Sistemazione di piazza Farnesina
Il progetto interpreta l’area come luogo funzionale e di rappresentanza, con un valore ambientale e una fruizione pedonale pubblica. Per entrare in relazione paesaggistica con il sistema collina-piazza-fiume, il progetto usa come materia architettonica il verde, masse di alberi, grandi cespugli topiari, campiture regolari di piante insieme ad arredi urbani e stradali portati fuori scala, ora con la funzione di disegnare, costruire, misurare lo spazio, ora con quella di allontanare e nascondere la vista.
L’intervento propone un controllo percettivo dello spazio e degli elementi che lo costruiscono, siano essi nuovi o esistenti ma recuperati ad un ruolo diverso.
Il riordino ambientale tiene conto della necessità tecnico-funzionali e dell’esigenza di costruire un luogo di rappresentanza per il Palazzo della Farnesina. La ridefinizione architettonica del viale del Ministero degli Esteri come accesso privilegiato, instaura un nuovo rapporto tra il Palazzo e il Tevere, spostandone l’ingresso sul lungofiume.
L’idea dell’asse si materializza in un elemento di arredo stradale che diventa un segno continuo dal Lungotevere sino dentro alla piazza della Farnesina.
Lo spartitraffico portato a dimensione monumentale assume un ruolo centrale nel progetto sia per il valore di relazione spaziale che instaura, sia perché sostanzia e commenta la scelta di costruire un accesso automobilistico di rappresentanza al Palazzo.
Testo tratti da ‘Progetto Roma – La città del 2000’, Gangemi Editore