APPROCCIO ALLA SITUAZIONE ESISTENTE
L’approccio al progetto del centro sportivo di Revò ha significato in primis comprendere ed interpretare il magnifico paesaggio della valle dove il paese sorge. Il verde declivio in cui si incastona il sito di progetto, ai margini del centro abitato, sprofonda con eleganza verso il lago di Santa Giustina, solcato dai filari regolari dei meleti, e circondato dalla corona dei monti trentini, che disegnano un paesaggio quantomeno suggestivo. La presa di coscienza di questa condizione paesaggistica ed ambientale ha costituito il riferimento di ogni scelta di progetto.
Come contrappunto ad una condizione pregevole di inserimento a grande scala, il sito del centro sportivo deve confrontarsi con un intorno immediato fortemente urbanizzato, e caratterizzato da architetture e strutture che si inseriscono con difficoltà nel paesaggio circostante.
Tuttavia già nel primo avvicinamento al sito, si è riconosciuta la validità dell’attuale impianto del centro sportivo, che ben sfrutta la difficile morfologia del grande terrazzamento che ospita i campi. Si è apprezzato in particolare il posizionamento delle gradinate lungo il pendio che scende dal livello delle piscine, assecondandone la sezione, e offrendo agli spettatori una visione panoramica del paesaggio montano oltre che del campo. La posizione degli spogliatoi ben sfrutta la conformazione del declivio a nord, liberando lo spazio frontale della spianata per le attrezzature sportive, da cui è facilmente accessibile; l’edificio attuale tuttavia, oltre ad una modesta qualità costruttiva, mostra gravi carenze per quanto riguarda gli aspetti di aerazione e illuminazione interna, in particolare sul lato nord, in cui le piccole finestre affacciano su un’intercapedine di non più di 50cm di larghezza.
Si è riscontrata una carenza degli accessi, in particolare l’accesso riservato agli atleti sul lato ovest è di dimensioni inadeguate e impraticabile dai diversamente abili. Anche la vista sulla vallata non viene pienamente valorizzata.
SCELTE DI PROGETTO
Il progetto è generato dalla volontà di costruire una trama di relazioni che abbracci tutte le scale dell’intervento: relazioni con la valle ed il territorio, relazioni con l’immediato intorno urbano, relazioni interne tra le diverse componenti. L’idea di partenza è di ricollegare gli edifici pubblici presenti nell’intorno immediato (piscina, scuola, centro sportivo) in un unico sistema organico.
L’intervento prevede la demolizione delle tribune e degli spogliatoi, e la riconfigurazione dei percorsi, oltre alla realizzazione degli impianti sportivi richiesti dal bando.
Il nuovo impianto mantiene la posizione delle tribune esistenti, addossate al declivio a nord dell’area, e degli spogliatoi, in allineamento con le gradinate nell’angolo Nord-Ovest dell’area, ma ne modifica radicalmente morfologia e modo d’uso.
Le tribune vengono riparate da una nuova copertura che si innesta nella sezione del declivio generando una sorta di terrazza a sbalzo sui campi che potrà in futuro diventare sede di nuovi pannelli solari o fotovoltaici, in continuità con il leggero pendio sovrastante, già ad essi dedicato. Inoltre la copertura delle gradinate integra l’illuminazione per il lato Nord del campo da calcio, mentre due plinti sorreggono le luminarie dedicate al suo lato Sud e alla pista d’atletica.
Gli accessi ed i percorsi per il pubblico vengono raddoppiati: al percorso che attraversa tutta l’area da Est ad Ovest al livello del campo sportivo (livello +0,0), passando davanti a tribune e spogliatoi, se ne aggiunge un secondo parallelo, a Nord, a livello + 3,70m, che corrisponde al livello più alto delle gradinate e del piano primo dell’edificio ospitante gli spogliatoi.
Questo nuovo percorso, accessibile dall’angolo Sud-Est dell’area, mette in relazione lo sbarco delle scale che scendono dalla piscina, nonché la corte di accesso all’edificio scolastico ed alla palestra, diventando un importante snodo di accessibilità a livello urbano. Il percorso sopraelevato, diventa un vero e proprio portico affacciato sulla valle verso sud, laddove inizia la copertura delle tribune. La cadenza irregolare e ritmica delle colonnine di sostegno è definita da un sistema che nasce dalla sovrapposizione di ondulazioni sonore, con riferimento alle diverse esperienze sul tema di Le Corbusier e Iannis Xenakis. Tali ondulazioni musicali rendono l’attraversamento del portico un’esperienza percettiva dinamica e piacevole, che offre inquadramenti sempre diversi sul paesaggio.
Oltre a permettere l’accesso alle tribune per il pubblico, il nuovo percorso sopraelevato dà accesso al piano superiore dell’edificio che al piano terra ospita gli spogliatoi: vi trova posto, oltre alla sala riunioni per le società sportive, un bar caratterizzato da una grande vetrata ad Ovest. Questa affaccia su una grande terrazza situata sulla copertura degli spogliatoi: il luogo ideale per poter godere appieno della vista del paesaggio dell’intera valle, e l’unico da cui si riesce a scorgere il lago di Santa Giustina.
L’accesso riservato agli atleti sul lato Ovest è stato ripensato e rafforzato, tramite la realizzazione di un’ampia rampa collegata a via Canestrini, che permette anche l’accesso ed il parcheggio di un mezzo di soccorso o di un mezzo di trasporto dei diversamente abili. Tale configurazione degli accessi permette di mantenere il locale bar e la terrazza panoramica aperti indipendentemente dallo svolgersi di eventi sportivi, divenendo un luogo di aggregazione capace di sfruttare appieno le caratteristiche paesaggistiche del sito.
CAMPI SPORTIVI E IMPIANTI ATLETICA
La disposizione dei campi di gioco rispecchia parzialmente quella esistente: il campo da calcio rimane sul lato Est dell’area, tuttavia è spostato di pochi metri a nord, quindi più vicino alle tribune; questa scelta permette sia di avvicinare gli spettatori rispetto alle azioni di gioco, sia di portare sul lato sud dell’area tutte le attrezzature legate all’atletica richieste dal programma. Quindi sul lato sud, dove sorge ora il campo da basket, si installano la pista da atletica, la pedana per il salto in lungo e quella per il lancio del peso, collegate tra loro e agli spogliatoi da un unico percorso che avvolge il campo da calcio sui lati Ovest e Sud, e mette in relazione tutte le strutture sportive.
Il progetto reinterpreta le ricerche di Xenakis, collaboratore di Le Corbusier, che aveva studiato l’applicazione di teorie musicali all’architettura.
Nella concezione del nuovo centro sportivo si sono applicati i principi di sovrapposizione delle onde sonore per sviluppare un partito ritmico, applicandolo alle colonnine di sostegno della copertura delle tribune e ai frangisole dell’edificio.
Si è così data una soluzione musicale a due questioni costruttive, introducendo una nuova percezione ritmica del paesaggio.
EDIFICIO SPOGLIATOI E TRIBUNE
Il progetto prende le mosse dalla volontà che i nuovi spogliatoi, le tribune ed i nuovi percorsi costituiscano un organismo articolato e chiaramente leggibile in maniera unitaria.
Una lunga copertura si incastona nel pendio che si eleva a Nord verso la piscina, costituendo il tetto delle tribune e del piano primo dell’edificio; sotto a questa un sistema di terrapieni a gradoni si allunga, assecondando in sezione il declivio, fino a sbattere contro una lama di calcestruzzo, ripiegata su quattro lati e aperta a Nord e a Sud, dentro cui si installano, come scatole leggere infilate tra solidi piani, i volumi degli spogliatoi.
Dietro l’edificio degli spogliatoi viene scavata, asportando terreno dal pendio, una stretta corte irregolare: da questa avranno accesso i due spogliatoi per gli atleti, i due per gli arbitri, e l’infermeria, ricavati nelle ‘scatole’, oltre al deposito degli attrezzi e alla centrale termica, scavate nel pendio. I due spogliatoi per gli arbitri, richiesti dalla normativa, sono separati da un setto scorrevole che permette di unirli in un unico ambiente, in caso di manifestazioni sportive particolari.
L’accesso dal percorso a sud, alla corte allungata scavata sul lato nord degli spogliatoi avviene attraverso due passaggi coperti, dotati di rampa per superare il dislivello di 0,5m.
Un terzo passaggio coperto, nell’angolo a Sud-Ovest dell’edificio, permette l’accesso ai servizi riservati agli spettatori, ad un magazzino di pertinenza delle società sportive, ed al vano scale che collega con il piano primo, in cui si trovano il bar e la sala riunioni, a loro volte ricavate in una ‘scatola’ inserita tra le due lame di calcestruzzo.
La stretta corte che dà accesso agli spogliatoi vuole essere un ambiente intimo, riservato agli atleti. Su di essa affacciano tutti gli spogliatoi, illuminati da ampie vetrate opaline, in grado di assicurare un’ottima illuminazione all’ambiente e al contempo impedire l’introspezione. Tutti i servizi degli spogliatoi si installano invece nella fascia a sud dell’edificio, illuminati ed aerati da una finestra a fascia nella parte superiore della parete di tamponamento.
Le ‘scatole’ contenenti gli spogliatoi e le funzioni accessorie sono rivestite da listelli di abete disposti in senso verticale, il leggero aggetto delle solette di copertura rispetto al tamponamento, evita che il legno venga a contatto con l’acqua meteorica e ne aumenta la durabilità, così come è d’uso nelle coperture dei masi tradizionali.
Sulla facciata Sud dell’edificio, è posto un frangisole costituito da una serie di listelli di abete verniciati in diverse tonalità disposti a distanze irregolari, così da creare una trama ritmica che riprende la cadenza del colonnato che sostiene la copertura delle tribune. Queste sono ricavate nei gradoni dei terrapieni trattati a verde, che portano all’interno del progetto la trama, ad un tempo naturale e regolare, dei meleti che ricoprono la valle.