Paesaggi Liquidi
IDEE PROGETTUALI DI PAESAGGIO PER IL TRATTO EMILIANO DEL FIUME PO DA PIACENZA A REGGIO EMILIA
L’area interessata dal concorso d’idee si sviluppa su un tratto del Fiume Po lungo circa 160 km, ripartito tra le tre province di Piacenza (97 km), Parma (43 km) e Reggio Emilia (20 km) e si estende per un’ampiezza comprendente l’alveo inciso e le golene del Po fino agli argini maestri (fasce fluviali A e B del PAI).
La risposta progettuale prevede:
- il recupero di ambiti maggiormente antropizzati come siti di attività estrattiva esistenti, dismessi o pianificati, spiagge, lidi;
- il recupero di ambiti o ecosistemi ad alta naturalità, siano essi acquatici, terrestri (golene) e di transizione, anche rivolti alla morfologia fluviale (es. lanche, bugni, ecc.);
- la realizzazione di ambiti finalizzati alla fruizione e pratica di sport acquatici. Essa prevede, inoltre, l’adattamento di corpi idrici esistenti e di nuova progettazione, di alta qualità, finalizzati alla balneazione come le biopiscine. Il progetto comprende proposte relative alla rete di mobilità e accessibilità, in funzione di un’attiva fruizione dei luoghi, ipotizzando l’introduzione di nuovi elementi progettuali che stimolino e soddisfino le esigenze di turismo sostenibile in ambito fluviale, come spiagge attrezzate, percorsi ciclo-pedonali, aree sportive, camping, strutture ricettive; individua inoltre luoghi dedicati alla cultura ed allo studio/monitoraggio del Fiume Po.
L’area oggetto del concorso è situata in un tratto del corso del Po ancora caratterizzato da pendenze dell’alveo che consentono uno scorrimento abbastanza veloce dell’acqua, scorrendo in un territorio caratterizzato da una discreta variabilità di aspetti ecologici e paesaggistici.
Esistono argini e tratti di sponda naturali, golene e lanche, diffuse anche in isolotti sparsi formati da depositi alluvionali formati da ghiaie,m sabbie e limi; l’assetto della vegetazione è caratterizzato da pioppeti (in massima parte arborei da legno), fasce di vegetazione ripariale, praterie semi-aride, zone umide, arbusteti, ecc.. Queste presenze vegetazionali sono state ridotte, nel tempo, in relazione all’uso agricolo del suolo, che trova in tutta la Pianura Padana, ed anche nel tratto in questione, una larghissima diffusione, a scapito dell’assetto naturale del paesaggio.
Tuttavia, nel tratto in questione l’assetto della vegetazione ha consentito la presenza di nicchie ecologiche di rilevante importanza che, per quanto su superfici limitate, hanno determinato l’inserimento di oltre 6.100 ha nell’ambito di Rete Natura 2000, con il SIC e ZPS IT4010018 – Fiume Po da Rio Boriacco a Bosco Ospizio.
Le peculiarità del sito sono riconducibili a:
andamento a meandri del corso d’acqua del Po e dei principali affluenti nell’area (Trebbia, Nure, Tidone, ecc.) paesaggi antropici e naturali (boschi e boscaglie riparali, terreni agricoli, incolti, ecc.) habitat differenziati (isolotti fluviali, zone umide, canneti, boschi riparali, sponde naturali, ecc.) abbondante avifauna acquatica e terricola, oltre ad erpetofauna nelle zone umide e ripariali, ittiofauna
presenze flogistiche rilevanti e di interesse comunitario, in particolare legate agli ambienti acquatici.
A fronte di questi aspetti positivi, si deve rilevare la fortissima presenza antropica, con evidenti alterazioni dell’assetto originario del territorio, a favore sia dell’uso agricolo che dello sfruttamento delle cave, della presenza dell’industria, delle città e di diffusi insediamenti abitativi ed agricoli, ecc., con i conseguenti riflessi sull’ambiente (inquinamenti, alterazioni della morfologia dell’alveo, infrastrutturazione, ecc.).
Le proposte di progetto sono orientate alla diffusa valorizzazione e conoscenza del territorio con il fine di:
- tutelare e valorizzare gli ecosistemi ed i paesaggi naturali esistenti espandere tali valori ad aree limitrofe a quelle attuali, con interventi di attenta ricerca ecologica e storica
- creare situazioni di conoscenza e fruizione turistica, culturale e didattica delle realtà e della storia del territorio in esame
Congiuntamente alla creazione di percorsi lungo i corsi d’acqua, si sono proposti i seguenti interventi sulla vegetazione e sugli ecosistemi ad essa correlati:
ampliamento delle fasce di vegetazione ripariale a pioppi, ontani e salici, nel rispetto della diversità della vegetazione in alveo e delle esigenze funzionali legate al corso d’acqua ed alla attenta valutazione dell’assetto potenziale del territorio
ripristino del bosco planiziale, creando nuove aree boscate a contatto con le fasce di vegetazione ripariale, con l’impiego di specie quercine, olmi, carpini, ciliegi (tra cui il Prunus padus, tipico dell’area padana, ancora presente nel varesino), rispettando sempre le caratteristiche del territorio e ripristinando gli ambienti nella corretta interpretazione della successione ecologica potenziale
tutela delle aree umide attuali e sviluppo della loro presenza, sia con interventi mirati nelle lanche, nehli isolotti e nei boschi idrofili, sia ripristinando le cave abbandonate
attenta valutazione degli aspetti legati alle arginature ed alle difese spondali, con impiego di tecniche a basso impatto ambientale (ingegneria naturalistica ma anche metodi della tradizione padana) per il contenimento di fenomeni di dissesto, mirando ad interventi finalizzati alla creazione di condizioni favorevoli all’incremento dell’ittiofauna e dell’avifauna (diversificazione dell’alveo, uso di specie vegetali fruttifere per richiamo della fauna, ecc.)
impiego della vegetazione e delle opere di sistemazione finalizzate alla creazione di sistemi filtro o fasce tampone per la riduzione del carico di inquinanti, del trasporto solido, ecc.
il tutto in un quadro unitario (possibilmente concordato con la sponda lombarda) finalizzato alla migliore fruizione e valorizzazione della storia del paesaggio padano ed all’incremento di quei valori di biodiversità che hanno contribuito a definire l’area un Sito di Interesse Comunitario ed una Zona di Protezione Speciale per la fauna.
In particolare il progetto prevede
- Formazione di fasce tampone o sistemi filtro
Ai fini della mitigazione degli eventi di piena, soprattutto in prossimità di abitati, a monte degli stessi sono proposti dei sistemi filtro costituti da una serie di boschetti riparali e da opere di sistemazione idraulico-forestale a basso impatto ambientale, finalizzati alla riduzione della velocità dell’acqua ed alla trattenuta del trasporto solido e di altri materiali portati dalle acque di piena.
La costituzione di boschetti ripariali avviene in corrispondenza di possibili zone di espansione del corso d’acqua, dove l’effetto di laminazione consente la drastica riduzione della velocità dell’acqua e, conseguentemente, il deposito dei materiali terrosi in sospensione.
Si tratta quindi di ricreare un andamento differenziato della morfologia dell’alveo, che consenta di agire sull’andamento dell’acqua ma anche sull’incremento di naturalità dell’ambiente fluviale, a vantaggio delle sue qualità ecologiche e paesaggistiche, quali:
▪ deposito di sostanze inquinanti presenti nelle acque, oggetto di depurazione a cura delle piante messe a dimora sia nei boschetti che nelle opere di ingegneria naturalistica
▪ miglioramento delle condizioni di sviluppo della fauna fluviale, sia dell’avifauna, che dell’ittiofauna ed erpetofauna, particolarmente significativo in aree S.I.C.
▪ miglioramento dell’assetto paesaggistico, con recupero di paesaggi storici significativi, antecedenti all’ìutilizzo agricolo intensivo dei suoli limitrofi alle fasce fluviali
- Fitodecontaminazione
Sulla scorta di recenti sperimentazioni e ricerche scientifiche in materia di utilizzo dei vegetali per la decontaminazione di suoli inquinati, il progetto prevede, per i siti particolarmente degradati per qualità dei suoli, dove, nell’ambito degli interventi dei formazione dei sistemi filtro suddetti, alcuni impianti sperimentali ed innovativi di specie vegetali adatte.
Saranno essere realizzati piccoli impianti di pioppo per la decontaminazione di falde idriche superficiali (entro 5-10 m. di profondità) mediante posa a dimora di pioppelle in buche profonde, in modo che lo sviluppo dell’apparato radicale, ed il conseguente consumo idrico, consenta di intercettare gli inquinanti presenti nella falda. Analogamente, impianti di specie arboree miste a mais e/o brassicacee potranno agire, ad es., per la decontaminazione di metalli pesanti presenti in siti localizzati.
Le specie indicate, oltre che funzionali allo scopo, sono inoltre tipiche degli ambienti fluviali ed agricoli dell’area in esame, inserendosi coerentemente nel paesaggio.
- Formazione boschi ripari e planiziali
Nelle aree limitrofe alle fasce strettamente fluviali il progetto prevede la ricostruzione dell’ambiente forestale che un tempo caratterizzava queste aree, prima che la superficie forestale venisse ridotta a favore dell’uso agricolo del territorio e, in parte, ad opera dei lavori di infrastrutturazione e di bonifica condotti a partire dall’epoca romana.
Se si considera che nel Medioevo, successivamente alla caduta dell’Impero Romano, si verificò una costante dismissione delle aree agricole e si verificò la naturale ricolonizzazione di molte aree ad opera del bosco, e che nei secoli successivi al 1000 furono intraprese nuove opere di bonifica e furono nuovamente conquistate aree per l’agricoltura, il progetto propone la costituzione di un percorso storico-didattico sui boschi di pianura attraverso i secoli.
Si prevedono aree a querceti misti primitivi (a prevalenza di querce come farnia e cerro, unitamente a tigli e olmi), boschi misti di specie igrofile come ontani, pioppi e salici nelle fasce più prossime ai corsi d’acqua, boschi misti ad acero campestre, ciliegi, frassino minore, noce, ligustro, ecc. .
Nella ricostruzione di queste formazioni arboree sarà rispettata anche la componente arbustiva (cornioli, biancospini, frangola, nocciolo, ecc.) sia nel sottobosco che nelle fasce ecotonali di interfaccia tra il bosco ed i coltivi.
Nella ricostruzione degli ambienti forestali è rispettata anche la creazione di aree umide, che sono connesse con le fasce filtro suddette.
- Opere di sistemazione fluviale a basso impatto ambientale
Nel completamento della rinaturalizzazione delle fasce fluviali e della realizzazione dei percorsi tematici proposti il progetto prevede la sistemazione del terreno con opere a basso impatto ambiente, scelte prevalentemente tra quelle di ingegneria naturalistica e quelle tradizionali.
I campi di applicazione sono:
▪ sistemazione di dissesti in atto (erosioni spondali con opere longitudinali e/o trasversali, quali piccoli pennelli, ecc.)
▪ sostituzione di opere idrauliche in c.a. e/o caratterizzate da forte impatto sull’ambiente
▪ costituzione di strutture connesse alle proposte di sistemi filtro e sistemazione delle aree umide in progetto
Di particolare rilevanza assumerà l’impiego di specie vegetali autoctone (quali salici arbustivi ed arborei, ontani, specie arbustive minori, canneti, ecc.) che consentano di rispettare sia la funzionalità dell’opera che la rinaturalizzazione delle fasce fluviali.
- Incremento della biodiversità
Tutti gli interventi proposti si pongono i seguenti obiettivi:
▪ miglioramento della funzionalità idraulica ed ecologica
▪ rinaturalizzazione
▪ recupero dell’assetto storico del paesaggio
▪ miglioramento dell’assetto paesaggistico attuale
Le scelte tecniche per conseguire tali obiettivi consentono inoltre di valorizzare ed incrementare un aspetto fondamentale della vita e del territorio, quale è la biodiversità.
E’ stata più volte accennata l’opportunità e necessità di ricostruire ambienti naturali, con specie autoctone, con sistemi a basso impatto ambientale, usando specie arboree ed arbustive, ecc. ; tali criteri generali si riflettono su un generale aumento della biodiversità che consenta di migliorare non solo l’aspetto estetico paesaggistico legate alla diversificazione del paesaggio e dell’uso del suolo, ma anche di migliorare la presenza di:
▪ avifauna, con la creazione di zone umide, di boschi con specie fiorifere e fruttifere (ciliegi, peri, frutti del sottobosco, ecc.)
▪ ittiofauna, con creazione di zone d’alveo e spondali a morfologia differenziata, piccole zone di calma per rifugio, ecc.
oltre che differenziare notevolmente, rispetto allo stato attuale, la copertura vegetale dell’area