chiesa di San Floriano
nuova aula liturgica, restauro ed adeguamento liturgico del complesso parrocchiale di San Floriano di Gavassa
Il progetto si compone di due macro-interventi, il restauro della chiesa esistente e la costruzione di un’aula liturgica adiacente. Si tratta di due spazi dotati di autonomia da molteplici punti di vista (figurativo-architettonico, funzionale-di fruizione, temporale, di gestione ), ma al contempo in forte relazione, sinergia. L’intervento nasce per 2 motivi: aumentare il numero di posti, migliorare la qualità della partecipazione dei fedeli, rinnovandola.
La scelta di non realizzare due spazi antitetici soprattutto dal punto di vista funzionale, col rischio di ‘museificare’ la parte vecchia ha indotto a collegare i due ambienti attraverso l’apertura di tre passaggi sul lato nord del muro perimetrale: si tratta di un intervento che non altera la spazialità architettonica della chiesa esistente poiché non si agisce sulla parete che definisce la navata unica longitudinale connotandone con l’alternanza di vuoti e pieni la figuratività ottocentesca ormai consolidata, ma si interviene sulla parete arretrata a nord di chiusura delle cappelle laterali: i tre varchi che vengono realizzati riprendono le dimensioni e la sagoma delle aperture sulla navata; in particolare l’apertura principale, che intercetta l’asse visivo della nuova aula viene ricavato aprendo un grande arco, che viene ‘velato’ da una quinta arretrata ad evitare un effetto di svuotamento a metà della navata longitudinale.
Il progetto assume come imprescindibile la centralità della chiesa esistente ed in quest’ottica individua l’ingresso alla nuova aula liturgica dall’ingresso storico della chiesa originaria; pertanto il lato nord della chiesa esistente diventa il naturale interfaccia con l’ampliamento, filtrato dal ritmo delle sue campate. Premessa la necessaria autonomia strutturale dei due edifici, per la quale l’ampliamento non grava staticamente sull’edificio storico, il rapporto tra chiesa esistente e aula nuova si risolve nel margine-bordo di contatto tra i due edifici, a livello delle coperture. L’attacco nella direzione longitudinale, corrispondente a quella del massimo sviluppo, viene risolto con un lucernario, il cui telaio non visibile fa leggere la separazione tra i due corpi di fabbrica come una fascia trasparente continua.
La nuova aula liturgica dedicata alle celebrazioni domenicali si impone per la sua ampia e ariosa spazialità. Nascendo dal tema della centralità dell’assemblea avvolgente e viva è stata concepita secondo una forma spaziale tendente a un’ellisse con due poli, l’altare e l’ambone in un continuum spaziale che va dall’ingresso fino al fondale del presbiterio negando la distanza-separazione tra navata e presbiterio. L’assemblea si dispone ad ellisse ‘faccia a faccia’ senza divisioni e gerarchie in una condizione di partecipazione totale.
Il volume plastico si caratterizza inoltre per la sua espressività: evoca il tema dell’abbraccio, dell’accoglienza, il grembo materno;
le pareti curve che si intersecano evocano le pagine di un libro che si apre simboleggiando l’apertura dello spazio sacro verso la vita quotidiana della comunità.
Il prospetto frontale della chiesa di San Floriano non viene alterato poiché la nuova aula, discreta e domestica per dimensioni è concepita senza una sua facciata: la parete curva sul fronte non entra in competizione con la facciata esistente riconoscibile e riconosciuta, anzi rimanda ad essa senza rotture. La quinta curvilinea si interrompe prima di invadere il campo visivo della facciata esistente ed una grande vetrata risolve l’attacco tra nuovo ed antico.