Progetto teorico elaborato per il Padiglione Italiano alla X Biennale Internazionale di Architettura di Venezia. La mostra, curata da Franco Purini, ospitava il progetto di una città di nuova fondazione, Vema, posizionata quasi sull’incrocio degli assi Berlino-Palermo e Lisbona- Kiev e il cui master plan è stato ideato da Purini stesso. I singoli quartieri ed edifici pubblici sono stati invece disegnati da venti gruppi di architetti italiani invitati all’evento.
Alcuni di loro stanno ancora chiedendosi:”ma dov’è la stazione?”.
In sostanziale disaccordo con l’idea di un insediamento urbano di nuova fondazione quale strumento atto a contrastare lo sprawl urbano odierno, la nostra proposta ha preso spunto dal progetto di una infrastruttura urbana, nel caso specifico un complesso scolastico, per avviare un ragionamento sulla città diffusa come sommatoria di elementi giustapposti.
Nel progetto della scuola di Vema l’infrastruttura a servizio della città diviene strumento per ridare forma, senso e densità ai paesaggi sempre più desolati e sfilacciati che si distendono lungo strade e autostrade: è quindi progettata per essere un movimento geologico che conforma il paesaggio e definisce spazi di relazione, interazione e informazione. Sopra di essa si sviluppa una tipica lottizzazione, risultato delle regole del mercato immobiliare e della speculazione edilizia.
E tutti vissero felici e contenti.