MACRO - Museo d'Arte Contemporanea di Roma
Il progetto del Macro rappresenta un'importante opportunità per trasgredire l’approccio tradizionale di integrazione tra vecchio e nuovo in un contesto di carattere storico. La complessità del progetto è rappresentata dall’inserimento del nuovo MACRO progettato da Odile Decq, costruito negli spazi del vecchio stabilimento industriale Peroni.
Il nuovo museo dialoga col patrimonio storico preesistente, mettendo in contrapposizione la sua forma dinamica e sinuosa all’immobile contesto in cui si inserisce. Nella struttura già esistente e nel nuovo progetto di ampliamento, gli spazi espositivi e le altre attività dedicate al museo, sono contemporaneamente interconnessi tra loro e specificatamente distinti. Si instaura così un sistema in cui, la nuova costruzione contamina gli elementi che la circondano, e tutto così, conquista una trasparenza complessa e seducente.
La superficie del tetto, la terrazza, diventa un paesaggio urbano e la proiezione del percorso artistico che si trova sotto, si trasforma in un giardino con il quale stabilire una continuità astratta. La terrazza-paesaggio è uno spazio pubblico che viene offerto, non solo ai visitatori del museo, ma anche al quartiere ed all’intera città di Roma.
I materiali usati per la pavimentazione, costituita da innumerevoli trame, regalano al camminare dei visitatori vari tipi di sensazioni, quali la ruvidità, la profondità, l’omogeneità, la morbidezza, la densità, la luminosità e l’opacità. Sul volume centrale in vetro, scorre una fontana d’acqua che è lì per rinfrescare l’aria. La sabbia, i ciottoli, il basalto, la luminosità provocata dall’acqua che è simile ad una distesa d’erba, sono gli elementi che caratterizzano il giardino panoramico e che lo rendono un luogo di calma, di freschezza, e di esperienza sensoriale.
Anche la sala espositiva, con la sua natura sinuosa, fatta di percorsi e di flussi è come un paesaggio. Il museo è uno spazio, in continuo movimento, sia la zona pubblica che quella privata è come una corrente di un fiume che scorre. In opposizione al dinamismo degli spazi circostanti, le aree espositive sono percepite in modo più neutrale. Si sviluppano in uno spazio non regolare, ma semplice e dedicato agli artisti, aperto alle molteplici possibilità di esposizione delle opere: appese, sospese, fluttuanti, sul e nel pavimento...
Il colore nero caratterizza la superficie dei nuovi volumi ma fa eccezione per il bianco delle stanze espositive, per dare luce e spazio alle opere d’arte e delle facciate esterne restaurate del vecchio edificio preesistente. Il museo viene svelato dalla luce naturale che arriva in maniere diffusa da ogni punto accentuando l’importanza di un museo d’arte contemporanea per la città che più di ogni altra rappresenta la storia.