Top Gun
In un piccolo nucleo costruito della campagna pordenonese, una casa a schiera con configurazione a ballatoio diviene la residenza di una pilota dell’aviazione americana della vicina base di Aviano.
L’edificio è assimilabile ad un parallelepipedo ed è costituito da due livelli con un interpiano piuttosto ridotto ed un piano sottotetto. Il progetto prevede di eliminare le aggiunte apportate all’impianto originario che ne hanno compromesso la lettura tipologica: viene demolito il corpo scale, una superfetazione degli anni cinquanta, realizzata senza considerare il rapporto con la struttura esistente.
La nuova scala diventa il fulcro dell’abitazione, si arrampica attorno ad un carotaggio che fora tutte le solette, dal piano interrato al tetto, un esaltazione rigogliosa del potere del vuoto alla ricerca di un rapporto tra questo e la densità degli spazi abitativi segnati dalla regolare scansione dei piani. Le curve delle rampe sono accentuate dalla ringhiera spumeggiante come la padrona di casa , di ferro con un corrimano ad andamento ondulato e bacchette verticali disposte irregolarmente.
I solai sono realizzati in cemento gettato su teli di nylon, dopo aver posizionato in modo casuale alcuni volumi semisferici di polistirolo di differenti dimensioni: si è ottenuta così una superficie sempre varia e sorprendente, intervallata dai vuoti delle calotte e da strane venature.
Uno scavo nel terreno porta luce nell’interrato, ricavato in parte sotto l’edificio in parte all’esterno.
La quiete dell’esterno risulta quindi fortemente turbata dall’irruenza di un vano scala progettato su misura per la giovane combattente bionda, che vive a velocità supersonica.
Il trattamento degli esterni è improntato ad un’estrema semplicità ed uniformità, con l’utilizzo del colore bianco per le pareti e per l’impregnante degli infissi e della struttura lignea del ballatoio, ricostruito secondo la tipologia tradizionale.