SHN. Student Housing Novoli
Building a mass.
The student housing in the former Fiat area in Novoli, Florence, was designed to adapt to the constraints of the brief - the perimeter of the lot, the fixed alignment, the building height - and to use them as a spring¬board for original compositional and typological solutions that have produced an articulated, light-filled interior landscape inside severe walls.
Despite the double-courtyard layout, the building is far from inward-looking and imposes order on the wider context: the pas¬sageway that cuts crosswise through it is seen as a "city gate", a way through the block and a focus for communal activities, as well as access to the students' lodgings. The twin themes of "urban silence" and "constructed mass”, borrowed from historical city's fabric but updated to reflect today's different formal and plastic awareness, are evident on the solid though not im¬penetrable exterior facades. The continuous reinforced concrete base, grey wood shingles and glass-brick fascia are - of course - silent, evenly-coloured, unbroken surfaces but they are al¬so loaded with positive vibes and nuancing ready to be transmitted to the interior. It is here that the building reveals the extent to which the elementary mass visible from the street is in fact a complex structure whose layout, planimetric variations and deviations of section gener¬ate a lean-looking though atmospheric interior of raw concrete streaked by form work and in some places deeply gouged. Understanding the building's functional layout - shops, entrance and refectory on the ground floor; study rooms and services on the upper levels facing the principal street and lodgings (for 250 students) in the other three blocks - explains the layout of the ex¬ternal facades, and indicates how the kinds of materials used are related to the amount of light that reaches the interior. The students' bedrooms (two types) are the outcome of painstaking typological research - the carefully calculated interlocking of reduced surfaces looks like a modern-day shot at existenzminimum - and successfully reconcile external balcony access with dual exposure towards the street, behind the shingle screen, and the internal courtyards with their coloured walls and quiet gardens.
The halls of residence are typologically hybrid, with balcony access and dual exposure. The standard lodging comprises an entrance hall with a large window opening onto the access balcony, two bedrooms (18 sqm) and two bathrooms; a third bedroom (12 sqm), also with a bathroom, is situated towards the balcony and 80 cm higher to prevent passers-by from looking in. A second standard lodging has a communal area facing the balcony and at the same height, instead of the third bedroom.
Costruire la massa.
Occupando due isolati urbani del piano di recupero di Roberto Gabetti e Aimaro Isola, che sviluppa il piano guida di Leon Krier, il programma prevede la realizzazione di un complesso di residenze per 250 studenti universitari e relativi spazi di servizio sviluppati su quattro livelli. Un'area destinata a parcheggio occupa il piano interrato, mentre spazi commerciali e la mensa universitaria sono collocati al piano terra.
Il progetto immagina i due isolati come un sistema edilizio compatto e unitario che congiunge i due lotti con un grande tetto, una sorta di porta urbana, che conduce agli ingressi del sistema abitativo, degli spazi di servizio, della mensa. Il complesso si apre all'interno nel vuoto di tre corti, una delle quali, quella centrale, diviene uno spazio pubblico coperto, la seconda è costituita dal vuoto della mensa e la terza è una giardino interno per gli studenti.
Il disegno degli isolati, il mantenimento dei bordi fissi esterni, i materiali, il sistema delle bucature verticali imposti dal rigidissimo piano Krier ci hanno suggerito il tema della 'massa costruita', che caratterizza gli isolati della città storica, dove il contrasto tra i materiali è una vibrazione d'ombra su uno sfondo sostanzialmente monocromo; dove i bordi esterni degli edifici sono lavorati da leggere inflessioni planimetriche più che attraverso forti contrasti cromatici e le facciate sono disegnate dalla scansione regolare di grandi bucature. Sovrapposto al vuoto delle finestre, il sistema di oscuramento 'a scandole' traccia ulteriori leggere vibrazioni d'ombra, quasi annullando il foro essendo posto sul filo esterno e concorre ad aumentare ulteriormente il valore del muro esterno dell'isolato e quindi il valore urbano di massa costruita.
Per le residenze il progetto disegna fronti omogenei dove un generoso basamento in cemento armato si stempera, ai piani superiori, in linee d'ombra e, mantenendo la sua compattezza e omogeneità cromatica, produce una sorta di 'tessitura minuta'. Il basamento compatto in cemento armato è disegnato dalla scansione regolare dei casseri che diventa anche l'ordine del sistema di pannelli di tamponamento costruiti dalla sequenza di 'scandole' in legno Prodema trattato di colore grigio (e prodotto specificamente per questo progetto). Il sistema residenziale si rappresenta come ‘normalità’ all'interno del tessuto urbano, una sorta di 'silenzio urbano' che lascia ad altri eventi, gli edifici pubblici, la ‘spettacolarità’ della rappresentazione architettonica.
Gli alloggi sono serviti da un sistema a ballatoio rivolto alle corti interne. E' questo lo spazio della socialità e delle relazioni, sviluppato nell’organizzazione dei percorsi di distribuzione orizzontale dove si aprono alcune sale comuni e gli accessi agli alloggi segnati da una lanterna luminosa a tutta altezza che sottolinea, con la luce, l’ingresso agli alloggi.
L’organizzazione a corte, come l’impianto di un convento o le corti introverse degli isolati fiorentini, risponde alla volontà di caratterizzare in modo differente i fronti esterno ed interno del complesso, riservando per quest’ultimo un’immagine definita da cromatismi differenti ed articolata in relazione all’uso più riservato del giardino o della terrazza-giardino che si dispone sulla copertura della mensa.
In questo ordine generale l’alloggio-tipo è stato allora studiato per dare una risposta, nella composizione distributiva e di immagine architettonica, a questo doppio sistema. I suoi fronti, occupando l’alloggio l’intera profondità del corpo di fabbrica, risolvono i due affacci: quello dell’isolato urbano e quello introverso verso la corte interna.
Il sistema abitativo, il cui accesso è filtrato e controllato da una portineria collocata all’interno della hall comune al piano terreno, è risolto, nella maggioranza dei casi, con un unico alloggio composto da un ingresso che ospita una piccola zona di accoglienza aperta sul ballatoio attraverso una grande finestra. All’interno si trovano due camere da 18 mq e due bagni. Ciascuna camera si affaccia sui fronti principali mentre una terza camera (12 mq) è collocata sul lato interno verso il ballatoio a quota + 80 cm rispetto al piano di transito al fine di evitare l’introspezione. In questo modo il progetto prevede di utilizzare un corpo di fabbrica a doppio affaccio nonostante la tipologia distributiva a ballatoio. Quest’ultima camera è dotata anch’essa di un servizio igienico. Questo tipo di alloggio si alterna al secondo modello-base che prevede il posizionamento di una zona comune affacciata sul ballatoio in sostituzione della camera da mq 12. In questa soluzione la quota di calpestio dello spazio è la medesima del ballatoio cosicché la sala sia perfettamente accessibile e divenga un importante ambito di relazione e momento di sosta nel sistema delle percorrenze.
I gradi di sviluppo delle relazioni interpersonali sono calibrati su vari livelli: un ambiente comune sui ballatoi, i ballatoi stessi ed infine gli ambienti di servizio alla residenza posti sul lato di via Forlanini.
La soluzione di continuità tra i due lotti si definisce in modo diverso sui due lati che si confrontano con la città. Sul lato universitario il grande tetto costituisce una sorta di ingresso che invita all’interno degli isolati, una ‘porta urbana’ che guida agli ingressi (la hall di accesso al sistema delle residenze dove il volume della grande scala in cemento conduce agli spazi pubblici e la mensa sull’altro isolato). Coperto da questo grande tetto, il vuoto recupera e accoglie, in modo chiaro, un importante spazio pubblico. Su Via Forlanini la necessità di costruire un fronte unitario rispetto alla strada carrabile su cui i lotti si affacciano ha suggerito di risolvere la connessione solo attraverso un leggero arretramento della porzione di edificio a ponte tra i due isolati. Verso le corti interne optiamo per un allineamento del fronte che, come sul lato opposto, sottolinea in modo introverso e caratterizzato da una diversa cromia, il carattere di unitarietà dell’intervento architettonico.
Le aree studio e di servizio alla residenza, aperte a tutti gli studenti universitari si rivolgono verso Via Forlanini dove una tripla altezza disegnata da una grande parete in vetrocemento modula, attraverso l'alternarsi dei ballatoi, la luce interna.
Su Via Forlanini il progetto declina il medesimo tema della 'massa' edificata con l'utilizzo di materie differenti. Se il basamento in cemento armato costituisce la continuità con gli altri fronti, esso si smaterializza su via Forlanini, diventando una 'lanterna luminosa' in vetrocemento che illumina i ballatoi di servizio agli spazi pubblici del complesso, le sale studio comuni e si accende durante le ore notturne.
Il tema della tessitura viene ripreso anche nel disegno degli spazi interni dove, più minuta, disegna i parapetti metallici e i controsoffitti fonoassorbenti.