Casa bifamiliare, Marina di Ragusa
Un intervento di ristrutturazione non sul costruito ma sul progetto, gia’ approvato dall’ufficio tecnico locale, di una casa di villeggiatura per due famiglie, sul lungomare di un centro balneare.
L’esame degli elaborati relativi al progetto approvato suggerisce la strategia e fissa gli obiettivi dell’intervento. Trattando ubicazione, sagoma e volumetria dell’edificio previsto dal progetto come vincoli imprescindibili e partendo dalla intenzione di raggiungere con lo sguardo il mare, si decide di frapporre un ostacolo, una duna immaginaria, tra la casa e la spiaggia: l’innalzamento della casa rispetto alla quota prevista e l’introduzione dell’ostacolo spostano l’orizzonte, guadagnando la vista del mare.
Il giardino-terrapieno, compreso tra il muro di contenimento e l’edificio, viene modellato con la sabbia come un piano inclinato: una barriera per proteggersi dalla vista e dai rumori della strada, un filtro solido che lascia traguardare il mare escludendo l’edificato intorno. Raggiunto l’obbiettivo principale si procede all’elaborazione del progetto di organizzazione degli spazi: tagli, aggiunte e ricuciture, senza alterare i parametri dimensionali, ridisegnano “l’edificato”.
La forma a C viene chiusa sul fronte da una pergola strutturale, una stanza a cielo aperto, che ridefinisce i limiti dell’edificio ed individua al suo interno due corti identiche. Tutto il sistema, due case e due corti, è messo in regola da un controllo geometrico unitario.
La scelta di stabilire continuità tra interno ed esterno attribuisce al soggiorno il ruolo di unica zona ombreggiata del sistema ed impone l’uso di un unico materiale di rivestimento delle superfici calpestabili: l’arenaria pugliese.
Anche i frangisole scorrevoli partecipano allo scambio, a volte filtrando la luce all’interno delle stanze senza precludere la vista, a volte riparando le corti dall’aggressione dei venti prevalenti.
In ognuna delle due case il soggiorno è un unico spazio, aperto attraverso grandi superfici vetrate sulla corte e verso il mare, interrotto solo dalla presenza di un contenitore in legno, che racchiude l’attrezzatura per cucinare.
Estratto da: “Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, BY10”, Casa Editrice Libria, 2006