Oratorio della Parrocchia Sacra Famiglia, Manfredonia (FG)
Una costruzione marginale.
‘Affogato’ tra le palazzine speculative degli anni ’70-’80, il sagrato recintato, la problematica tipologia distributiva della chiesa triangolare, la prossimità finestrata della palazzina della canonica, l’oratorio della Sacra Famiglia a Manfredonia non trova riferimenti in questo mondo: non prossimi – difficile la relazione con la chiesa e la canonica per la loro posizione all’interno del lotto recintato -; non lontani – senza orizzonti né traguardi -.
Si è tentato un atto di ri-fondazione, rapportandosi solo al cielo e alla terra.
L’oratorio occupa l’intero lotto residuo, addensando al margine l’ingente volumetria di programma, liberando quanto più spazio possibile al suo interno; completamente chiuso verso l’esterno (se si esclude il solo grande portale di accesso di 16 metri), interamente aperto sul cortile interno; le aule di catechesi e la sala grande dell’oratorio pensate come estensione del chiostro, un unico grande spazio chiuso dal muro perimetrale.
Un edificio fatto di tre soli materiali: il muro perimetrale in calcestruzzo a doghe orizzontali, gli infissi a correre sui 4 lati del chiostro, il pavimento in cemento levigato.
Una sola eccezione: una costellazione di fori in plexiglas decora di luce la sala grande e denuncia – nell’inversione artificiale notturna – un volume ‘altro’, extra-ordinario, nell’afonia del quartiere periferico.