Casa unifamiliare, Ragusa
Una coppia acquista una casa su due livelli con giardino, in una zona residenziale, con l’obiettivo di adattarla alle proprie esigenze. La casa, scelta per la posizione strategica rispetto al luogo di lavoro, non soddisfa i loro desideri: ampi spazi per la vita di relazione, una zona per gli ospiti ed un giardino a contatto con la casa.
La committenza, rifiutata la ipotesi di demolire l’esistente e di ricostruire un nuovo edificio, si dimostra disponibile a prendere in considerazione la possibilita’ di un intervento che riorganizzi gli spazi interni ed esterni, coinvolgendo eventualmente anche i prospetti. La prima decisione del progetto è quella di riportare l’edificio al volume essenziale.
L’ operazione viene verificata sul modello dell’edificio: è la simulazione di un processo di riduzione attraverso la demolizione progressiva della forma pre-esistente. Dalla simulazione del processo viene suggerita la soluzione: tutti i ritagli, (aggetti, pensiline, falde inclinate), casualmente accumulati su un lato, vengono spostati sotto il fronte principale. L’obiettivo di portare il giardino in casa è raggiunto: con i cumuli di macerie si guadagna la continuità di quota tra il primo piano e l’esterno: sulle macerie si impianta il nuovo giardino.
L’inserimento del programma funzionale determina il posizionamento e le dimensioni delle nuove bucature, la definizione del piano quotato del giardino, il posizionamento dei muri di contenimento delle macerie, gli interventi strutturali per l’adeguamento alle norme antisismiche.
Il risultato delle operazioni di resezione compiute sull’edificato e l’inserimento del programma inducono ad introdurre alcuni elementi funzionali che, pur non aggiungendo metri cubi, ridefiniscono il volume colmando i vuoti, ristabilendo connessioni, estendendo superfici interne verso il giardino: la scala esterna, il percorso ed i terrazzi sospesi sull’acqua, il volume e la pergola di rete metallica.
La scelta dell’acciaio naturale rende immediatamente evidente la riparazione degli strappi nella ricostruzione della trama. L’estensione del processo di riduzione fino alla definizione completa del progetto determina la scelta di non applicare l’ultimo strato di intonaco: il colore avrebbe assunto lo stesso peso di cio’ che era stato eliminato.
Estratto da: “Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, BY10”, Casa Editrice Libria, 2006