Padiglione “Per-ritrovare gli amici”
Biennale di Venezia 2002, VIII Rassegna Internazionale di Architettura, Progetto ad inviti
Il tema che si intende affrontare è quello dell’amicizia. Dicendo ciò, intendiamo uno spazio che non ha una funzione immediata, per contro, uno spazio che è precisamente senza funzione.
Innanzitutto questo spazio non è una possibile stanza di una casa d’abitazione, in cui svolgere in maniera univoca una determinata funzione, in una fascia oraria assegnata: dormire, cucinare, mangiare, ecc... Lo spazio è inteso invece come misura attraverso il quale l’uomo si relaziona con gli altri.
Ci domandiamo allora se è un’impresa impossibile, impensabile, quella di voler dare una forma a uno spazio, non più per assolvere a una determinata funzione già fissata in uno standard, ma solo per permettere, ad esempio, il libero scambio di opinioni e di idee.
Il progetto, dalla pianta elementare e dalle dimensioni modeste, è tutto teso alla definizione di una nuova identità domestica dove i segni della vita quotidiana e intima (letti, poltrone, ecc...) sono quasi tutti scomparsi per rendere lo spazio pienamente disponibile all’incontro.
“Ecco un tavolo. Due sedie. Una panca. Un interno perimetrato. Una via d’accesso. Un tempo indeterminato. E’ evidente che si tratta di uno spazio per l’amicizia”