere quattro posti letto, dall’altra un passaggio, che collega due porzioni di cortile, per contenere il bagno e impilato su questo un altro bagno.
A ridosso del setto ‘tecnico’ una scala di acciaio, inserendosi nel vuoto, raggiunge i contenitori dei letti sospesi ed il bagno dei bambini: due solette in c.a. impostate a quote diverse permettono di accedere ai cassoni di legno, appoggiati sulla parte di armatura non inclusa nel getto.
Sottomessa rispetto alla quota del cortile, la ‘camera’ dei genitori si espande verso l’alto inglobando l’insieme. Il volume cavo è chiuso, sui due fronti liberi da un sistema di infissi, costituiti da un’anta opaca a tutta altezza in corrispondenza dei bagni e da una parte fissa a lamelle orientabili in vetro.
Estratto da: “Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, BY10”, Casa Editrice Libria, 2006