IL PARCO DELLE ERBE DANZANTI: Paratico (BS)
Esposizione Poster - Convegno Nuove tendenze del paesaggio urbano: non solo giardino - AIAPP Sezione Lombardia e VerDiSegni - Milano - 21.01.2011
DESCRIZIONE DEL ‘PARCO DELLE ERBE DANZANTI ‘, PARATICO (BS)
Il neoinaugurato parco di Paratico, affacciato sulla sponda bresciana del lago di Iseo, rappresenta un interessante esempio di intervento paesaggistico, teso a coniugare la valorizzazione del contesto naturale con le esigenze di uno spazio di fruizione e di godimento a disposizione degli abitanti e dei turisti. Esso testimonia da un lato una strategia coraggiosa di politica di gestione territoriale e di marketing turistico, dall’altro una progettualità fresca ed originale, ricca di spunti innovativi nelle scelte botaniche, compositive e di arredo.
Le molte suggestioni offerte dal contesto paesaggistico lacustre sono state tradotte nella proposizione di una serie di quadri indipendenti, costituiti da “stanze verdi”, che si susseguono senza soluzione di continuità. Due percorsi longitudinali attraversano il parco, uno lungo la riva, l’altro centralmente, ricalcando le traiettorie dei vecchi binari del treno che, fino a cinquant’anni fa, consentiva il trasporto delle merci dalle rive del lago all’asse padano della linea ferroviaria Ferdinandea. Si incontrano perciò in successione: il giardino delle aiuole fiorite, costituite da una serie di grandi vasche rialzate di ferro arrugginito disposte diagonalmente, ricche di erbacee perenni e bulbose, che invitano gli occhi a dirigersi verso il panorama lacustre; la stanza dove la ghiaia disegna onde che si rincorrono, a richiamano di quelle create dall’acqua increspata del lago, fiancheggiate da una distesa di erbe dalle spighe fluttuanti; la stanza dominata da un grande pergolato di legno ricoperto da vite americana maritata con delicate rose profumate, a suggerire la vocazione agricola e vinicola delle colline di Franciacorta; la piazza centrale, protagonista, in cui campeggiano due vasche di pietra di forma rettangolare con ninfee bianche, a riproporre in miniatura gli scenari offerti dal lago lungo le sue sponde.
Particolare cura è stata posta nel recupero, attraverso un linguaggio sobrio e contemporaneo, delle tante tracce di archeologia industriale presenti nel luogo: il disegno della pavimentazione, composta da una combinazione di porfido rosso e pietra luserna, che incorpora i vecchi binari del treno; l’utilizzo di materiali poveri, legno e ferro, nelle diverse strutture, quali la pergola ed il gazebo, le fioriere, le sedute e il tavolo circolare; la presenza di una fontana dal disegno semplice, ricavata da un blocco di roccia della confinante Sarnico, sede di rinomate cave.
Degna di attenzione la scelta delle piante, scaturita non solo dall’esigenza di rendere interessante lo spazio verde durante tutto l’anno con un alternarsi di fioriture, ma anche dal desiderio di far conoscere ai fruitori la grande varietà di specie botaniche, nel rispetto delle caratteristiche agronomiche del luogo. Ecco allora l’utilizzo di un elevato numero di tipi di alberature, di arbusti e di erbacee perenni, con basse richieste manutentive e di apporto idrico, all’insegna del tentativo di promuovere la cultura, la curiosità e, non da ultimo, la biodiversità.
Le suggestioni del genius loci che hanno ispirato la sistemazione paesaggistica possono esser così riassunte: ‘Mi sono seduta ad ascoltare quello che questo spazio sommessamente cantava. Ho immaginato campi di fiori spontanei, fluttuanti e battuti da una brezza discreta proveniente dal lago, che a volte rinforza creando vortici che sollevano polvere’. Innumerevoli le piante che si innalzano leggere e che offrono fiori disposti a muoversi incessantemente, spostati da flussi di aria capricciosi: da qui il nome del parco.
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