Cafhè Mangiarebere. Catania, Italy
La richiesta del cliente era quella di realizzare un piccolo ristorante-enoteca in uno spazio di 100 mq. al piano terra di una torre di appartamenti nel centro di Catania.
La necessità di comprimere il programma funzionale per lasciare la superficie necessaria alla circolazione ed alla sosta dei clienti e la decisione di trattare lo spazio interno come un enclosure dello spazio urbano determinano la scelta di frapporre, tra l’uno e l’altro, l’equivalente di un isolato, ostacolo e punto di passaggio obbligato che, interrompendo la fluidita’ tra lo spazio ‘delimitato’ e lo spazio ‘aperto’, genera visuali incrociate e multiple sia negli interni sia nello scambio continuo con il paesaggio urbano: da una parte un luogo di quiete dove sostare, definito dal cambiamento di intensita’ della luce, dall’altra il rumore della citta’, tra l’uno e l’altro lo spazio funzionale contenuto all’interno dell’isolato’.
L’obiettivo principale è, quindi,quello di definire i limiti e le funzioni dell’ ‘isolato’ :la consistenza del programma funzionale determina la scelta di assegnare ad esso tutte le funzioni per lo svolgimento delle attivita’ legate alla ristorazione ed il servizio e di inserire al fondo dello spazio libero un terzo ‘pilastro’, di sezione opportuna, per contenere i servizi igienici destinati ai clienti.
L’ ‘isolato’, inizialmente progettato per essere costruito fuori d’opera, è costituito da una struttura di scatolari metallici, su due livelli, tamponata da pannelli sandwich di fibrocemento e lana di roccia.
Il rivestimento in ceramica della scatola, che riproduce il disegno fuori-scala di un broccato, crea un equivoco di percezione e partecipa dell’incrocio di ruoli e funzioni: è parete interna e insegna esterna, è attributo decorativo del muro e risorsa igienicamente compatibile, è brillante perchè le altre superfici, pareti intonacate con azolo e pavimento di cemento, sono opache, è rivestimento di piastrelle ma unite a comporre una tappezzeria: il risultato è esagerato perché irriverente.
La illuminazione artificiale partecipa al procedimento di differenziazione e qualificazione delle parti: luce calda e puntuale sopra i tavoli, secondo un reticolo costruito sulle diverse direttrici della spazio interno, luce fredda e diffusa per l’area di servizio e penombra nelle zone di passaggio.
Estratto da: “Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, BY10”, Casa Editrice Libria, 2006